aborto, essere donna oggi, prostituzione

Litigare con le femministe

Qualche giorno fa, quando ho espresso la mia opinione sulla gravidanza surrogata, affermando che ogni donna è libera di gestire come vuole il suo corpo, e quindi anche di concedere il proprio utero affinché nasca un bambino che altri alleveranno come un figlio, qualcuno mi ha fatto notare che le femministe non sono d’accordo. In discussioni come questa, evocare l’opinione delle femministe equivale a scatenare l’inferno col napalm perché, insomma, chi è che ha voglia di litigare sull’utero con le femministe? Pare che ne abbia voglia io.

Non avessi niente di meglio da fare. Diciamo che potendo eviterei – infatti quando posso lo evito – però è innegabile che le mie modeste opinioni siano a volte, come dire, in frizione con quelle di alcune femministe. Ho detto ‘alcune’, e indovino già l’obiezione: stai tentando di dividerci. Sì. Le femministe sono tante, e non la pensano tutte allo stesso modo. Lo si è visto anche in questo caso: ci sono le femministe di Se non ora quando che fanno appelli contro la maternità surrogata; c’è Michela Murgia che risponde con obiezioni, a mio avviso, puntuali ed esaurienti – per cui se siete alla ricerca di un discorso serio, andate pure di là.

Tra i tanti femminismi, mi è comodo sintetizzarne un paio e immaginarmeli divergenti, se non proprio opposti. Il primo è libertario e pragmatico: quando dice “l’utero è mio” non intende un’idea platonica di “Utero” e un’altra idea platonica di “Mio”, ma si riferisce in concreto all’utero che si ha in grembo, di cui si reclama l’immediato possesso. Una donna che ha il diritto di fare ciò che vuole col suo corpo, non potrà liberamente scegliere di metterlo a disposizione di una coppia che per vari motivi non può avere un bambino? Io dico di sì (altri dicono di no: impossibile che una scelta del genere sia “libera”. Dev’essere per forza condizionata dalla miseria). Offrire in “affitto” una parte del proprio corpo non sarà sfruttamento? Se ne può discutere, ma questo vale per ogni prestazione lavorativa: non c’è una frattura mistica tra la mano che uso per lavorare alla fresa e l’utero che posso usare per dar vita a un bambino: entrambi sono sottoposti a usura, entrambi possono guadagnarmi da vivere, e in entrambi i casi il salario può essere da fame e configurarsi come sfruttamento.

Invece, sapete quando possiamo essere abbastanza sicuri che ci sia sfruttamento? Quando tutto avviene nell’illegalità perché una legge proibisce lo scambio. E questo a mio avviso è l’argomento finale contro il divieto – contro gran parte dei divieti: il proibizionismo non funziona. Non funzionò con l’alcol, non funziona con la droga, non risolve il problema dell’aborto, non si vede in che modo possa arginare il fenomeno delle gravidanze surrogate. Possiamo decidere di assisterle o normarle o possiamo chiudere gli occhi, definire il tutto immorale, e lasciare che chi può permetterselo corra qualche rischio in più. C’è un tipo di femminismo che preferisce questa seconda opzione. Un femminismo benpensante – possibile?

Tutto è possibile. Si parlava sopra del proibizionismo: è abbastanza antipatico ricordarlo, ma fu uno dei risultati dell’allargamento del voto alle donne (prohibition movements in the West coincided with the advent of women’s suffrage). L’atteggiamento benpensante nasce di solito dall’impossibilità di adeguare il proprio mondo ideale alle cose che effettivamente accadono. In questo caso c’è un femminismo che reclama l’utero non come parte del corpo, ma come urna sacra della femminilità. Quel che accade lì dentro, spiegano, è una cosa che non può essere paragonata a nient’altro (e non è che abbiano tutti i torti: qualsiasi paragone è difettivo: ma in questi casi hanno l’aria di considerarlo una bestemmia). Le donne potranno anche cedere l’uso delle mani, degli occhi, dei piedi; ma l’utero è su un altro piano. Ci sono donne che consentono liberamente, senza compenso? Impossibile. Ci sono donne che volontariamente scelgono, in cambio di denaro? Sono state obbligate. Nessuna cifra, del resto, potrebbe valere una gravidanza. Sostenere il contrario sarebbe neoliberismo.

Le esponenti di questo tipo di femminismo, di solito, hanno una concezione abbastanza tortuosa del diritto all’aborto. Benché abbiano lottato per l’interruzione di gravidanza, non cessano di ricordare quanto essa sia traumatica, un male magari necessario, ma un male. E si capisce: se santifichi l’utero, poi non puoi ammettere che esista gente che abortisce semplicemente perché le fa comodo. No, devono tutte abortire tra le lacrime. Ora, sono il primo a incazzarsi quando leggo le puttanate del Foglio sulle tizie che abortiscono per andare in vacanza. Però l’idea che ogni donna debba sempre sentire ribrezzo per l’aborto è una proiezione morale. Ci saranno anche donne che hanno abortito senza grossi patemi, che non l’hanno vissuta “come tutta ‘sta tragedia che pare necessario continuare a raccontarsi“. Dobbiamo far finta che non esistono?

