È probabile che, dopo tante battaglie vinte e pareggiate, ormai l’anonimato on line abbia perso la guerra. E siccome la Storia la scriveranno i vincitori, diranno cose terribili di noi ex-anonimi. In sostanza, eravamo un esercito di rosiconi in pigiama che usavano internet per infamare le persone normali. E alcuni di noi erano veramente così. Però. Vi va di ascoltare l’altra campana, per una volta? Potrebbe essere l’ultima.

Il motivo per cui ho cercato per tanti anni di restare anonimo, lo trovavate ieri in homepage sulla Repubblica. No, non ci sono io (grazie al cielo): però avrei potuto benissimo essere io, mi è andata bene. Invece c’è un’altra persona, con un nome e un cognome, che insegna in una scuola e ha il torto imperdonabile di scrivere le proprie opinioni su un blog. E siccome questo non costituisce ancora reato, il giornalista Marco Pasqua calca la mano, e si inventa che questa persona sia una negazionista, una che non crede allo sterminio degli ebrei. Non che sia vero. Basta leggere il suo blog. Ma Pasqua il blog non lo linca: virgoletta un sacco di citazioni, ma non rimanda alla fonte. Chi ha davvero voglia di verificare, cercherà. Per tutti gli altri Barbara Albertoni resterà una negazionista. C’è scritto in homepage sulla Repubblica, “La prof negazionista del Manzoni”, sarà vero, no? Perché nel pezzo si legge che tiene lezioni negazioniste al liceo Manzoni, no?

No. Nel pezzo c’è solo un mosaico di citazioni prese da un blog (e nessuna di queste nega l’evidenza dello sterminio degli ebrei). Nessun riferimento alle lezioni della professoressa Albertoni. Soltanto, verso la fine del pezzo, un “chissà”:

“E chissà se alcuni di questi concetti riescano a insinuarsi nelle sue lezioni”.

Già, chissà se si insinuano. Non lo sapremo mai.

Perché per saperlo ci servirebbe un giornalista vero. Uno che muova il culo e vada a intervistare gli studenti: è vero che la vostra prof è negazionista? Che discorsi vi fa? Sapete che ha un blog? Lo leggete? Eh, ma sarebbe faticoso.Virgolettare frasi qua e là da un blog è molto più semplice. Accusare un nome e cognome di negazionismo, facilissimo. Rovinare la reputazione a un dipendente pubblico: come fare due più due. Ho trovato sul blog che scrivi nel tempo libero delle frasette che non condivido. Questo mi fa pensare che tu non sappia fare il tuo mestiere. Lo scriverò su un quotidiano ad ampia diffusione nazionale…

L’Albertoni l’ha presa bene, buon per lei: non so come avrei reagito al suo posto. Quel che è sicuro è che avrei benissimo potuto essere al suo posto. Non importa ora quali opinioni abbia in comune con lei e quali no. Un bel giorno qualcuno decide che sono un negazionista, o un terrorista, o un pedofilo, e lo scrive sul giornale. Non è vero? Al limite qualche mese dopo ci sarà un trafiletto di rettifica a pagina trenta. Nel frattempo toccherà a me giustificarmi. Col dirigente, coi ragazzi, coi genitori, con gli ispettori del Ministero, con quelli del Comune: me la sbriglio io, del resto è colpa mia. Ho osato avere opinioni personali e scriverle, nel mio tempo libero, su un blog pubblico. Non si fa. Le opinioni vanno lasciate a quelli che sono pagati per scriverle. Hanno un albo, hanno l’assistenza legale, hanno uno stipendio, hanno un nome e un cognome. Possono permetterselo, loro. La libertà di opinione è roba per loro.

