Fare la Guerra al Terrore per salvare la faccia a un puttaniere
Traccia: Sulla base delle vaghe parole ospitali pronunciate da Barack Obama nei suoi confronti (gli ha detto “my friend”, come la cassiera al supermercato) dimostrare che Berlusconi è un grande statista e un grande diplomatico, e non quel pagliaccio internazionale di cui parlano i fogliacci esteri.
Svolgimento:
Sono rimasti senza parole, tramortiti e addolorati, […] Ma come è possibile? No, non può essere possibile. Non è vero. Non può essere vero. “Great to see you, my friend”, con sottolineatura sul “my friend”, più doppia pacca sulle spalle. […]
Ma è impazzito? Gli ha pure chiesto consigli sulla Russia. A papi. E invece che le dieci domande dei segugi di Repubblica, gli ha rivolto tante belle parole e tanti ringraziamenti. Dice anche che sono amici e che i rapporti tra l’America e l’Italia sono migliorati. E poi quel devastante “il primo ministro Berlusconi mi piace personalmente” che decreta una volta per tutte la fine della triste pubblicistica italiota del “ci fa fare brutte figure all’estero”.
Ora immaginatevi le facce di Max D’Alema, quello che piaceva personalmente ad Hezbollah, o di Alexander Stille, o di uno qualsiasi di guardia nella caserma di largo Fochetti: una vita spesa a indignarsi per la cafonaggine del Cav., devastata dall’endorsement personale e politico del presidente super elegante e supercool che, come racconta chi ha partecipato all’incontro, ha capovolto i ruoli e ha fatto lui il Cav., mettendo a suo agio un serissimo Berlusconi…
Siamo ai due terzi del temino e l’analisi si è già fatta da sola. Non ci dice quasi niente su Berlusconi (del resto l’indomani il suo direttore, con un articolo che Rocca prontamente definirà “storico”, cambierà idea sull’argomento e darà inizio all’allegra fuga dei topolini dal bordello che affonda). Ci dice tutto su Rocca, studente che si applica, ma non riesce a liberarsi dai suoi complessi d’inferiorità nei confronti dei primi della classe: Stille, Lerner, Zucconi, Serra: ogni fatto di attualità è valutato nella misura in cui può indurre uno dei secchioni a “rodersi” (“I custodi della nostra moralità si aspettavano invece che il superfigo Obama alzasse il sopracciglio e liquidasse il bauscia, come in un’Amaca di Michele Serra. Leggetevi l’articolo di ieri del magnifico Vittorio Zucconi. Capirete quanto je rode“). Ma è una vecchia storia, che abbiamo scritto in tanti e tante volte: il Foglio è stato un blog prima dei blog: prima che rosicare diventasse abitudine condivisa, i ragazzi di Giuliano Ferrara ne avevano fatto un’arte. Dovendo sintetizzare l’opera omnia di Christian Rocca in una parola io opterei per “pappappero”.
Eppure nel finale del pezzo c’è qualcosa di davvero interessante.
Obama è un politico, non il garante dei lettori di Repubblica. Si occupa di cose serie, non di guardare dal buco della serratura chi si fa una doccia. Il Cav. gli ha fatto tre grandi favori, sul G20, sull’Afghanistan e su Guantanamo, cose su cui Francia, Germania e Gran Bretagna hanno invece storto il naso. Ed è per questo che è stato estremamente amichevole con il Cav. e freddino con gli altri tre (il mitologico Zapatero, invece, non se l’è ancora filato).
Traduco: Obama è un politico vero, uno che tratta su qualsiasi cosa; se Berlusconi aveva bisogno di venire da lui per dimostrare al mondo la sua statura di statista, non lo avrebbe fatto gratis. Obama non è uno che si accontenti di un giretto con l’automobilina da golf, o un’orgetta a Villa Certosa: no, è un politico, scuola di Chicago. L’italiano vuole fare bella figura? Va bene, ma mi dovrà un favore. Anzi due. No, guarda, tre.
Per esempio, aumenteremo il contingente in Afganistan. Da 2800 a 3200, e un paio di Tornado in più. Francia e Germania non faranno qualcosa di paragonabile, del resto Francia e Germania non devono lottare per migliorare l’immagine internazionale dei loro leader. Sarkozy dovrebbe mandar giù appena 150 gendarmi. Ma Sarkozy nessuno lo prende per un clown. Invece Berlusconi con 400 effettivi in più si è fatto chiamare “my friend”. Lo avete sentito tutti, no? Obama ha detto “my friend”. Valeva o no la pena? Che vuoi che siano 400 militari in più?
Per esempio, ospiteremo qualche reduce di Guantanamo, la prigione dove secondo Rocca si stava tanto bene. Non c’è, per la verità, nessuna legge italiana che ci consenta di trattenere persone senza una pronuncia della nostra magistratura. Persino Fini è un po’ in imbarazzo, ma gli toccherà mandar giù anche stavolta, perché Berlusconi aveva un favore da chiedere e Obama è un politico, non fa i favori gratis.