Vorrei poter dire che le reazioni alla paternità di Nichi Vendola mi hanno sorpreso e un po’ scandalizzato – soprattutto quelle venute da sinistra – ma purtroppo non è così. Si tratta di reazioni prevedibilissime, quasi automatiche, che spiegano abbastanza bene perché l’Italia ha una legislazione molto arretrata su questi temi (no, non è colpa di Adinolfi o delle sentinelle in piedi: loro al massimo ne approfittano, come è giusto che la squadra di tiro alla fune scarsa ma costante approfitti di un avversario che non ha capito da che parte bisogna tirare).

Chiariamo subito la mia opinione: per me non si può e non si deve impedire a nessuna persona in possesso delle sue facoltà di avere un figlio, e quindi nemmeno a Vendola. Non lo chiamo esattamente diritto, non credo che la collettività debba adoperarsi perché chiunque possa avere un figlio; ma se qualcuno vuole averne uno, coi mezzi che la tecnologia oggi consente (maternità surrogata), non credo nemmeno che la collettività si debba mettere in mezzo.

Non ritengo peraltro che ne sia capace, nei tempi medio-lunghi: sul serio credete di poter impedire a chi porta un utero di disporne come vuole? Come intendete recintarli, esattamente, questi uteri? Non si era appena deciso che appartenevano alle portatrici? Io la penso così, e in seguito cercherò di difendere questa opinione senza insultare chi la pensa diversamente. Non sarà semplice, perché davvero, nulla mi infastidisce più di un prepotente: e quando arriva qualcuno a spiegarmi che la sua idea della genitorialità è l’unica giusta, e che gli altri dovrebbero essere genitori soltanto alle condizioni dettate da lui, ecco: a me questa sembra prepotenza. Io non vengo a dire a voi come dovreste essere genitori. Se non volete figli in provetta, non fateli.

Paradossalmente, mi arrabbio meno coi cattolici. Loro perlomeno sanno quello che vogliono e soprattutto quello che non vogliono. Le loro opinioni sono basate su assunti non dimostrabili, ma coerenti: per loro la libertà della donna di disporre del proprio corpo viene dopo il diritto del nascituro. Quest’ultimo, malgrado debba ancora nascere, secondo i cattolici ha idee molto chiare: desidera una famiglia naturale composta da almeno un padre e la madre. Loro la pensano così, e si comportano di conseguenza. Se vinceranno loro, l’utero sarà effettivamente recintato e riassegnato a un Ente morale che col pretesto di impedire “l’affitto” veglierà affinché nessuna portatrice ne disponga troppo liberamente. La stessa definizione di “utero in affitto” tradisce il disprezzo degli eredi degli antichi padroni, che possedendo tutto non avevano bisogno di affittare nulla. Ma insomma quella è la direzione in cui tirano la corda, e secondo me è quella sbagliata: quindi tiro dall’altra parte. A volte mi lamento perché barano (tutta l’offensiva sul “gender“), ma non li biasimo certo per il fatto che stiano tirando in direzione opposta alla mia. È lo scopo del gioco.

Nutro viceversa un’insofferenza crescente per chi ha deciso di stare dalla mia parte ma forse non ha capito dove stavamo tirando: e adesso sta lì, si guarda smarrita e impiccia i compagni di squadra. Davvero, se per voi il nascituro ha il diritto naturale di avere un padre e una madre, dovreste passare dall’altra parte. Non è niente di personale. Se appena scoprite che da qualche parte nel mondo una donna ha deciso di ospitare per nove mesi un nascituro dovete immaginare che ci sia stata una costrizione – se siete sicuri che Vendola e il suo partner abbiano pagato, e trovate che pagare in cambio del temporaneo e consensuale uso dell’utero equivalga alla mercificazione del corpo – evidentemente ritenete che esista nel corpo qualcosa di sacro che quel corpo non può gestire in autonomia.

E allora, scusate, cosa ci fate qui? Vi servirà un Ente morale che decida cosa si può vendere e cosa no, cosa si può affittare e cosa no: le braccia sì, altrimenti non avremmo agricoltura nemmeno nei nostri campi di pomodori; le corde vocali sì, altrimenti io non potrei sopportare di ricevere uno stipendio. I reni, forse? Ma perché non avete mai denunciato la mercificazione dei reni? non è un po’ sospetta questa cosa? L’utero, sicuramente. L’utero per voi è sacro, l’utero non può essere gestito dall’individuo, davanti all’utero si deve sospendere qualsiasi forma di economia? Ok, allora scusate, avete sbagliato squadra.

Quelli che credono nelle cose sacre sono dall’altra parte: quelli che pensano che l’economia non sia semplicemente il modo in cui gli uomini gestiscono gli scambi tra loro, ma una degenerazione di quel bello stato di natura in cui al limite si barattava un pesce per un pomo, sono di là. Sono anche ben organizzati, hanno una gerarchia che si difende bene, e tuttavia non preoccupatevi: sono molto ospitali con le pecorelle smarrite. Sedicenti comunisti che rinnegano l’economia, sedicenti femministe favorevoli a recintare l’utero e a regolarne i comportamenti: cosa state facendo ancora qui? Scusate, ma noi saremmo quelli progressisti: magari ci poniamo qualche problema su come andare avanti, ciò non toglie che è avanti che vogliamo andare. Voi invece avete in mente l’eden del matriarcato, magari con un po’ di baratto. Non ha neanche senso litigare. Diciamo che c’è stato un grosso equivoco, e ognuno proceda per i fatti suoi.

