famiglie

ma che Dico

3285 di questi giorni

J’ai l’honneur de
Ne pas te demander ta main
Ne gravons pas
Nos noms au bas
D’un parchemin

Allora, verifichiamo se ho capito bene. Dovrò vivere con una persona.

Dovrò amarla e rispettarla.
Dovrò passarle il telecomando, se me lo chiede. Per le pulizie ci organizzeremo, ma è facile che la rimozione della spazzatura tocchi a me. Anche quella sua. Che puzza in un modo diverso dalla mia. Dovrò farci l’abitudine.
Dovrò portarla al cinema, al teatro, ai concerti, e offrirò io. Curerò la puntualità, ma guiderò piano, perché il colpo di frizione la innervosisce.
Guarderò, a braccetto con lei, centinaia di migliaia di vetrine piene di vestiti inspiegabilmente più interessanti di altri. Sbarrerò gli occhi per non chiuderli, soffocherò migliaia di sbadigli finché non mi verranno i crampi.
Le farò da mangiare, se proprio non c’è alternativa. Le farò la colazione. La sveglierò con le buone o le cattive. Se è malata, veglierò su di lei, a casa o al Pronto Soccorso. Visiterò i suoi parenti con una certa frequenza. Andrò a matrimoni e funerali.
Dovrò desiderare solo lei. Dovrò perdonarla, se lei non desidera più soltanto me. Dovrò portare pazienza, tanta pazienza, per quanto? per nove anni.
Nove anni. 3285 giorni, più bisestili.
Dopodiché, avrò dei diritti.

Dei diritti. Ora, io non è che voglio la polemica a tutti costi. Siamo nel Paese in cui siamo, con la maggioranza che abbiamo, con l’affitto che dobbiamo al Papa, ecc. ecc.. Ma nove anni? Quando i matrimoni di Santa libera Chiesa in libero Stato ne durano ormai due o tre? E io, che ho pagato perfino più tasse, devo soffrire il triplo senza nessuna copertura, e alla fine mi date dei diritti? Ma io dopo nove anni io non voglio dei diritti.
Io voglio una medaglia.

17 pensieri su “ma che Dico

  1. lo stato fa preferenze, c’è poco da fare. da noi le fa di più che altrove. se lo stato non fossimo noi cis arebbe da scandalizzarsi).livefast

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  2. Francesco D’Agostino, presidente dei giuristi cattolici:“(…) porre accanto al matrimonio un altro istituto (…) scalfirà soprattutto il matrimonio civile, istituzione sociale che merita rispetto e tutela”.Veramente mi sembra che la Chiesa non abbia mai avuto tutto questo rispetto per il matrimonio civile.

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  3. qua siete tutti convinti che io mi stia lamentando dei cazzi miei. Ma dove credete di essere? Su uno di quei diari adolescenziali, come li chiamano, blog?Io faccio un discorso più in generale, stolti.

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  4. Ach, perché non ci fai una bella lezione sui diversi tipi di rapporto autore-narratore? Tu sei del ramo, vero? Sai, quelle cose che si fanno alle medie: discorso diretto, indiretto, call me Ishmahel etc. etc. Dacci questo veleno! Riempici dei tuoi bambini!(ma dove credo di essere?)

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  5. In realtà io campo appunto sull’ambiguità del rapporto.Intendo dire del rapporto autore-narratore.Non si sa mai se parlo di me o di voi.Comunque non accetto diktat, fino al nono anno.

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  6. Ma non c’è il dicorzio?Io pensavo di lanciare una campagna: visto che basta andare all’anagrafe e inviare una raccomandata anche in assenza del partner, potremmo dichiararci tutti conviventi di qualche VIP (chessò, Casini o Beckham andrebbero bene; anche tutti e due). Questi riceverebbero milioni di raccomandate, e dovrebbero smentirle una per una. Metti che gliene sfugge qualcuna, e capita a tutti: il fortunato o la fortunata potrà godere della pensione, degli alimenti e dell’eredità del VIP prescelto per il dico-bombing. Con chi cominciamo?

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