Non per noi. Oltre a non poter avere opinioni a scuola, sarebbe meglio che non ne manifestassimo nemmeno nel tempo libero. Perché, c’è differenza? Alla fine anche Pasqua, come l’onorevole Innominabile e gli amici della sua commissione anti-libri-di-testo-comunisti, sembra persuaso che la scuola sia una formidabile macchina di propaganda. Ma da quand’è che tutti questi signori non mettono il loro vero piede in una vera scuola? Fingiamo per un istante che sia tutto vero: che i libri di testo siano tutti approvati da una commissione congiunta Hamas – Quarta Internazionale, e che gli insegnanti di ogni ordine siano tutti affiliati a questa organizzazione comunista antisemita clandestina: anche in questo caso, non meriteremmo di essere giudicati per i risultati? E vi risulta che stiamo producendo una generazione di comunisti filopalestinesi? Forse varrebbe la pena di tenerci così, faziosi come siamo.

Però, davvero, secondo voi la scuola funziona così? Cioè: credete davvero che abbiamo tutto questo tempo per parlare di Intifada, di camere a gas, di Togliatti e Berlusconi? Avete mai dato un’occhiata agli orari, ai programmi? Avete un’idea di quante classi arrivano davvero a leggiucchiare le ultime cento pagine del testo di Storia? Ma lo avete capito che tutte quelle faziosissime frasi su Berlusconi e Togliatti non le leggerà nessuno; che quei capitoli arriveranno intonsi al macero; che ha già del miracoloso se un ragazzino di terza liceo è in grado di trovarla su una carta, la Palestina?

Ma mettiamo anche il caso estremo di un insegnante che decide di affrontare proprio quegli argomenti, e di affrontarli nel modo più fazioso possibile. L’avete mai conosciuto, un insegnante così? E vi ha mai convinto di qualcosa? Io non credo che l’Albertoni faccia propaganda antisemita nelle sue classi; ma penso che qualora cominciasse a farla, molti suoi studenti si convertirebbero all’ebraismo semplicemente per contraddirla. La scuola italiana è refrattaria alla propaganda: l’insegnante medio lo sa, e non ha davvero nessun interesse a mescolare le sue opinioni col suo mestiere.

Certo, ci saranno anche insegnanti faziosi e poco professionali. Ma non li si riconosce dai blog. Chi apre un blog molto spesso sta cercando proprio una valvola di sfogo, un posto confortevole dove gestire le proprie opinioni, lontano dalla classe e dal mestiere quotidiano: che non è quello di catechizzare classi di discepoli adoranti.

Le opinioni sono cose personali. Chi le esprime, si scopre. I ragazzi lo sanno, e ci provano sempre, a chiederti per chi tifi o per chi voti. Non è che siamo tutti delle cime, noi insegnanti, ma non siamo nemmeno tutti così fessi da scoprirci davanti a venticinque ragazzi che non vedono l’ora di metterti in discussione. È una banale questione di sopravvivenza: chi fa questo mestiere di solito conosce la differenza tra un’informazione e un’opinione. Non si può dire la stessa cosa di tanti giornalisti.

Poscritto. Mentre cercavo di buttar giù questa paginetta senza mandare al diavolo un’intera categoria di nomi-cognomi, ho appreso che Vittorio Arrigoni è stato rapito. Arrigoni è ben più di un “blogger”: ma quando i giornalisti se ne sono andati da Gaza, lui è rimasto là, e aveva un blog. Sono sempre i migliori che si ficcano nei guai. Mi unisco alla preghiera dei palestinesi che lo vogliono vivo e libero.