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109 risposte

  1. non so, così è un po' semplice. non si può discutere della cosa senza trovarsi in una delle due squadre di tiro alla fune? tipo quando ero incinta mi facevano ascoltare la musica rilassante, parlare con la panza, spalmare dalla mia dolce metà qllo schifo di olio alle mandorle perchè erano belle sensazioni che al pupo arrivavano… si erano sbagliati? scherzavano? tutto quello che ci hanno sempre detto, del legame che si crea in utero, erano menzogne plutocattomassoniche? Oppure magari non è il massimo per un neonato essere allontanato dall'utero?
    OK, non per forza dev'essere allontanato: esempio, Nichi e Nonsoilnome sono grandi amici della portatrice in utero di Antonio Tobia, e lei farà parte della vita del bambino. E se tra 5 anni litigano insanabilmente e non vogliono vedersi mai più?
    dice: tutte queste cose possono succedere anche a un bambino nato da una “famiglia naturale”, si muore di parto ancora oggi, anche in Italia. Ok ma POSSONO. Già tirare su un bambino è orrendamente complicato e come ti muovi ti sbagli, c'è bisogno di aggiungere una categoria di errori possibili?
    Quanto poi al ragionamento di “se non puoi impedirlo, tant'è legalizzarlo”, beh allora bisognerebbe legalizzare prima l'omicidio: in fondo quello risale a Caino e Abele, mentre per la maternità surrogata bisogna aspettare Abramo, Sara e Agar 😉
    scrivo tutte queste cose non con le risposte in tasca, ma semplicemente esprimendo dei dubbi e delle perplessità di cui non riesco a trovare il bandolo, anche perchè confesso di sentirmi un po' confusa dalle due squadre che strillano MEDIOEVOOOOOOOOOOOOOOOO e ULTRAPROSTITUZIONEEEEEEEEEEEEEE.
    A spanne, sono fuori posto in entrambe.

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  2. Cara Io Me non si può sempre (fare finta di) stare nel mezzo. Anche perché Manzoni ci insegna che chi mette la virtù nel mezzo, poi in genere questo mezzo lo pone dove già è arrivato lui e ci sta comodissimo.

    Il tuo ragionamento ha almeno due punti deboli. Cominciamo dal primo: “Allora, a 'sto punto, legalizziamo anche l'omicidio”. Ma, vedi, in genere nell'omicidio una delle due parti non è assolutamente d'accordo. Uno fa un danno, un altro lo subisce. Qui invece parliamo di persone adulte, che sono tutte d'accordo e nessuna delle quali riceve un danno.

    A meno che tu non ritenga che un danno lo abbia il bambino. Questo però è contrario a dutti i dati scientifici disponibili sull'argomento.

    Quindi tu stai chiedendo che a degli adulti liberi venga impedito di vivere sulla base delle loro aspirazioni in base ad una opinione tua personale senza alcuna base obiettiva.

    E non ti pare un atto di sopraffazione?

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  3. Ciao Leonardo, è un po' che devo scrivere questa cosa, e la scrivo qui perchè altrove sarei coperto di insulti, o (nella migliore delle ipotesi) non verrei compreso. Però è un pezzo che ti seguo, e di te e dei tuoi lettori mi fido.
    Allora adesso ti spiego: io sono un genitore adottivo, nel senso che da un paio di anni sono diventato il papà di un fantastico bimbo russo, il più bello di tutti come giustamente dici tu, che è stato abbandonato alla nascita dalla madre, alcolizzata. Tra l’altro è nato prematuramente, perché “la signora russa” (ci hanno suggerito di chiamarla così) quella volta era ubriaca fradicia.
    Nel percorso che ci ha portato a diventare i genitori del nostro bimbo (ah, sono etero, ma non è molto importante) abbiamo avuto ed abbiamo costantemente colloqui ed incontri con psicologi, neuropsichiatri, assistenti sociali, dirigenti scolastici ed insegnanti preparati all’uopo, e che ci hanno fatto una capa tanto. Il punto importante è: come faremo a spiegare a nostro figlio che la sua mamma biologica (la signora russa) lo ha abbandonato? Perché sarà il punto cruciale della sua (e della nostra) vita, sarà un riferimento costante, sarà una consapevolezza che si porterà dietro per sempre, e bisogna sperare che che il nostro amore sia sufficiente a fargli superare il trauma, e che la sua adolescenza non sia demolita da questa cosa, e che non gli sia di peso, eccetera eccetera. Negli incontri con altri genitori adottivi abbiamo ascoltato lettere di adolescenti con istinti omicidi nei confronti della mamma bio, lettere così cariche di odio da essere insopportabili, da non poter credere vere.
    Io sono uno di quelli che vorrebbe tirare la corda dalla tua parte, e sono convinto che tutti debbano avere uguali diritti, e che se vogliamo veramente stare dalla parte del più debole (i bambini) piuttosto che l’abbandono va benissimo anche una coppia formata da due uomini, due donne, un uomo ed una cassapanca, una donna ed un posacenere. Sicuramente avranno più capacità genitoriali di un Istituto, o una Casa Famiglia come si chiamano qui in Italia.
    Però, senza nessuna verve polemica, mi chiedo e ti chiedo se hai idea di cosa penserà il figlio di Vendola quando si chiederà perchè è stato tenuto in grembo da una donna che poi lo ha abbandonato.

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  4. È qui il punto di partenza errato: questa donna non l'ha abbandonato

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  5. se è abbastanza furbo a un certo punto (dopo la fase “sono figlio naturale dell'ImperatoreDiTutteLeGermanie e sono stato rapito da una strega cattiva e scaricato qui” – ci passiamo tutti) si renderà conto del fatto che la vita va così. se non è abbastanza furbo avrà anche altre turbe, non sarà colpa dei genitori adottivi e/o biologici e insomma tanto peggio per lui.
    la vita va così anche se non ci credi.

