Son piene le fosse

Frequento pochi ventenni, è un mio limite. Mi piacerebbe capire cosa ne pensano, davvero, di tutti questi vecchi scemi, dai quaranta in su, che all’improvviso hanno realizzato che l’Italia deve uscire dall’Euro – non potevano accorgersene quando stavano entrando? Questi babbioni in piena crisi coniugale, come se un mattino si fossero svegliati abbracciati all’Euro e ODDIOMIO KE HO FATTO!!!!1111!!

“Cosa c’è meine liebe?”
“PUSSA VIA SCHIFOSA VALUTA TEDESCA”.
“Tesoro wie geht’s? hai fatto tu un brutto sogno?”
“Non era un sogno, era la realtà! Che schifo! Io e te… abbiamo passato la notte insieme!”
“Come ogni notte da qvindici anni, liebchen”.

E insomma tutta questa gente ai tempi di Maastricht dov’era? Non potevano accorgersene un po’ prima, di quanto l’Euro fosse insostenibile, di quanto puzzasse, di quanto ci avrebbe resa impossibile la crescita economica e complicata la vita? No, sono tutti diventati economisti esperti quindici anni dopo. Svegliandosi, un mattino, a fianco della sozza creatura europea, si sono resi conto di aver essere finiti nell’unica trappola che non prevede via d’uscita.

Persino il matrimonio di Santa Madre Chiesa Cattolica; quello che si prende davanti al sacerdote, in presenza di testimoni, in cui si giura di resistere a fianco del coniuge nella buona e nella cattiva sorte; e il prete dice “finché morte non vi separi”, e voi dite “sì”: persino quello, a veder bene, si può annullare: basta dimostrare di non aver capito bene, di essere magari un deficiente. Esiste un tribunale apposta, magari non è la procedura meno cara o più dignitosa del mondo, ma insomma, anche quel matrimonio indissolubile si può dissolvere. Maastricht no. Niente divorzi, niente referendum. È peggio dei preti.

Anche il diavolo dei racconti, quello che ti fa firmare i contratti col sangue, quasi sempre poi se ne va con le pive nel sacco a causa di qualche cavillo. Maastricht no. È peggio del diavolo. Davvero, mi piacerebbe capire come la vivono i ventenni. Non fanno che sentire discorsi su come si stava bene con la lira, con quella meravigliosa inflazione che pompava l’economia, che vasodilatava come neanche la cocaina, che botte raga gli anni Ottanta. E poi?

“E poi papà cos’è successo?”
“Eh, cos’è successo… ho incontrato la culona”.
“Ma come hai fatto a non capire?”
“Ma chissà… anche io me lo domando… sai, in quel periodo capire le cose era un po’ un optional”.
“Seh, papà, vabbe’, vaffanculo”.
“Ah no! In questa casa vaffanculo lo dico io”.
“Se ti consola”.

Allora, caro ventenne che non conosco, cerco di spiegartela io: non è che quindici o vent’anni fa fossimo tutti spensierati o ignoranti – ce n’era certo in giro, forse persino più che adesso – ma se l’euro ci parve una buona idea non fu per un qualche complotto di banchieri o poteri forti. Persino i leghisti di Bossi, persino loro che adesso si baciano i gomiti per aver trovato con Salvini uno straccio di strategia; persino loro, ai tempi, non vedevano l’ora che Banchitalia chiudesse e passasse le pratiche a Francoforte; e avevano i loro buoni motivi. Per quanto possano sembrarti scanzonati e grassi gli anni Ottanta, dammi retta se ti dico che la maggior parte di noi aveva già chiarissima la sensazione di precipitare in moto rettilineo uniforme verso un suolo lontanissimo ma solido; no, non eravamo economisti, ma sapevamo di avere contratto dei debiti per pagare interessi su altri debiti che avremmo saldato con altri debiti che avresti dovuto pagare tu. In quella situazione l’euro ci sembrò provvidenziale. Ci sbagliavamo?

Magari sì, che ne so. Facile dirlo col senno del poi. Ora tu magari hai tutte le ragioni per odiarci, ma non credere che al nostro posto tu non avresti detto lo stesso “sì”. Non essere sicuro che non dirai mai “sì” a proposte anche peggiori. A parziale discolpa, l’Euro a cui dicemmo “sì” a Maastricht era molto diverso da quello che è diventato. Per certi versi era più grande, per altri era più piccolo.