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76 risposte

  1. quell'articolo è da radiazione dall'albo

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  2. Eppure lo diceva anche Manzoni verso la fine del suo capolavoro, mettendo in bocca a Maria una replica perentoria a Renzo, ormai suo marito, che i guai non c'è modo di evitarli nella vita, malgrado tutte le possibili precauzioni che si possano prendere.
    Invece, tu sostieni l'opportunità dell'anonimato perchè ci sono carogne che non sanno fare il proprio mestiere e possono infangare il tuo nome.
    Se però accanto alle carogne ci stanno solo dei vili, allora davvero non c'è più speranza.
    Sottolineo questo punto perchè credo che questa sia la malattia, intendo la prima malattia dell'Italia, pochi prepotenti e criminali che agiscono indisturbati perchè non trovano ostacoli al loro agire da parte di una comunità che opera soprattutto sotto l'influenza delle proprie paure. E quando qualcuno alza la testa e dice basta, questi potenti lo schiacciano di fronte all'indifferenza generale.
    Naturalmente, ci sono anche ottime ragioni per mantenere in rete l'anonimato, ma tra queste non includerei la paura di finire in qualche guaio, quella non è mai una motivazione valida nella vita: come detto nel Vangelo, la vita bisogna essere disposti a perderla per trovarla.

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  3. giustissimo. condivido.

    solo un ma, sulla questione anonimato.

    e se a lanciare accuse infamanti non fosse un giornalista con nome e cognome, ma, appunto (come spesso capita) un blogger anonimo?

    se questo non fosse il solito insulto-sfogo al politico di turno, ma per esempio l'accusa ad un insegnante di essere un molestatore di ragazzini?

    magari a scriverla potrebbe essere uno studente bocciato che odia il prof.
    certo, questi potrebbe ricorrere alla polizia postale, denunciare ecc…
    Ma si sa come vanno queste cose, quell'accusa gli resterebbe appiccicata per sempre e sarebbe la sua rovina.
    ( ci sono notizie bufala che girano in rete da anni e anche se più volte sono state smentite c'è sempre chi ci crede…) .

    così, giusto come riflessione.

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  4. Hai ragione a tutto spiano. Soprattutto sui giornalisti protetti, e la non liberta' di pensiero.
    Rispetto massimo!

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  5. Sante parole sante quelle sugli insegnati che non hanno tempo di parlare delle proprie idee, ammesso che gli venga voglia di farlo in classe! Provate a svolgere un programma a caso, che ne so, da Galileo a Leopardi in una classe quarta liceo di 29 alunni di cui molti ripetenti, a interrogarli tutti più volte a quadrimestre, a fare e correggere almeno 8 compiti scritti in 9 mesi, a parlare di Divina Commedia a ragazzi che pensano che Dante sia inressante solo se lo fa Benigni, e a volte nemmeno in quel caso. Provateci, e vedrete che non avrete tempo nemmeno di averle opinioni personali quando siete in classe, figuriamoci il tempo di dirle!
    Tanta solidarietà alla collega Albertoni, che ha la sola colpa di far parte di una delle tante categorie da infamare e delegittimare per dimostrare che il governo sta facendo la cosa giusta!
    Che schifo!

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  6. ma un blogger se commette un reato di diffamazione, si può scoprire chi è. non è che se non metti il tuo nome e cognome in bella vista nessuno potrà mai scoprirlo. ci sono gli ip, i domini registrati ecc.

    poi sul fatto della professoressa, io sono andato a veder il suo blog, e gli ho anche scritto chiedendogli semplicemente se lei ha mai negato l'olocausto. e la sua risposta è stata un chiaro no mai.

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  7. l'insegnante è stato appena messo alla gogna anche dal tg5

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  8. Alla gogna?

    Ma state fuori? L'unico modo per “non essere messi alla gogna”, come dite voi, è non scrivere quelle porcate antisemite. Se non sapete trovarle, imparate a usare google.

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  9. Evitare di essere “frainteso” su certi argomenti è una questione di opportunità. Oggi ogni scusa è buona per demolire la scuola pubblica e mettere in cattiva luce la classe docente. Per questo sarebbe meglio che i docenti facciano uno sforzo per evitare di incappare in polemiche sterili che giustifichino i pesanti tagli di fondi e insegnanti nelle scuole. Infatti che le gite scolastiche o bloccate per protesta dei docenti non fanno notizia mentre un articolo (non l'ho letto) probabilmente vago fa alzare il dito della condanna. Forza prof. che il tempo vi darà ragione

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  10. Se pensate che a sto giro Repubblica ha ragione (e cmq non è tra i giornali peggiori) siete dementi.