    (quanto a te: complimenti. ai miei occhi sei un vero eroe)

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  6. caro Leo hai dimenticato l'”opinione” di quelli come Fuffaro,Rizzo e molti grillini/noeuro, secondo cui l'utero in affitto (e più ingenerale i diritti civili) sono un passatempo borghese per distogliere l'attenzione del popolo dalle malefatte della finanza o della Germania

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  7. (quanto al danno al bambino, si ricorda a tutti che “è funesto a chi nasce il dì natale”)

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  8. @Zagabart
    io la risposta non la so ma se già non lo conosci ti consiglio di leggere la rubrica su Internazionale di Rossi Marcelli, un padre gay con figli ottenuti da una madre surrugata canadese (mi pare).
    http://www.internazionale.it/tag/autori/claudio-rossi-marcelli

    qua c'è la sua risposta http://27esimaora.corriere.it/articolo/ho-messo-al-mondo-i-loro-tre-figli-e-ora-ci-sentiamo-una-famiglia/

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  9. L'economia, per una persona di sinistra, è semplicemente il modo in cui gli uomini gestiscono gli scambi tra loro.

    Sicuro sicuro? Tutto qui?

    Non so perché ma mi pare di scorgere un po' di confusione tra i punti di vista di Macintyre e Marx. Ma probabilmente è un mio problema.

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  10. @ Marino Voglio: sei molto gentile e ti ringrazio, ma ti assicuro che ne io ne gli altri genitori adottivi siamo eroi, molti di noi sono anche persone assai sfigate.
    @Hannibal: ho letto l'articolo (su 27ma ora), ma sinceramente faccio fatica a credere che sia tutto ok, che nessuno dei bambini si sia mai posto o si ponga domande, io ho i sudori freddi tutte le volte che mio figlio chiede alla mamma se può mangiarlo per tenerlo nella sua pancia, perchè significa che ci stiamo avvicinando alla domandona, e allora bisognerà rispondergli bene, se no saranno caxxi amari.

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  11. Dai davvero vendere-cedere- regalare un bambino non è aberrante? Pagare una poveraccia alla fame, o far firmare un contratto ad una donna benestante per fare da forno non è disumano? Davvero non ci si immedesima per un secondo in una persona che scopre di essere stata “ordinata” e poi portata via da chi l'ha partorita (perché c'era un contratto? aveva cambiato idea? cosa l'ha spinta a farlo?).
    Libertà sul proprio corpo certo, ma il bambino che partorisci non è il tuo utero o il tuo corpo, lì stai decidendo della vita di un altro.
    Il dramma è sdoganare il concetto: se rendiamo l’utero in affitto normale allora io che non sono ricca non andrò in America, che è troppo costoso, ma in paesi dove costa meno. Cosa me ne frega se la donna lo fa gratuitamente o a pagamento? Il corpo è suo, no? Chi sono io per giudicare? O qui ci mettiamo a fare della morale?
    E se mi partorisce un bambino malato? Io certamente non lo voglio. Ho ordinato un bambino sano, non merce fallata. In passato è già capitato in Thailandia che un gemello sia stato lasciato alla madre surrogata –povera- perché down. In questi casi che facciamo?
    Si è posto bene la domanda di Zagabart: cosa penserà un bambino quando scoprirà di essere stato ordinato e poi dato via? Di essere stato creato appositamente per essere dato via? Se mi immedesimo in quel bambino io odierei a morte i miei genitori. Mi sentirei una merce in mano a persone senza morale. Esattamente il contrario di quel che penserei se avessi un genitore come Zagabart. Di cosa potrei accusarlo? Di avermi dato una famiglia al posto di un istituto? Mi chiederei sicuramente chi era mia madre e perché mi ha abbandonato, ma certo non potrei colpevolizzare chi mi ha cresciuto.
    Avere dei figli non è obbligatorio. Se l’unico modo in cui li puoi avere è immorale ad un certo punto ti metti l’animo in pace. E a dirlo è una donna, atea, che nella vita voleva solo avere dei figli. E che non ne ha. E siccome non li posso avere in maniera legale/morale, e capisco che il periodo egocentrico è finito, prendo atto, da adulta, e passo oltre. Ci si batta invece perché le adozioni siano burocraticamente più snelle e aperte a tutti: gay, single e coppie di fatto.
    E non è necessario recintare gli uteri, è sufficiente fare in modo che tale pratica non venga autorizzata in Italia (è immorale ovunque, sia chiaro, ma abbiamo poca voce in capitolo sulla legislazione estera) e che naturalmente non vengano riconosciuti i bambini “importati” dall’estero.

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  12. @Zagabart: Io spero (e auguro a tuo figlio) che per le adozioni accada alla lunga quello che, per fortuna, è accaduto ai figli di divorziati nel corso degli ultimi 30 anni, durante i quali ci si è resi conto che il trauma della separazione è proprio piú dei genitori che dei figli: non appena i numeri renderanno la condizione dei bambini con due mamme e un papà (piú o meno assente), o due papà e una mamma (piú o meno assente), un aspetto comune della vita quotidiana, non appena in tutte le prime elementari ci saranno quattro o cinque bambini con una storia del genere alle spalle, i (presuntamente innati) traumi dell'abbandono in culla diventeranno molto meno forti.