Corriere.it

Col tempo ho trovato un altro parametro che mi sembra ormai infallibile. Di solito le femministe con cui vado d’accordo hanno un’idea abbastanza piana del fenomeno della prostituzione: sebbene in molti casi sia una forma di sfruttamento, reprimerlo non avrebbe senso. Peraltro se è un diritto della donna (e dell’uomo) disporre del proprio corpo come vuole, questo diritto contempla anche la possibilità di prostituirsi. Occorrerà quindi aiutare le vittime dello sfruttamento e sostenere i diritti delle sex-workers.

Invece per le femministe con cui non vado d’accordo è tutto un racket. Non esiste una prostituta libera: sono tutte sfruttate. Sempre. Una volta mi spiegarono che anche oggi, in Italia una qualsiasi donna libera che volesse tentare l’esercizio della prostituzione senza far parte di un racket sarebbe stata immediatamente raggiunta dagli emissari del racket medesimo, e fatta schiava. Perché non si dà prostituzione senza sfruttamento e schiavitù. Chi potrebbe mai acconsentire liberamente a pratiche così intime in cambio di denaro? La prima volta che ho sentito un discorso così ho alzato le spalle, vabbe’, si vede che viviamo in due universi paralleli. Poi mi è caduto l’occhio sulla legislazione repressiva di alcuni paesi che eravamo abituati a considerare fari di civiltà – che so, la Svezia – paesi in cui un certo tipo di femminismo aveva avuto un po’ di voce in capitolo. Anche in quel caso, si punisce il cliente perché non si ritiene una donna in grado di scambiare liberamente sesso in cambio di denaro. Qualsiasi cliente acceda a una prostituta la sta adescando, la sta corrompendo, la sta sfruttando. Affermare il contrario – affermare che una donna possa liberamente scegliere di affittare parti del corpo in cambio di denaro – significa cedere a una mentalità economicista, neoliberale.

Potrei obiettare, e l’ho già fatto, che l’economia almeno esiste, è un modo di descrivere gli scambi tra le persone: mentre questa mistica della femminilità, tra il romantico e il pagano, secondo me si adatta molto meno a descrivere il mondo in cui vivo. Ma devo anche confessare un sospetto. L’economia non è che spieghi tutto, ma potrebbe spiegare anche il fenomeno di un gruppo di donne che non sopporta l’idea che altre donne scambino sesso in cambio di denaro; né l’idea, ancora più estrema, che una donna possa dietro compenso mettere a disposizione il proprio utero. Quella che chiamate barbarie, altri potrebbero definirlo dumping.

66 pensieri su “Litigare con le femministe

  1. Nessuno verifica: si da per scontato che per il figlio di Claudio VdA, nato alla vecchia maniera, ci siano comunque condizioni “standard” (diciamo così, và) per la crescita equilibrata. Normalmente (statisticamente) è così.
    Siccome càpita che per moltissimi bambini “staccati dalla gestante alla nascita” (così siamo neutri) ci siano problemi, si cerca di capire se l'utero in affitto possa procurare qualcuno di quei problemi o meno al bambino. Poi, per me (l'ho già detto nell'altro post), se dovesse essere conclamato che problemi non ce ne sono, allora va bene tutto. Ma mi sa che molti addetti ai lavori non ne siano così certi.

    "Mi piace"

  2. @Snowblind

    Il modello economico svedese è un esperimento interessante. Di fatto è un capitalismo con una fortissima presenza statale, che garantisce una forte redistribuzione tra i cittadini. A parte il fatto che negli ultimi anni sembra in crisi, ma non riesco ad immaginare che domani tutta l'Europa adotti quel modello. La gestione “socialista” della proprietà immobiliare, per esempio, sarebbe difficilmente esportabile in paesi più grandi. In Svezia va bene perché son quattro gatti.

    Ma comunque, davvero continuo a non capire cosa c'entri il modello economico con la maternità surrogata. Tradisce una tua impostazione troppo “economicistica” delle cose. Secondo me sono aspetti separati.

    "Mi piace"

  3. Al di là di quella che può essere la moralità e la sensibilità di ognuno, e oltre le opinioni, sono d'accordo con te sul fatto che è un fenomeno che esiste nell'illegalità e non ha senso chiudere gli occhi e non occuparsene. Compito di uno Stato dovrebbe essere garantire il meglio per i propri cittadini, non imporre uno status morale da seguire.