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  11. Demente è chi difende una che scrive un blog pieno di immagini antisemite.
    A me il pezzo di repubblica non è piaciuto, perché avrei fatto un salto nella scuola (che poi viene fuori che i genitori di una studentessa hanno già denunciato la prof……). ma difendere quelle oscenità è da dementi

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  12. Massimiliano, ci potresti per cortesia indicare dove si trovano nel blog di Cloro le “immagini antisemite” di cui parli, e in cosa consisterebbe il loro antisemitismo?

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  13. Leonardo,
    tu in uno Sharon sul letto di morte paragonato ad una mummia cosa ci vedi?
    in una bandiera di Israele con la svastica?

    vattele a cercare le altre, a me quel posto fa schifo.

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  14. In uno Sharon sul letto di morte paragonato ad una mummia ci vedo esattamente uno Sharon paragonato ad una mummia: paragone un po' forte, ma in cosa consisterebbe l'antisemitismo?

    In una bandiera di Israele con la svastica ci vedo la svastica sopra la bandiera di Israele; lo interpreto come un paragone un po' forte tra la politica di supremazia razziale del terzo reich e quello che sta facendo Israele nei territori occupati; non condivido questo modo di tirare sempre fuori Hitler (che lo rende ancora più mito e meno Storia); ma no, non ci vedo lo psicoreato di antisemitismo.

    Però se vuoi provarmi a spiegare in cosa consiste secondo te questo psicoreato, te ne ringrazio: mi sa che se non imparo alla svelta vado nei guai pure io.

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  15. Criticare Israele = odiare gli ebrei: questa è l'equazione che il sionismo vuole forzare sull'occidente. Che poi, se i sionisti conoscessero l'etimologia della parola “semita” (o meglio: se avessero l'onestà intellettuale di spiegarla), la gente saprebbe che i semiti comprendono anche popoli arabi e altre minoranze del medio-oriente.

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  16. Leonardo, una persona che vede complotti sionisti dappertutto (e lo fa pure nell'articolo nel quale dovrebbe difendersi) credo che possa anche essere definita antisemita. Non importa che tu sia d'accordo con questa definizione, è certamente legittima (mentre non mi sembra affatto legittima l'accusa di negazionismo). Il punto è che questa questione dovrebbe essere tenuta fuori da quella della libertà degli insegnanti di professare le loro idee, non importa quanto deviate, quando non svolgono il loro mestiere. Mi sembra importante perché a mio avviso chiunque visiti davvero quel blog rischia di esserne urtato (è immondizia, diciamolo). Allora non edulcoriamo la realtà. La libertà d'espressione è sacra la stesso.

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  17. Nell'articolo in cui dovrebbe difendersi (se è questo: http://www.cloroalclero.com/?p=6196#more-6196) l'Albertoni fa presente quando e come ha già incrociato Pasqua, e ricostruisce il motivo per cui Pasqua poteva avercela con lei.

    Magari si sbaglia. Ma il complottismo dove sta? Nel sostenere che su Facebook ci sono gruppetti di sionisti?

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  18. Maria? Signore…

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  19. urca, ha scritto una decina di post da ieri. io intendevo questo: http://www.cloroalclero.com/?p=6145

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  20. Thomas Morton, per capirci: che intendi per “antisemita”?, perchè nel link che copincolli io di antisemita non ci vedo nulla.

    La parte relativa alla “lobby sionista” – ad occhio e croce un ventesimo dell'articolo – è solo una semplice critica allo spazio, sproporzionato ed inopportuno agli occhi di chi stava scrivendo, che i giornali nostrani riserverebbero agli intellettuali filo-israeliani. Dunque, sempre per capirci: che intendi per “complotto”?