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  13. e quali sarebbero i “dati scientifici disponibili sull'argomento”? Ho letto diversi studi che dicono che per un bambino non è affatto un problema crescere in una famiglia omogenitoriale; nessuno che dica che per un bambino non è un problema essere separato dalla madre biologica (o dalla proprietaria dell'utero che l'ha portato). Se ce ne sono, mi piacerebbe leggerli – sinceramente, non voglio essere provocatoria, non ho fonti che dicano che al bambino sta separazione faccia un baffo. Ho fonti (come ho detto) che dicono il contrario, quando l'utero era il mio mi hanno fatto una testa quadrata sul legame che si crea. Se mi sbaglio sarò felice di essere smentita.
    peraltro, per chiarire la mia posizione, ho perplessità anche sulla posizione opposta: posto che per due etero fertili the sky is the limit e nessuno mette becco su come e quanti figli facciano (è di questi giorni la notizia di uno che ha piantato la moglie senza i becco di un quattrino con QUATTORDICI figli), è un'aberrazione che ci si senta in diritto di dire a qcuno che NON PUò volere un figlio fatto del proprio materiale genetico, che AL MASSIMO se proprio proprio può ADOTTARE, come graziosa concessione (questo senza alcun disvalore per l'adozione sia chiaro). Sono matasse molto complicate, fatico a trovare il bandolo, e il dettame “o con me o contro di me” non mi aiuta.

    PS evidentemente, nemmeno qui sono stata capita. Io non sto CHIEDENDO un bel niente, solo qualche informazione per capire meglio.

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  14. “E che naturalmente non vengano riconosciuti i bambini “importati” dall’estero.”
    Sempre per tutelare i diritti del bambino, suppongo.

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  15. Oh, bene. Magari qui si riesce anche a fare un dialogo sensato.

    Leonardo: nell'ansia di tirare la fune dalla parte giusta (che, sia chiaro fin da ora, è la parte giusta anche per me), qualche dettaglio mi sembra ti sia sfuggito. “Vi servirà un Ente morale che decida cosa si può vendere e cosa no, cosa si può affittare e cosa no”. Non credo ci sia bisogno di un Ente morale con la maiuscola per capire che la prima cosa da considerare non è cosa si può vendere e cosa no, ma quali siano le condizioni della vendita, e soprattutto quali siano le condizioni di bisogno, assoluto o relativo, e di consapevolezza – in ultima analisi di libertà di scelta intesa nel modo più generale -dell'eventuale venditore. Altrimenti, diventa lecito affittare anche le braccia dei minorenni o degli immigrati clandestini a tre euro all'ora.
    Poi, senza tirare in ballo la sacralità dell'utero, un po' di laici scambi di ormoni e un minimo di umana empatia con un qualcosa che ti sta nella pancia per nove mesi magari un po' contano (io perlomeno, in quanto uomo e quindi escluso a priori dall'esperienza, mi porrei almeno qualche domanda a proposito). E già solo per questo un minimo di prudenza in più rispetto all'affittare braccia per cogliere pomodori o imbutire lamiere di auto mi sembra giustificata.
    Queste però penso siano ragioni in più – e non in meno – per rendere (se possibile ovunque) legale la pratica della maternità surrogata, con regole certe e tutele ben precise per la parte che rischia di essere la più debole (la portatrice). Ché il mercato sarà pure “semplicemente il modo in cui gli uomini gestiscono gli scambi tra loro”, ma lasciato a sé stesso ha la deprecabile tendenza a usare la sua mano invisibile per prendere invariabilmente a mazzate i più deboli a favore dei più forti e ricchi.

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  16. Però, sai, non è corretto chiedere dimostrazioni quando non si ha la possibilità di darne per sostenere le proprie tesi.
    Sulla questione dell'imprescindibilità del legame tra madre biologica e figlio, si sono sempre sentite un sacco di cose, buona parte delle quali sono francamente sciocchezze. Mozart sulla pancia della mamma, essenze profumate, perfino gli orgasmi della madre farebbero un gran bene al nascituro.
    Ma ci sono studi seri su queste cose? Abbiamo preso due bei gruppi eterogenei di donne, al primo dei quali abbiamo fatto ascoltare Mozart, essenze profumate e orgasmi quotidiani, mentre all'altro niente e poi abbiamo verificato a distanza di anni lo sviluppo dei rispettivi figli?
    Non ne sono sicuro, ma ho paura che questi studi non ci siano, e se mi sbaglio dovresti provare a farceli conoscere tu, perché di fesserie sulle riviste “Io & il mio bambino” che ne sono a bizzeffe.
    E invece di studi sullo sviluppo di figli di omosessuali ce ne sono, e di seri, come dici pure tu. E questi confermano che il problema non esiste, neanche per le coppie di uomini, che sicuramente avranno dovuto utilizzare l'utero di qualcun'altra per generare il proprio figlio.

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  17. I figli sono di chi li cresce con amore. Un mio collega tedesco, perito informatico, figlio di cancelliere di tribunale e di pastora protestante, è cresciuto col Vic 20; poi col Commodore 64; poi con la consolle Atari, perchè il padre, conservatore CDU, era sempre via con la segretaria, mentre la madre trombava il capo dei pompieri a tutte le ore, poi il segretario comunale nei tempi morti e rinchiudeva il bambino nello studiolo in soffitta, con i suddetti apparecchi. Nello studiolo in soffitta c’ era un frigo pieno di pizze “Dr. Oetker.” La madre, stimatissima ministra del culto, riempiva il frigo, lasciava il microonde al bambino e lo liberava la sera, semplicemente per metterlo a letto. A letto il bambino gridava in preda agli incubi: l’ unico che glieli leniva con affetto era Frantic, il vecchio gatto di casa. Quel bambino, crescendo, ha superato un oceano di problemi grazie a un vecchio monaco benedettino della Congregazione di Sant’ Ottilia e a un suo amico buddhista transgender. Oggi quel bambino è insegnante di informatica al Gymnasium. Chiama babbo l’ amico transgender; mamma il monaco, che era figura “materna”, dolcissima; fratelli tutti i gatti; zii e compari i sistemi informatici e crede con fervore nella religione monoteista della pizza. Sposato, fedele, vita routinaria, ha due figli normalissimi. Tobia, pur avendo la jattura di trovarsi Vendola come padre, è un bimbo fortunato. E diverrà sicuramente un’ ottima persona, colta, canadese, benestante, con un padre comunque abbiente grazie ai soldi che gli avete dato VOI (io pago la Merkel). Pertanto non vedo problemi all' orizzonte per il futuro del piccolo. Non è mica figlio di Adinolfi.