Era più grande perché era parte di un progetto che a quanto pare si è bloccato. Tu ora lo vedi come un matrimonio – e hai ragione – ma noi a quel tempo lo consideravamo più un fidanzamento: l’euro era solo il primo passo. Dopo la politica monetaria sarebbe seguita la politica economica (insomma, era ovvio o no? Come si fa ad avere la stessa valuta e politiche economiche diverse?) Dalla politica economica sarebbe ovviamente seguita la necessità di una politica comune tout court, et voilà: nel giro di vent’anni avremmo avuto la Confederazione Europea, se non proprio gli Stati Uniti. Non poteva che andare a finire così – anche se a ben vedere non c’erano precedenti.

Allo stesso tempo quell’Euro era più piccolo: i contraenti a Maastricht erano appena dodici. E noi contavamo molto di più di un semplice dodicesimo. Eravamo la terza economia, con qualche motivo per crederci ancora l’idolo delle feste: quello irresistibile anche se ha un sacco di magagne da farsi perdonare. Una cosa che davvero non ci aspettavamo era l’allargamento a est. Per forza, era il 1992. Il muro di Berlino era ancora un cantiere, non avevamo nemmeno le cartine aggiornate alle pareti. Per noi la Slovacchia era remota quanto il Tagikistan – occhio, non ti sto dicendo che l’allargamento massiccio del 2004 fu un errore. A quel punto ormai era chiaro che l’est era la frontiera del benessere: se non lo avessimo agganciato noi, ci avrebbero pensato gli americani. Lo si vide con la seconda guerra del Golfo, quando Donald Rumsfeld incassava l’appoggio entusiasta di polacchi e ungheresi e la chiamava la “nuova Europa”. Ancora oggi, è la Nato più che la UE a spingere per mettere le bandierine sull’Ucraina. Allargarsi a est era inevitabile, ma il risultato è che il baricentro si è allontanato dal mediterraneo, forse per sempre. Dovevamo capirlo nel ’92? Dovevamo immaginare delle alternative?

E dunque caro ventenne, è andata così. L’euro era molto più carino, quando ce lo siamo portati in casa. Va sempre a finire così, probabilmente; ma sei libero di pensare il contrario. Libero di prendertela con me. Se te ne intendi anche solo un minimo, a questo punto sai meglio di me che il referendum di cui oggi parla Grillo, e dopodomani parlerà Salvini, non si può fare. C’è una ragione giuridica (non è previsto dal Trattato) e ce n’è una di buon senso; anche chi andrà a votare per l’uscita dall’Euro non ci penserà due volte a riempire di buoni euro i materassi. Dal momento che la sacrosanta libertà di parola dovrebbe consistere nella libertà di affermare che due più due fa quattro, sarebbe opportuno che da qui in poi Grillo e gli altri anti-euristi fossero obbligati a dichiarare con chiarezza quello che chiedono davvero: non tanto USCIAMO DALL’EURO!, quanto SVALUTIAMO I NOSTRI RISPARMI!, magari anche DIMEZZIAMO I NOSTRI STIPENDI!, dopodiché fatalmente L’ECONOMIA RIPARTIRA’, il che effettivamente potrebbe anche darsi: l’economia dopo un disastro riparte sempre. Nel medioevo era una pestilenza, nel Novecento una guerra mondiale, ma non c’è dubbio che in generale non ci sia niente meglio di un bel disastro per far ripartire l’economia.

Se te ne intendi anche solo un minimo, anche questa cosa già la sai, e forse a questo punto avresti anche diritto di decidere se l’opzione ti interessa o no. Che ne dici di una nazione a metà tra l’Europa e il Sud sottosviluppato del mondo, una roba tipo Messico, ma con la doppia valuta stile Cuba? Un posto dove il medico pubblico garantisce un servizio di qualità ma guadagna meno della figliola che la dà ai turisti in cambio di sani bigliettoni europei? È il tuo futuro, chi se non te avrebbe diritto di deciderlo?

Che pretendano invece di deciderlo dei giuggioloni come Grillo, o Casaleggio – gente che negli anni Novanta si sarebbe comprata la fontana di Trevi, e che oggi crede di stamparsela in 3d – ecco, questo è un po’ seccante, non trovi.

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81 risposte

  1. Ma scusa nel tuo post stai criticando l'euro o il referendum ? Dove ho scritto che fare il referendum è una buona idea ? Se leggessi 'il tramonto dell'euro' o quantomeno i post della sezione 'per cominciare' del sito goofynomics, staresti già molto avanti e non scriveresti queste sciocchezze

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  2. Io ti ho chiesto:

    Mi consigli un testo che non preveda, in caso di referendum sull'euro, una situazione di caos e la svalutazione di salari e risparmi?