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  21. scusate, ma uno per essere antisemita deve scrivere ebrei merda?
    fatelo uno sforzo, leggetevi le schifezze degli anni passati. usate google. ce la potete fare.

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  22. “Usate google”.
    Ah sì, google, conosco, è un bel motore.
    Ma cosa ci dobbiamo digitare? “Frasi antisemite di Clororalclero”?

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  23. controllano la stampa, controllano la finanza, presto annienteranno la nostra razza… lasciamo perdere, non sono intervenuto per parlare male di cloroalclero, non mi sembra il momento. potrei linkare cose che ho letto in passato che mi hanno fatto incazzare, ma il fatto è che in questo frangente preferirei esprimergli, nonostante tutto, solidarietà (senza raccontare balle, però)

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  24. Ho visto il blog in questione.
    La signora non mi piace, non mi piace il suo blog e non mi piacciono tanti commenti ai suoi post. Non entro nel merito perché non voglio esagerare con parole grosse. E io alla mia “tranquillità” ci tengo.

    Detto questo non ho capito: il problema è il blog? E' che lei è un insegnante? O è che lì fuori è un brutto mondo e ogni tanto ce lo dimentichiamo?

    Cioè metticasoche io lavori in fabbrica. E che abbia un blog. E che su quel blog inizi a scrivere, che so, che mi piacciono le famiglie numerose e ne vorrei una, e magari che sono militante sindacale e che solidarizzo con forme di lotta anche estreme. Metti che lo scopra il mio datore di lavoro.
    Non mi licenzia, per non mettersi nei casini, ma probabile che alla prima riduzione del personale la prima ad essere cacciata sia io. O forse sono io che penso male.(?)

    Chi ne esce malissimo da tutta la faccenda è comunque il giornalista. E penso che il cattivo giornalismo sia una piaga in questo paese (che poi son diventata brava e li sgamo subito: stavolta mi è bastato leggere il titolo dell'articolo per decidere che non valeva la pena andare oltre).

    Poi son d'accordo con Thomas Morton. Ci sono leitmotive ricorrenti nel blog che mi convincono assai poco. E a sentire la parola “lobby” mi esce l'orticaria istantanea. Fermo restando che questo non giustifica quel che è avvenuto.

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  25. Guardate che una lobby è una cosa banalissima: un gruppo di pressione. Fare lobbying è perfettamente legale e, entro certi limiti, rispettabile.

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  26. No, però un attimo.
    Qui – o almenpo così capivo io – è in discussione l'articolo di denuncia alla signora; per cui se quello che scrive la suddetta signora ci piaccia, ci paja verosimile o ci faccia schifo, non rileva minimamente.

    Riassumendo:
    1. questa tizia viene accusata a mezzo stampa di propalare antisemitismo e/o negazionismo sul suo blog;
    2. Leonardo dice che non è vero, e vi sfida a fornire degli esempi a suffragio delle accuse.
    3. cercate con Google, non vado manco a vedere chè mi fa schifo ma se solo andassi vi potrei seppellire di negazioni ed antisemismi.

    Ora, non è che qui ognuno abbia diritto di intendere le parole a proprio piacimento – o meglio ce l'avrà pure, ma allora non so se voglio discuterci.
    Per cui è semplice: l'accusa rivolta alla signora è corretta o no?, la signora nega l'Olocausto (la morte di qualche milionata di ebrei ad opera del terzo reich) oppure piuttosto distingue alla Finkelstein tra olocausto ed Olocausto, o esprime perplessità tecniche su una particolare modalità di esecuzione dei prigionieri, etc etc?, la signora dice che il giudeo eterno complotterebbe da sempre per ottenere il dominio il mondo o semplicemente contesta la politica estera di Israele, critica l'eccessivo spazio che la stampa concederebbe agli amici di Israele, impreca contro l'eccessiva mano libera che la comunità internazionale concederebbe ad Israele, etc etc? Perchè si tratta di cose molto diverse, almeno per quanto mi riguarda.