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  18. Ma perché abbandonato?
    Da quello che sappiamo (e che diritto abbiamo di dubitarne?) non c'è stata in questo caso una madre che ha rifiutato un figlio. C'è stata una coppia di uomini che ha desiderato avere un figlio e si è accordato con una donna per potere portare avanti una gravidanza.
    È stata una scelta iniziale quella della donna, non un rifiuto di un figlio suo. Molto presto il bambino capirà che i suoi due genitori non possono averlo concepito e gli si spiegherà come sono andate le cose. Non ci sarà il racconto di un rifiuto, ci sarà il racconto di una scelta fatta per amore suo.
    Molto più fortunato di tanti figli nati per caso o non desiderati.

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  19. Scusa, ma i cattolici non dovrebbero seguire alla lettera la Bibbia? Se si, perché non si comportano come Abramo che non potendo avere un figlio dalla anziana moglie ne ebbe uno dalla sua schiava? (la quale, essendo schiava, aveva un utero in comodato d'uso gratuito).

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  20. No, i cattolici non devono seguire alla lettera la Bibbia. I cattolici, come tutti i cristiani in genere, hanno avuto la vita cambiata dal vangelo, cioè una buona notizia, edita in 4 versioni diverse e discordanti per amor di pluralismo. Quelli che cercano di seguire alla lettera la Bibbia (cercano eh? non è detto che ci riescano) sono i Testimoni di Geova.
    michael gilhaney

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  21. Ah, buono a sapersi, e che ne dice il Vangelo di famiglia naturale e utero in affitto? Prescrizioni stringenti?

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  22. ad esempio ad un certo punto dice “non giudicate e non sarete giudicati”

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  23. mi e' venuto in mente che dice anche ” chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me”. Padre, madre figli biologici o meno, direi. Quindi, non il miglior esempio di difesa dei “valori tradizionali della famiglia”.

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  24. Ridurre a macchietta le posizioni degli avversari non è il modo migliore per intavolare una discussione.

    Se anche da sinistra si critica la maternità surrogata non è certo per il diritto del bambino a crescere con un padre e una madre. Le obiezioni sono essenzialmente due, e riguardano la maternità surrogata in generale, non nei soli casi in cui sia al servizio delle coppie omosessuali.

    1) A differenza dell'accesso ai canali per l'adozione – che può essere un diritto garantito a tutte le coppie (indipendentemente dall'orientamento sessuale e dal censo), la maternità surrogata rimarrà sempre un privilegio acquistato, perché presuppone che si posseggano abbastanza soldi da convincere una donna a farsi nove mesi di gravidanza, e rinunciare poi a suo figlio. Non accadrà mai che possa essere un servizio passato dalla mutua. Quindi questa non è una battaglia per un diritto.

    2) Non tutto ciò che è nostro lo possiamo vendere liberamente. Non posso vendere il mio dirrito di voto, non posso vendere il mio rene (proprio il caso che facevi tu, come se non esistesse!), non posso vendere la mia libertà accettando di ridurmi in schiavitù. Tutti questi contratti sarebbero nulli. La ragione di fondo è sempre impedire che soggetti in condizioni di debolezza economica e culturale compiano scelte a loro svantaggio solo apparentemente libere, spinti in realtà dalla necessità economica.

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  25. Non è automatico che la scelta della donna sia condivisa dal bambino che partorisce, e che poi viene cresciuto da altri. Quello che mi hanno spiegato gli operatori del settore (psicologi, neuropsichiatri, assistenti sociali e altra varia umanità), è che comunque la si giri, un bambino che viene “allontanato” dalla madre, una volta consapevole della cosa, crescerà non proprio equilibrato, diciamo.E' un dato di fatto per tutti i bambini adottati, anche se entrano nella nuova famiglia a poche settimane dalla nascita: una volta che avranno preso coscienza del fatto che la loro mamma bio li ha abbandonati cominceranno ad avere problemi di controllo della rabbia, disadattamento, sindrome oppositiva/provocatoria nei confronti della famiglia e altre cose così.

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  26. Continui a mettere nello stesso calderone i figli abbandonati dai genitori e i figli delle maternità surrogate. La premessa non è proprio la stessa e il ragionamento che fai sui primi non è applicabile ai secondi.
    Che poi tutti i figli adottivi abbiano quelle manifestazioni che dici è un'evidente sciocchezza che metti per cercare di sostenere la tua tesi.

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  27. In questo tema che da sempre mi disorienta (e negli anni ho molto modificato le mie posizioni, un tempo ero contrario alle adozioni a coppie omosessuali) mi trovo completamente d'accordo con te. E' vero che se una cosa si può fare la gente la farà, ma da qui a legalizzare tutto ce ne corre.

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  28. Va bene, è una sciocchezza, hai ragione, ciao.

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  29. Zagabart, prendimi con le molle, ma io tenderei a non dare un'importanza assoluta agli istinti omicidi che i dodicenni riversano nei temi: lo fanno anche nei confronti di genitori naturali, parenti, amici/nemici.