    Mi hai detto Bagnai. Non che me lo immaginassi, chissà come tutti gli economisti espertoni che commentano anonimi qui sono tutti lettori di Bagnai.

    C'è il piccolo problema che Bagnai, del referendum, scrive:

    “chi propone oggi un referendum sull'euro, da qualsiasi parte lo faccia, è un demagogo, alla ricerca di una tardiva legittimazione democratica, e un incosciente. […] Tutto quello che sappiamo circa l'uscita dall'euro ci indica che allo stato uscite consensuali non sono possibili, ma che se anche lo fossero andrebbero ovviamente gestite in segreto.”

    Insomma quello che nel piccolo scrivo anch'io da mesi.

    Ma siccome sono convinto di avere davanti un interlocutore davvero competente, immagino che saprai presentarmi all'istante altri testi che non prevedano, in caso di referendum sull'euro, una situazione di caos e la svalutazione di salari e risparmi.

    Non mi sembri il povero sciroccato che ha letto un solo testo – e pure male – e solo perché credeva di aver trovato la ricetta per risolvere tutti i mali (E' STATO L'EURO!!!1111)

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  3. Renzi non ha mai appoggiato la “soluzione Merkel”. Anzi, molte volte ha spinto per un'”Europa che non sia solo uffici burocratici”, tradotto: “soluzione Spinelli”.

    La soluzione Merkel non è una soluzione, ma una situazione a metà. Sono convinto che nemmeno la Merkel stessa la appoggi. Il problema è che la soluzione Spinelli richiede tempi di assestamento lunghi, mentre la crisi richiede soluzioni rapide. Quindi penso che quella che verrà attuata in realtà sarà la “soluzione Draghi”:
    1) Spingere i paesi deboli a fare pesanti riforme strutturali per far passare il febbrone della crisi.
    2) Nel frattempo, salvare il salvabile ostacolando i partiti anti-europei, o al limite trasformarli in propositivi (ovvero “alter-europei”).
    3) Quando gli investitori avranno smesso di bombardare i paesi deboli come l'Italia, e si potrà tirare il respiro, ricominciare con il processo integrativo.

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  4. tu mi avevi scritto 'Posso sempre cominciare; hai qualche testo da consigliarmi?'
    Pensavo ti interessasse per davvero. Nel tuo piccolo scrivi che il referendum è una stupidaggine ma scrivi anche che l'euro è una gran cosa. Se avessi letto il libro penso che non le avresti scritte

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  5. E quindi insomma a parte Bagnai hai qualcosa da consigliarmi? Perché può anche darsi che Bagnai non sia proprio esattamente il più grande economista del mondo mondiale.

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  6. Claudio, lo capisci ora che non ha senso scrivere le cose un tanto al kilo tanto per tenere “vivo” il blog? Siamo ai limiti dell'accanimento terapeutico.

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  7. Leo, domanda tecnica.
    Ho provato a pagarti un caffè (più volte) ma si è impallato il tablet.
    Come mai?

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  8. Ti avevo già scritto: un testo di economia internazionale per capire alcune basi di economia… certo Bagnai non è il più grande economista 'del mondo mondiale' ma ci sono concetti che possono essere facilmente confrontati e verificati.

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  9. Toh guarda che ti ho trovato: Stefano Fassina – Lavoro e libertà: La sinistra nella grande transazione… leggiti su google libri la parte relativa ad Appunti per un'europa progressista. Per esempio questa parte “Sì, siamo in un'Europa tedesca che, però, è insostenibile. La Germania oggi, attraverso l'euro, tiene bloccati i Paesi intorno a essa, abituati a svalutare la propria moneta per recuperare capacità competitiva”

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  10. Ma cosa state a ragionare di euro con uno che diceva che gli Spartani dovevano parare il culo al re di Persia invece di combattere (e quindi Miller è fascista)? Che cazzo di credito può avere uno così? Un dipendente statale dei più fancazzisti, un insegnante, categoria piena di ignoranti come poche altre, che si mette pure a dare lezioni di economia, e voi gli date retta? Questo blog si può solo trollare e vandalizzare, è l'unica forma di interzione proficua che si può sperare di avere.

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  11. quindi e' davvero cosi', hanno parlato male del tuo fumetto ed e' da due mesi che frigni.