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  27. Salve sono la prof killerata in questione. Pasqua ha fatto un'operazione infame, dcendo che io sarei negazionista perchè avrei affermato che l'Olocausto è “un mito”. Peccato che io abbia detto “Mito fondativo”
    http://www.cloroalclero.com/?p=6222
    In ogni caso quest'operazione è inquisitoria e indegna di qualunque paese democratico. Potrei chiedere asilo politico, a sto punto
    barbara albertoni

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  28. Ok, è stata una porcata, sono d'accordo. Però almeno io ho scoperto cloroalclero.com (complimenti per il dominio ! 🙂 ) Grazie

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  29. date le polemiche e il polverone che la prof sta sollevando, parlando di complotto ebraico, mi sono andata a rileggere il pezzo. e c'è scritto: “Sulla tragedia dell'Olocausto Cloro non ha grossi dubbi: “È il mito fondativo del sionismo”.
    Mi sa che la prof oltre a non sapere scrivere non sa neanche leggere.

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  30. x Carlotta: in diversi post hanno proprio detto che ho considerato l'Olocausto “un mito” nel senso di “leggenda”. Ed è su quest'affermazione che si basa la falsa accusa di negazionismo
    BA

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  31. x la prof. Albertoni: E' vero che non ha voluto replicare al tg5 o se lo sono inventato ?

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  32. Che c'entrano ora gli altri blog? Qua parliamo dell'articolo, che non cita mai altri blog, ma prende solo frasi dal suo sito. Frasi non inventate, perché poi sono andata a verificare pure io.

    E comunque, se proprio voleva aggiungere qualcosa, poteva farsi intervistare dal Tg5. Alla fine del servizio hanno detto che lei si è rifiutata di parlare.

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  33. @ atlantropa, io sono andata a leggerlo il blog, quello che ci ho trovato non mi è piaciuto, punto. Non è che posso farmelo piacere per forza solo perché a chi lo scrive è stata fatta una carognata.

    @ leonardo: lo so, ma ciò non toglie che molti vedano una lobby come un gruppo di potere più meno occulto che ha il potere di influenzare il governo e l'opinione pubblica a discapito dei diritti della maggioranza(magari).

    * * *

    Poi discutere nei dettagli dei contenuti di un blog su un'altro blog mi sembra inutile, se ho voglia di litigare vado là.

    Per il resto penso sarebbe più utile parlare della cosa in un ambito un po' più generale. Sul fatto ad esempio che come bloggher sono attaccabile: se esprimo le mie idee facendo militanza in un partito o in un sindacato, e magari andando in piazza sono in qualche modo “protetta”, se le mie idee le scrivo su un blog no.

    E ancora sul fatto che un avvocato, un ingegnere, un manager (e non parlo di giornalisti o politici) può dire e fare quello che vuole (con uno stipendio più alto del mio, a parità di laurea) invece all'insegnante è richiesta l'immacolata verginità. E neanche a tutti allo stesso modo, che son sicura che se uno ha la cattedra di matematica e fisica può pure essere quasi neonazista senza che gliene freghi alcunché a nessuno.

    Insomma secondo me ci si dovrebbe muovere su altri fronti. Quella sui contenuti della rete e una matassa di cui prima o poi si dovrà trovare il bandolo.

    E un'altra cosa da fare è smitizzare la figura dell'insegnante, portandolo magari ad essere un lavoro e non una pia vocazione.

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  34. Carlotta, anche l'impresa dei Mille è uno dei miti fondativi della nazione italiana. Affermarlo significa negare che i mille siano salpati da Quarto e arrivati al Volturno?

    E rifiutarsi di farsi mettersi alla berlina sul tg5 rappresenterebbe un'ammissione di colpa?