    Capisco benissimo che i figli adottivi abbiano un problema che è tutto loro (qualcuno ha deciso di non volerli allevare), e che con un po' di sforzo si potrebbe allargare ai figli avuti con la surrogata; ma non sono evidentemente problemi insormontabili. E presto convergono nel grande calderone dei problemi, dove ci sono i problemi dei figli orfani, dei figli di stronzi che non sanno fare i genitori e avrebbero fatto meglio ad abbandonarli, dei figli di brave persone che però hanno deciso di averli troppo tardi e così non hanno avuto i padri e le madri vigorosi/e di altri, ai figli di altre brave persone che però a un certo punto non ce l'hanno più fatta a vivere assieme, ai figli di altre persone che invece hanno continuato a vivere assieme però picchiandosi tutti i giorni, ecc.

    È l'umanità, non è una cosa perfetta: e molti sforzi per perfezionarla hanno rilevato alla lunga una logica sospetta.

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  30. Ma si, la mia speranza alla fine è che sia così: i bimbi adottati sono mediamente disadattati, e con turbe e angosce che sono quelle di parecchi loro coetanei e che prima o pio si risolveranno, però allora c'è parecchia letteratura scientifica, studi, medici, psicologi, psicoterapeuti, giudici, leggi, linee guida e sevizi sociali che hanno sparato cazzate per anni (potrebbe essere, lo hai scritto tu nell'ultima riga…)
    Poi c'è anche il fatto che un bimbo abbandonato e istituzionalizzato per anni è diverso da un bimbo nato e immediatamente ricoperto da affetto genitoriale (omo o etero non credo abbia importanza) ma insomma, il fatto è che io qualche problema me lo metterei, non volendo comunque fare parte di nessuna squadra di tiro alla fune.

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  31. No, non è “tutto qui”, anzi è tagliata col coltellaccio: ma dall'altra parte c'è gente che sembra rifiutarla in toto. Scoprono che un servizio può essere scambiato con del denaro e allibiscono. Per curiosa coincidenza, si accorgono della ripugnanza della cosa soltanto quando ci sono di mezzo i gay.

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  32. Ok, quindi eravate a favore della legge 40, e immagino abbiate festeggiato coi vescovi quando il referendum non è passato.

    Nel frattempo la maternità surrogata è legale in tanti altri Paesi. Le donne sono libere di scegliere cosa fare del proprio utero, e possono anche decidere di non riconoscere il figlio (questo persino in Italia). Avere un figlio non è un diritto, ma come esattamente credi di poter proibire a qualcuno di averne uno?

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  33. Scusa, però tutto questo polverone è nato col caso Vendola. Tutti questi critici della “maternità surrogata in generale”, finché un gay non si è mosso, non sembravano molto impensieriti.

    1) No, l'ho scritto anche sopra: non è una battaglia per un diritto: perlomeno non per il diritto al figlio. Al massimo per il diritto dell'individuo a decidere come gestire il proprio utero.

    2) Se non posso disporre liberamente di qualcosa che è mio, forse non è proprio mio. Ok, non posso disporre liberamente di una pistola o di un'automobile, perché rischio di ammazzare qualcuno. Perché non posso disporre liberamente di un ovulo o di un utero, se mi capita di esserne fornito? A chi sto facendo male? Al nascituro? Ok, se la pensi così stai coi vescovi.

    Poi, non te la prendere, ma se vieni a recintarmi il mio corpo onde evitare che “soggetti in debolezza economica e culturale compiano scelte a loro svantaggio solo apparentemente libere”, io l'unica cosa che capisco è che con la scusa che qualche disperata sta dando via l'utero in Thailandia, tu stai recintando il corpo mio. Vedi sopra, dove si accusa Vendola di avallare lo sfruttamento thailandese perché ha usufruito di una maternità surrogata in… California.

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  34. “se la pensi così stai coi vescovi”. Ma perchè? Senza polemica, giuro: non capisco. Ma è per forza necessario stare o coi Vescovi o coi Vendola? E' proprio necessario avere certezze granitiche su tutto?

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  35. Palla in tribuna: ma se “il sacro” ha rotto i coglioni, perchè vietiamo la vendita di embrioni umani, o di parti del corpo umano, o proprio di esseri umani (un tempo si chiamava schiavitù)?; perchè non fecondiamo una donna (magari negra) con seme di scimpanzè?; perchè non modifichiamo il corredo genetico in modo che chi deve fare lavori pesanti abbia un pajo aggiuntivo di braccia?; perchè ad un padre è impedito di fare sesso in strada con i suoi figli?

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  36. A me pare che la principale e più seria argomentazione a supporto dei dubbi sulla gestazione in conto terzi (a parte la questione degli ipotetici traumi dei bambini, a cui secondo me ha già dato una risposta soddisfacente Leonardo con il suo messaggio di mercoledì 2 marzo 2016 15:13:00, di cui ho apprezzato in particolare l'ultima frase) sia quella che riguarda la possibilità che questa pratica consenta abusi di natura socio-economica.
    Be', a occhio e croce, pur non essendo molto informato né direttamente interessato a tutta la faccenda, mi sentirei di azzardare l'ipotesi che prima di lanciarsi nella minuziosa descrizione di scenari futuribili più o meno disastrosi, sarebbe bene andare a guardare cosa succede nei Paesi in cui la surrogazione è legale. Se si facesse questo, credo che si scoprirebbero almeno due cose interessanti:
    a) nei Paesi in cui la surrogazione di maternità è legale, la legalizzazione comporta OVVIAMENTE anche una regolamentazione (più o meno restrittiva) specificamente studiata proprio per evitare abusi; b) attualmente nel mondo esistono diversi tipi di regolamentazione in materia: con o senza obbligo di legame biologico tra bambino e coppia di aspiranti genitori; con o senza obbligo di residenza degli aspiranti genitori; con o senza possibilità di lucro; con o senza rimborso spese; con o senza obbligo di stesura (preventiva o a posteriori) di specifico contratto; aperta o vietata ai single; con o senza obbligo di legame di parentela tra gestante e un membro della coppia; con o senza limiti di età (ma nell'ambito della maggiore età); aperta o vietata agli omosessuali; eccetera eccetera…
    Questo anche per dire che il dibattito che si sta sviluppando in Italia mi sembra ancora parecchio limitato e… “sterile”.