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  12. No, aspetta, dopo Bagnai ti sei già ridotto a usare google? Guarda che ce l'abbiamo tutti quel motore di ricerca lì, non è una cosa che ti hanno venduto in esclusiva.

    E soprattutto non è che puoi usarlo così alla carlona, perché in quel testo Fassina non sta suggerendo di uscire dall'euro.

    Riprova.

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  13. Non ho idea, ma è come se me li avessi offerti, grazie!

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  14. un testo di economia internazionale non ti va bene ??? Il fatto che sia stato un errore entrarci (nell'euro) non significa che uscire sia una passeggiata ( e Fassina è ancora contrario). Si devono valutare costi e benefici. Sono molti che sostengono che soprattutto all'Italia gioverebbe maggiormente (rispetto agli altri paesi del sud Europa). Certo se la Germania decidesse di uscire lei, sarebbe una gran cosa. E soprattutto si devono calcolare i costi del rimanerci nell'area Euro così concepita. Pensi che l'Italia si risolleverà con maggiore spesa ? Ora a me piacerebbe sapere cosa hai letto o chi ha influenzato il tuo pensiero.

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  15. Sai che mi hai già scritto una dozzina di commenti e non mi hai ancora dato un titolo – a parte l'ovvio Bagnai?

    Ma voglio darti un'altra possibilità, perché sono sicuro che sotto sotto tu sei veramente un grande esperto che ha studiato molto il problema. Secondo te quanto abbiamo risparmiato in interessi con ECU ed Euro, diciamo dalla metà dei '90 a oggi?

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  16. i primi 5 commenti anonimi in risposta non sono miei (con tutti questi anonimi che ti scrivono stai andando in tilt :)) e neanche 14/10 ore 23.17.
    Non sono esperto di economia, ci vorrebbero anni di studi. Sicuramente, da quello che vedo scritto da te, ne hai dedicato molto meno. Però io non scrivo niente di Economia, tu invece hai un blog molto popolare e nonostante la tua ignoranza in materia, critichi chi ti esorta a studiare un pò di più. Ti ho consigliato un manuale di economia internazionale (io ho comprato quello di Krugman, Obstfeld, Melitz) se proprio non vuoi andare sul blog di Bagnai (che credo sia un ottimo punto di partenza). Credimi il punto non è quanto ne so io, ma quanto ne sai poco tu.
    A proposito di interessi sul debito, documentati sulle cause dell'uscita dell'Italia dello SME e capirai come quell'enorme debito pubblico che ci ritroviamo sia derivato dagli alti tassi di interesse che eravamo costretti ad avere per mantenere sopravvalutata la nostra moneta.

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  17. Ah, ma quindi non sei un esperto di economia.

    E quindi noi avevamo accumulato un “enorme debito pubblico” perché mantenevamo “sopravvalutata” la nostra moneta? Sei sicuro sicuro sicuro?

    Grazie per aver googlato il titolo di un manuale di economia, ma ti garantisco che, a differenza di quel che forse t'hanno detto al negozio, google funziona anche a me (vuoi dirmi che “Krugman, Obstfeld, Melitz” si esprimono così severamente sull'euro? Sentiti libero di citare ampi stralci del tuo “manuale”).

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  18. ti sei già reso troppo ridicolo…

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  19. Io temo che se Bagnai vedesse che pessima pubblicità gli fate, vi accorcerebbe il guinzaglio.

    Già non mi sembri molto in grado di spiegare come la pensa lui; ora com'è che non profitti di questa generosa finestrella di commenti per citare dov'è che “Krugman, Obstfeld, Melitz” se la prenderebbero con l'euro?

    Poi sai, io ho questo difetto, che nel 1993 ero già vivo e consapevole; me la racconti meglio questa storia per cui all'improvviso abbiamo dovuto fare un debito pubblico “enorme” per “mantenere sopravvalutata la nostra moneta”? Cioè intendi davvero che prima tutto questo enorme debito pubblico non c'era? L'hai mai visto un qualsiasi grafico del rapporto PIL/debito pubblico? Sono sicuro che google ti può aiutare anche in questo.

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  20. In effetti Krugman ha sempre detto che l'euro aveva i giorni contati; segnatamente ha predetto la sua fine (nel giro di “mesi, non anni”) ormai due anni e mezzo fa.
    Se questo sia incasellabile come un “giudizio severo” non saprei.

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  21. Non sarebbe il caso che fosse lui a offrirci il caffè in nome del fatto che ci dobbiamo sorbire e i suoi editoriali e i suoi commenti?