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  35. eva, la prof in questione – che sta sguinzagliando i suoi quattro amichetti – censura ogni voce di dissenso. come se questo cancellasse le cavolate che ha rifiutato.

    leonardo, parlare al tg5 è un modo di replicare. di dare la propria versione dei fatti. molto meglio di deliranti post, pieni zeppi di cazzate aggressive. inoltre, vedo che continui a non voler vedere l'antisemitismo della docente. sfogliati il blog, ma sul serio.

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  36. @ Carlotta, adesso non fami tu quella paranoica. Un blog non è nè un servizio pubblico, nè una testata editoriale. E uno a casa sua può decidere chi far parlare e chi censurare, specie se si continua a dibattere su un argomento sterile.

    Sul discorso Tg5 secondo me ha fatto benissimo a non rilasciare dichiarazioni. Se qualcuno vuol sapere cosa pensa la Albertoni sul suo blog c'è scritto nero su bianco. Poi si può dissentire o essere d'accordo, ma per cosa è chiamata in causa la signora? Per essere una insegnante? Per avere delle opinioni, magari anche discutibili?
    E a quelli che dicono al bar che è giusto picchiare gli omosessuali o che si dovrebbe sparare ai barconi che arrivano a lampedusa, a quelli che fai? Li vorresti schedare?

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  37. Assurdo. Cos'è non sarei degna di insegnare perchè SUL BLOG (mica in classe) parlo di lobby filoisraeliana? Esiste uno scritto (mai demolito scientificamente) di Mersheimer e Walt “the israel lobby che ne parla. Non è un “complotto giudaico”: vi sono in essa moltissimi elementi cristiani (e cattolici) che vi appartengono.Norman Finkelstein che è stato allontanato dal'insegnamento, ha apertamente accusato “the israel lobby” (american radical). E a mio avviso, quello tsunami di fango che mi sta investendo è la versione italiana di quella lobby: un gruppo di persone in grado di influenzare i media, le istituzioni e le scelte politiche di un governo. Allo scopo di favorire vantaggi di vario tipo allo stato di Israele.
    Che c'è di criminale a dirlo? spiegatemi.
    cloro

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  38. Per quel che riguarda il “mito fondativo” vi riporto la definizione che Gabriel Ash (ebreo dissidente, fuggito da Israele per incompatibilità con il sionismo)conio' quando Segoulene Royal, candidata alla presidenza francese, rifiuto' di incontrare i rapppresentanti di Hamas:
    “L’Olocausto, è la più efficace arma nelle mani di coloro che sono fautori dello scontro di civiltà. Se la memoria del nazismo, in occidente, puo’ far sì che un politico francese si astenga dall’incontrare dei rappresentanti politici palestinesi democraticamente eletti, significa che l’Olocausto è diventato uno strumento più che efficace nell’arsenale della segregazione dell’apartheid globale”
    Questo è il significato dell'Olocausto da me criticato. Non giammai una ridiscussione degli eventi della Shoah, di cui nel mio blog non v'è acuna traccia
    cloro

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  39. Bah, per come la vedo io non è in questa sede che si dovrebbe discutere se l'Olocausto sia o meno un/il mito fondativo di Israele.

    Peraltro storicamente non lo è mai stato, a meno di non voler dire che Sternhell – uno che sul tema ci ha scritto un libro – è un'idiota, che la polemica di Pappè sul massacro di Tantura era un pour parler accademico, e che nemmeno Ben Gurion sapeva quel che diceva quando nel rifiutare l'implementazione del piano di partizione richiamava i morti della guerra di indipendenza e non quelli dell'Olocausto.

    Certo i miti fondativi nel tempo cambiano; ed anzi proprio Finkelstein, ne L'industria dell'Olocausto, mostra come il numero di riferimenti all'Olocausto negli atti di varie associazioni ebraiche diventi particolarmente significativo solo dopo il 67.