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  37. Ok, siamo (quasi) d'accordo allora.

    Fuor di ironia, non sono però così sicuro che l'impatto in termini psicologici e fisici di una gravidanza possa essere paragonato a altri servizi.

    Anche se capisco il tuo punto di vista.
    Diciamo che ritengo che la legge debba porre dei limiti a ciò che si può vendere o no. E forse anche tu saresti d'accordo con me se ti chiedessero un'opinione sulla schiavitù (intendo proprio quella dei campi di cotone) purché vi sia libertà di vendere la propria libertà.

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  38. Grazie Luca, molto bello e anche bello il tono che usi. In questa squadra (op.cit.) si parla con questo tono

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  39. per me quella di leonardo di stabilire le regole per stare obbligatoriamente nelle due sole squadre mi pare una forzatura. in genere questo genere di forzature sono classiche nell'altra squadra
    personalmente ho molti dubbi e poche certezze. siamo tutti d'accordo che in alcuni ambiti ci sono diritti o protezioni non negoziabili ed è la legge (non un ente supremo) a stabilire le cose permesse e vietate
    non posso fare il cazzo che mi pare in macchina o in moto e sono costretto a usare cintura o casco e perfino a fare la revisione (ho usato volutamente un argomento neutro e banale)
    la legge pone limitazioni abbastanza rigide in molti ambiti: sesso e matrimonio con minorenni, numero di persone da sposare, trapianti di organi, lavoro minorile, ecc. cose in sé naturali e accettate in altri stati, ma che vanno regolamentati anche se limitano l'autodeterminazione delle persone
    poi c'è l'evoluzione culturale: in gran bretagna era un reato l'omosessualità fino a un pezzo di anni '70
    poi, oh… invece che provare a convincermi mi si può prendere a parolacce, i gusti so' gusti

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  40. Leonardo, qua mi pare che siano uscite fuori 2 sinistre, e ognuna pensa schifo dell'altra, credimi…la tua forse è più in e l'altra più out ed obsoleta, non so…(ho trovato addirittura un brano di Gramsci del 1918 che stigmatizzava tutto questo in fieri, più sotto lo posto)ma sicuramente più focalizzata sui diritti delle donne e dei bambini in questione
    Sinceramente…

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  41. 03 FEB 2016
    Il Parlamento francese ha dedicato una giornata di studio all'utero in affitto. È nata la Carta per l’abolizione universale della maternità surrogata.
    Un passaggio solenne a coronamento dell’impegno di lunga data dei progressisti e del femminismo francesi, capofila la “storica” Sylviane Agacinski, a cui si sono unite però anche le associazioni cattoliche per la famiglia. Tutti insieme contro la pratica dell’utero in affitto, o Gpa, la gestazione per altri, o maternità surrogata.Nelle tre ore di dibattito al Parlamento francese hanno preso la parola intellettuali, studiose ed economiste. È stato raccontato, con documenti e testimonianze, che l’utero in affitto non è – nella stragrande maggioranza dei casi – un dono o un’espressione di solidarietà, ma una sopraffazione nei confronti delle donne più povere.
    Hanno fatto sensazione in particolare i racconti della situazione in India dove, così come in Thailandia, migliaia di donne sono diventate oggetto di un crescente “sistema di produzione biotecnologica di bambini”, come l’ha definita in apertura la filosofa femminista francese Sylviane Agacinski, vera anima dell’operazione, moglie dell’ex primo ministro socialista Lionel Jospin. L’autrice di Corps en miettes (“Corpi sbriciolati”, Flammarion) ha accusato i giornali che “si sono smarriti volendo vedere un presunto progresso. Si parla della felicità delle coppie che vogliono un bambino a ogni costo, al punto che si è radicata l’idea che esista un diritto al figlio, indipendentemente dai mezzi per farlo nascere. Nonostante questa propaganda, si comincia a comprendere, grazie a numerosi documentari, la violenza che rappresenta, per le donne, l’ingresso della maternità su questo mercato”..
    I tre raggruppamenti che hanno dato vita all’iniziativa francese sono il Cadac (Collettivo diritti delle donne), il Clf (Coordinamento Lesbiche francese) e il Corp (Collettivo Rispetto della Persona) capitanato per l’appunto da Agacinski. È giunta in Europa per partecipare alla campagna anche Jennifer Lahl, la leader americana fondatrice del Center for bioethics and culture network, divenuta con i suoi documentari e le sue petizioni un punto di riferimento globale della battaglia civile. Dall’Italia è partita anche una delegazione di Se non ora quando – Libere,
    Non serve regolamentare il settore, si è detto, ma abolirlo ovunque
    Violenza, schiavitù, mercato neocoloniale sono state le immagini più evocate. La lotta alla maternità surrogata ha a che fare con la lotta alla prostituzione, perché in ambedue si vendono corpi di donna. Dunque, una delle prime sfide è combattere la visione edulcorata della maternità surrogata, forse anche a partire dal nome: maternità evoca qualcosa di bello e positivo: forse meglio il più crudo “utero in affitto”.
    Cosa dice la carta francese contro l’utero in affitto
    È significativo che in prima linea contro l’utero in affitto ora ci sia proprio la Francia, patria dei diritti dell’uomo, dove in questi mesi si è vissuta una polemica simile a quella italiana sui matrimoni gay. La nuova Carta francese stigmatizza l’utero in affitto come “pratica sociale realizzata da imprese che si occupano di riproduzione umana, in un sistema organizzato di produzione che comprende cliniche, medici, avvocati, agenzie… Il corpo delle donne è richiesto come risorsa a vantaggio dell’industria e dei mercati della riproduzione… La maternità surrogata fa del bambino un prodotto con valore di scambio, in modo che la distinzione tra persona e cosa viene annullata”. La carta si conclude con la richiesta “di opporsi fermamente a tutte le forme di legalizzazione della maternità surrogata sul piano nazionale e internazionale» per pervenire a «una convenzione internazionale per l’abolizione della maternità surrogata”.