    "Mi piace"

  4. Ho cercato un po' su internet (troppo poco, lo ammetto) ma non ho trovato traccia di alcuna rinuncia alla possibilità di abortire – a meno che non stiamo parlando di perdita dell'eventuale compenso pattuito (questa mi pare un'ovvietà) o della previsione di penali contrattuali per l'inadempimento.
    In ogni caso, proprio il fatto che all'estero il diritto all'aborto possa essere considerevolmente limitato dagli accordi di GPA mi parrebbe un'ottima ragione per regolamentare il fenomeno qui in Italia in modo da garantire un compromesso più accettabile tra i diritti di tutte le parti.

    "Mi piace"

  5. “Io credo che qui nessuno stia trollando, semplicemente si tratta di un argomento sul quale le posizioni altrui ci sembrano sempre estreme e quindi da troll.”

    Alez sta trollando. Ma ha cominciato Leo per primo.

    "Mi piace"

  6. In realtà ci siamo messi d'accordo per aumentare il traffico del blog All'inizio lui avrebbe dovuto essere contro e io pro, poi però ci siamo scambiati i ruoli perché lui ci teneva a fare la battuta sulle femministe.

    "Mi piace"

  7. Non conosco molti casi di bambini la cui nascita, chiamiamola anche produzione, non sia decisa dai genitori “per uno scopo”. Per cui, sì, mi pare normale.
    Ma probabilmente ho frainteso, attendo lumi.

    "Mi piace"

  8. ci sono un sacco di cose che esistono nell'illegalità e non ha senso chiudere gli occhi, bisogna certo regolamentare: ora si tratta di vedere come.
    non è che regolamentare significa – per forza – consentire.
    un dubbio (ulteriore, se mai ce ne fosse bisogno) m'è venuto proprio con la vicenda di vendola: il compagno è canadese, quindi cittadino di un paese che consente la gravidanza per conto terzi solo gratuitamente, ma hanno trovato una tizia in california dove è consentito sganciare soldi… mah
    comunque ribadisco: degli adulti contrattano, concordano tra loro chi farà un bambino e chi se lo porterà a casa, non mi pare proprio che questo assomigli al solito modo di fare bambini
    ovviamente io sono già favorevole alla stepchild adoption, perché non è colpa del bambino se uno o più genitori hanno fatto cose eventualmente non consentite dalla legge, naturalmente etero o gay che dovessero infrangere la legge andrebbero perseguiti nello stesso modo

    "Mi piace"

  9. Il diritto a gestire il proprio corpo non sta nell'iperuranio, ma nel nostro corpo, che siamo noi. Se per soddisfare un valore che per te è non negoziabile (l'incommerciabilità dell'utero) tu cerchi di impedirmi di disporre del mio corpo, per prima cosa fallirai. Per seconda cosa aprirai la porta ad altre politiche repressive, che comunque nel tempo medio-lungo falliranno, ma non senza aver creato fastidi e tragedie.

    "Mi piace"

  10. Il diritto a gestire il proprio corpo non sta nell'iperuranio, ma nel nostro corpo, che siamo noi. Se per soddisfare un valore che per te è non negoziabile (l'incommerciabilità dell'utero) tu cerchi di impedirmi di disporre del mio corpo, per prima cosa fallirai. Per seconda cosa aprirai la porta ad altre politiche repressive, che comunque nel tempo medio-lungo falliranno, ma non senza aver creato fastidi e tragedie.

    "Mi piace"

  11. Te lo dico per l'ultima volta: non me ne frega niente di quello che ci fai liberamente coi tuoi organi interni, per me te li puoi pure fare alla cacciatora. Quello che mi inquieta è che la tutela legale di un bambino venga acquistata come un abbonamento a Sky. Ma tu continua pure a prendere a cazzotti il tuo spaventapasseri di prete antiabortista che ti vuole mettere le mutande di filo spinato. Giao.

    "Mi piace"

  12. @Zagabart: «Siccome càpita che per moltissimi bambini “staccati dalla gestante alla nascita” (così siamo neutri) ci siano problemi»…
    Says who? Una fonte? Quanti sono “moltissimi bambini”, fermo restando che tutti i bambini per nascere devono essere “staccati dalla gestante”? Te lo tirano fuori e te lo portano via subito. Gli danno uno schiaffetto per vedere se piange, gli misurano l'Apgar a uno e a 5 minuti, gli danno una pulita sommaria (mentre tu sei lì che spingi ancora per espellere anche la placenta e guai se così non fosse), poi se va bene te lo portano e te lo mettono addosso un momento, ma proprio un momento. Dopo di che se lo riprendono, lo lavano e lo vestono. Ma di che stiamo parlando? I “problemi” (tanti e brutti, certo) si verificano se una volta “staccato dalla gestante” il bambino non trova un altro abbraccio, un'altra cura, un altro amore di lungo periodo, non perché è stato staccato dalla gestante.
    «…si cerca di capire se l'utero in affitto possa procurare qualcuno di quei problemi… se dovesse essere conclamato che problemi non ce ne sono, allora va bene tutto.» Ottimo. E come facciamo a capire e a conclamare, se non consentiamo la pratica normandola per legge?

    "Mi piace"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...