    Ma tutto ciò non rileva minimamente.
    Qui abbiamo un'accusa di antisemitismo/negazionismo.
    Chi è d'accordo con l'accusa, invece di farci partecipi della sua indignazione o delle sue perplessità, potrebbe semplicemente portare delle prove.

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  40. Bravo Leonardo e grazie, sia per il senso complessivo del post che per aver richiamato l'attenzione su quell'articolo di Pasqua, cui ero tentato inizialmente di prestar fede (dàgli al negazionista!) ma di cui leggendolo si sentiva il puzzo di disinformazione lontano un miglio.
    Ho espresso solidarietà alla signora.

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  41. Ho capito, ma l'impianto dell'accusa è quella. A mò di Giordano Bruno mi han detto: “TU SCRIVI che l'olocausto è un mito. QUindi neghi” è importante che si capisca in che modo parlo dell'olocausto nel mio blog

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  42. @ Carlotta
    Mi pare non abbia chiari i termini della questione.
    Chiunque può essere facilmente accusato di antisemitismo, spesso basta non condividere in toto le politiche d'Israele, ma non è questo in ballo.
    L'accusa di “negazionismo” è molto più precisa: significa persona che nega l'esistenza o la gravità dello sterminio degli ebrei, di questo è stata ingiustamente accusata la prof.ssa, che non l'ha affatto sostenuto, a quel che si legge nel suo blog.
    Sarà antisemita (o meglio anti Israele) ma negazionistra no.
    E' stata quindi una vera e propria calunnia da parte del giornalista.

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  43. Quella di antisemitismo non è un'accusa da dimostrare, non è un'affermazione su uno stato di cose, è un atteggiamento nei confronti di un gruppo di persone che per alcuni traspare da certi scritti. Proprio per questo, d'altronde, non si può processare una persona perché a nostro giudizio nutre certi sentimenti, e qui siamo tutti d'accordo, spero.

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  44. Bravissimo Thomas. Condivido in pieno la questione antisemitismo.

    La docente, a mo' di bimba presa con le mani nella marmellata, ora si affanna a puntualizzare, a spiegare. Ci poteva pensare prima di scrivere quelle cose.

    Io sarei stato ancora più duro.

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  45. Quindi state dicendo che l'antisemitismo è funzione dell'occhio di chi guarda, è un'atmosfera che solo gli spiriti fini possono percepire – i geometrici invece si rassegnino, far loro esaminare quei “certi scritti” sarebbe solo una perdita di tempo.

    Che stupido sono stato a voler capire: pensavo ai pogrom, ai perfidi giudei, ad Adrono ed Horkheimer; invece si stava discutendo di roba onirica, suggestiva, riservata ai poeti.

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  46. No Atla, l'antisemitismo naturalmente esiste e può essere virulento, ma non non ci sono metri di giudizio precisi che ne permettano inequivocabilmente l'individuazione, mentre per il negazionismo sì: chiunque neghi o sollevi consistenti dubbi sullo sterminio lo è senza dubbo alcuno.

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  47. Ok, quindi se capisco bene chiunque può dare in libertà dell'antisemita a chiunque altro semplicemente perchè l'ha percepito nel suo animus, senza dover fornire alcuna spiegazione.

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  48. La stessa parola mito ha comunque più significati. Leggendo per esempio dal dizionario del corriere:

    http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/M/mito.shtml
    si evidenzia che può significare:
    – Idealizzazione di un evento, di un personaggio, di una situazione.
    – Fatto o opinione che non corrisponde alla realtà
    Per me il dibattito è chiuso.

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  49. La stessa definizione di mito ha più significati. Per esempio dal dizionario del corriere,

    http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/M/mito.shtml
    può significare
    – Fatto o opinione che non corrisponde alla realtà
    – Idealizzazione di un evento, di un personaggio, di una situazione: personaggio o fatto che assume proporzioni leggendarie nell'immaginazione popolare
    che è esattamente ciò che dice Cloro

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