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  42. Il dottor Voronof ha già annunziato la possibilità dell'innesto delle ovaie. Una nuova strada commerciale aperta all'attività esploratrice dell'iniziativa individuale. Le povere fanciulle potranno farsi facilmente una dote. A che serve loro l'organo della maternità? Lo cederanno alla ricca signora infeconda che desidera prole per l'eredità dei sudati risparmi maritali. Le povere fanciulle guadagneranno quattrini e si libereranno di un pericolo. Vendono già ora le bionde capigliature per le teste calve delle cocottes che prendono marito e vogliono entrare nella buona società. Venderanno la possibilità di diventar madri: daranno fecondità alle vecchie gualcite, alle guaste signore che troppo si sono divertite e vogliono ricuperare il numero perduto. I figli nati dopo un innesto? Strani mostri biologici, creature di una nuova razza, merce anch'essi, prodotto genuino dell'azienda dei surrogati umani, necessari per tramandare la stirpe dei pizzicagnoli arricchiti. La vecchia nobiltà aveva indubbiamente maggior buon gusto della classe dirigente che le è successa al potere. Il quattrino deturpa, abbrutisce tutto ciò che cade sotto la sua legge implacabilmente feroce.”
    [ANTONIO GRAMSCI, 6 giugno 1918]

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  43. Aggiornamento 2016 del brano di Antonio Gramsci:

    Nella progressiva dispersione del concetto di diritto si determinano le condizioni per opzioni aberranti.
    Le donne di alto ceto eviteranno nausee e smagliature pagando asiatiche e polacche. Ventri di mucche fecondate in batteria muggiranno in sala parto per mamme in Qatar, per genitori uno o due, per allevamenti di ricambi.
    (questa non è mia ma, in 4 righe, centra il problema, con sintesi e fantasia apocalittiche ma purtroppo non più fantascientifiche

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  44. X Zagabart
    Penso sia inutile ti affanni a spiegare, da quell'orecchio chi non ci vuol sentire non ci sente
    Ti auguro con tutto il cuore di farcela e di superare quello che per molti è solo un inghippo ininfluente
    Ho un cugino, oggi settantenne, che apparve in famiglia all'improvviso, già più che ventenne. Mio zio, suo padre, che lo aveva avuto giovanissimo durante la guerra e per una serie di ragioni troppo lunghe da raccontare, lo aveva lasciato in un istituto (pagato segretamente da mia nonna)appena aveva potuto col consenso della seconda moglie, gli si era presentato per chiedergli perdono, riconoscerlo, aiutarlo finalmente. Una storia ottocentesca vero?
    Lui lo accolse a braccia aperte e da quel momento in poi, anche se tardi, ebbe un padre, una famiglia paterna, seppe la sua storia. Allora andò alla ricerca della madre.
    Una quindicina di anni fa, mi raccontò nei particolari più intimi la sua esperienza il suo dolore insanabile mentre passeggiavamo sul lungofiume di Pisa… la madre che era diventata una signora pisana molto benestante, risposata r con altri 3 figli, non ne volle sapere, praticamente lo mise alla porta e continuò a farlo anche più tardi molto vecchia, fino a quando morì sempre senza volerlo rivedere.
    Tieni presente che lui da lei non voleva niente dal punto di vista economico, ormai era grande, sposato, lavorava.. Capì finalmente di essere per lei per lei un errore di gioventù da cancellare e basta, da rigettare del tutto, anzi….
    Mi raccontò anche come molto lentamente era riuscito a metabolizzare questo totale rifiuto, questo chirurgico rigetto… e a costruirci sopra la seconda parte della sua vita….non dimenticherò mai le sue parole, il suo dolore
    Ancora auguri!

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  45. In genere chi chiede di cambiare le cose non solo per se' ma anche per gli altri, soprattutto quando questi altri sono parte debole (i bambini) ha il dovere di dimostrare, nei limiti del possibile, che il cambiamento non produce danni. Come giustamente fatto con le adozioni omosessuali.

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  46. Leo, sei sofisticato abbastanza da sapere che la legge non ci permette di gestire interamente del nostro corpo per paura delle conseguenze, senza necessariamente tirare in ballo i vescovi. Non possiamo ad esempio vendere i nostri organi (occhi, milza…), per le conseguenze sociali che ne deriverebbero. Non possiamo neanche affittare il nostro corpo decidendo di andare in galera al posto di qualcun altro, come nei Soliti Ignoti. Questi sono divieti laici, validi anche nelle socialdemocrazie mangiapreti. Purtroppo il dibattito italiano ha ridotto le questioni etiche a diatriba religiosa, come se i laici, in quanto tali, siano costretti a rifiutare di compiere scelte morali.

    Poi si, ci sono anche i diritti laici del bambino. Per dire, quando in Australia si sottraevano i bambini degli aborigeni per farli crescere da famiglie bianche civilizzate, le vittime erano solo i loro genitori, o anche i bambini?

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