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  22. Ohibò, Sergio, non sapevo che qualcuno ti costringesse.

    Se mi mandi gli estremi del tuo conto corrente (mi va bene anche il tuo numero di carta di credito, compreso il codice di sicurezza che si legge dietro) te ne offro subito un paio, a me paypal funziona.

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  23. Io per lavoro passo spesso da Modena, se credi me lo puoi offrire di persona

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  24. Come abbiamo fatto a non accorgercene? Veramente, che fosse una sòla a sinistra si diceva (non il PDS-DS, che dalla sua nascita ha fatto scientemente di tutto per dare ragione alle peggiori previsioni di Cossutta su come si sarebbe evoluto); solo che poi partiva la solita solfa “non siete costruttivi”, “siete vetero”, “siete irresponsabili”, “siete minoritari/ottocenteschi” (in pratica quello che dice Renzi a chiunque non lo adori come il salvatore, tranne “così vince Berlusconi”, che almeno la decenza di tacere su questo ce l'ha).

    Qualcuno ha nominato le lobby: siamo andati a finire sotto quelle tedesche, che esportano felici a scapito nostro e non aspettano altro che privatizzazioni e tagli al welfare per venire qui a fare spesa di aziende e di manodopera schiavizzata, confermando anche in questo caso ogni peggiore previsione.

    Al riguardo di libri ce ne sono vari: Titanic Europa di Vladimiro Giacché, quelli di Riccardo Bellofiore, di Emiliano Brancaccio, tanto per cominciare.

    Certo che se disegnamo un quadro in cui le alternative sono Renzi, Grillo/Salvini o la Merkel siamo messi male.

    E l'alternativa Spinelli non è che si possa affermare da sé: se tutti cantano in nome dell'Euro e di Maastricht, se le forze politiche nemmeno parlano più di un'alternativa al liberismo, se ai grandi potentati economici conviene così, difficilmente si andrà in quella direzione (posto che sia la migliore).
    Perché ok le politiche comuni, ma quali? Con che idea di economia, di Stato, di welfare? Non mi pare che il flusso di idee (e di forza) dominante vada in quella direzione.

    Ad esempio: l'accordo commerciale con gli USA, grazie al quale ci ritroveremo sugli scaffali il cibo spazzatura americano, prodotto con un centesimo dei controlli che abbiamo faticosamente ottenuto qui, non i pare che vada in direzione di un'Europa migliore, né che rappresenti un cambio di rotta. Anzi.

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  25. Sai che siamo entrati nello sme nel '79 ? Da allora abbiamo tenuto i tassi di interesse alti per mantenere la valuta entro la banda di oscillazione. Ma che ci discuto a fare con te, se ad ogni commento è una ostentazione di superiorità. Lascia stare l'economia, è troppo complicata per te. Oppure accetta di mettere in discussione ciò che pensavi nel '93.

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  26. Sai, è buffo che tu dici questo in calce a un pezzo in cui si mette in discussione quello che si pensava nel '93.

    Tu che ne sai a pacchi di economia, mi dici a quanto lo danno il senno del poi? A naso sembra ora di vendere, ormai ce l'hanno tutti.

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  27. ok, mandami una mail quando passi.

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  28. Dai Leo, a ognuno il suo mestiere, è come se Bagnai venisse a insegnarti su come fare il maestrino…sarebbe buffo no?

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  29. Sì, sarebbe buffo.
    Ma vedi, anche un anonimo che viene a insegnarmi e sa solo citare Bagnai; e sbaglia a citare pure quello; poi prosegue con una serie di nozioni a portata di google; andando avanti dimostra di non aver nemmeno letto il pezzo che sta commentando… sai com'è.

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  30. anomino delle 9.28 non sono io. Comunque probabilmente non hai capito nulla dei miei interventi. Il pezzo cosi come lo hai scritto è pieno di sciocchezze ed anche i commenti successivi. Ti basterebbe un testo di base di economia internazionale per capirlo. Potresti per esempio scoprire che l'Europa non è un'Area Valutaria Ottimale (come è scritto anche nel libro di Kurgman (se vuoi ti mando la foto della pagina per email)). Barriere linguistiche e culturali impediscono la mobilità dei fattori produttivi. Hai messo in discussione ciò che pensavi nel '93 ? Non mi sembra tu abbia cambiato di molto il modo di vedere le cose. Per forza, se invece di studiare le basi di economia, ti affidi ai tuoi politici o giornali di riferimento, non capirai molto della realtà.

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