Son piene le fosse

Frequento pochi ventenni, è un mio limite. Mi piacerebbe capire cosa ne pensano, davvero, di tutti questi vecchi scemi, dai quaranta in su, che all’improvviso hanno realizzato che l’Italia deve uscire dall’Euro – non potevano accorgersene quando stavano entrando? Questi babbioni in piena crisi coniugale, come se un mattino si fossero svegliati abbracciati all’Euro e ODDIOMIO KE HO FATTO!!!!1111!!

“Cosa c’è meine liebe?”
“PUSSA VIA SCHIFOSA VALUTA TEDESCA”.
“Tesoro wie geht’s? hai fatto tu un brutto sogno?”
“Non era un sogno, era la realtà! Che schifo! Io e te… abbiamo passato la notte insieme!”
“Come ogni notte da qvindici anni, liebchen”.

E insomma tutta questa gente ai tempi di Maastricht dov’era? Non potevano accorgersene un po’ prima, di quanto l’Euro fosse insostenibile, di quanto puzzasse, di quanto ci avrebbe resa impossibile la crescita economica e complicata la vita? No, sono tutti diventati economisti esperti quindici anni dopo. Svegliandosi, un mattino, a fianco della sozza creatura europea, si sono resi conto di aver essere finiti nell’unica trappola che non prevede via d’uscita.

Persino il matrimonio di Santa Madre Chiesa Cattolica; quello che si prende davanti al sacerdote, in presenza di testimoni, in cui si giura di resistere a fianco del coniuge nella buona e nella cattiva sorte; e il prete dice “finché morte non vi separi”, e voi dite “sì”: persino quello, a veder bene, si può annullare: basta dimostrare di non aver capito bene, di essere magari un deficiente. Esiste un tribunale apposta, magari non è la procedura meno cara o più dignitosa del mondo, ma insomma, anche quel matrimonio indissolubile si può dissolvere. Maastricht no. Niente divorzi, niente referendum. È peggio dei preti.

Anche il diavolo dei racconti, quello che ti fa firmare i contratti col sangue, quasi sempre poi se ne va con le pive nel sacco a causa di qualche cavillo. Maastricht no. È peggio del diavolo. Davvero, mi piacerebbe capire come la vivono i ventenni. Non fanno che sentire discorsi su come si stava bene con la lira, con quella meravigliosa inflazione che pompava l’economia, che vasodilatava come neanche la cocaina, che botte raga gli anni Ottanta. E poi?

“E poi papà cos’è successo?”
“Eh, cos’è successo… ho incontrato la culona”.
“Ma come hai fatto a non capire?”
“Ma chissà… anche io me lo domando… sai, in quel periodo capire le cose era un po’ un optional”.
“Seh, papà, vabbe’, vaffanculo”.
“Ah no! In questa casa vaffanculo lo dico io”.
“Se ti consola”.

Allora, caro ventenne che non conosco, cerco di spiegartela io: non è che quindici o vent’anni fa fossimo tutti spensierati o ignoranti – ce n’era certo in giro, forse persino più che adesso – ma se l’euro ci parve una buona idea non fu per un qualche complotto di banchieri o poteri forti. Persino i leghisti di Bossi, persino loro che adesso si baciano i gomiti per aver trovato con Salvini uno straccio di strategia; persino loro, ai tempi, non vedevano l’ora che Banchitalia chiudesse e passasse le pratiche a Francoforte; e avevano i loro buoni motivi. Per quanto possano sembrarti scanzonati e grassi gli anni Ottanta, dammi retta se ti dico che la maggior parte di noi aveva già chiarissima la sensazione di precipitare in moto rettilineo uniforme verso un suolo lontanissimo ma solido; no, non eravamo economisti, ma sapevamo di avere contratto dei debiti per pagare interessi su altri debiti che avremmo saldato con altri debiti che avresti dovuto pagare tu. In quella situazione l’euro ci sembrò provvidenziale. Ci sbagliavamo?

Magari sì, che ne so. Facile dirlo col senno del poi. Ora tu magari hai tutte le ragioni per odiarci, ma non credere che al nostro posto tu non avresti detto lo stesso “sì”. Non essere sicuro che non dirai mai “sì” a proposte anche peggiori. A parziale discolpa, l’Euro a cui dicemmo “sì” a Maastricht era molto diverso da quello che è diventato. Per certi versi era più grande, per altri era più piccolo.

Era più grande perché era parte di un progetto che a quanto pare si è bloccato. Tu ora lo vedi come un matrimonio – e hai ragione – ma noi a quel tempo lo consideravamo più un fidanzamento: l’euro era solo il primo passo. Dopo la politica monetaria sarebbe seguita la politica economica (insomma, era ovvio o no? Come si fa ad avere la stessa valuta e politiche economiche diverse?) Dalla politica economica sarebbe ovviamente seguita la necessità di una politica comune tout court, et voilà: nel giro di vent’anni avremmo avuto la Confederazione Europea, se non proprio gli Stati Uniti. Non poteva che andare a finire così – anche se a ben vedere non c’erano precedenti.

Allo stesso tempo quell’Euro era più piccolo: i contraenti a Maastricht erano appena dodici. E noi contavamo molto di più di un semplice dodicesimo. Eravamo la terza economia, con qualche motivo per crederci ancora l’idolo delle feste: quello irresistibile anche se ha un sacco di magagne da farsi perdonare. Una cosa che davvero non ci aspettavamo era l’allargamento a est. Per forza, era il 1992. Il muro di Berlino era ancora un cantiere, non avevamo nemmeno le cartine aggiornate alle pareti. Per noi la Slovacchia era remota quanto il Tagikistan – occhio, non ti sto dicendo che l’allargamento massiccio del 2004 fu un errore. A quel punto ormai era chiaro che l’est era la frontiera del benessere: se non lo avessimo agganciato noi, ci avrebbero pensato gli americani. Lo si vide con la seconda guerra del Golfo, quando Donald Rumsfeld incassava l’appoggio entusiasta di polacchi e ungheresi e la chiamava la “nuova Europa”. Ancora oggi, è la Nato più che la UE a spingere per mettere le bandierine sull’Ucraina. Allargarsi a est era inevitabile, ma il risultato è che il baricentro si è allontanato dal mediterraneo, forse per sempre. Dovevamo capirlo nel ’92? Dovevamo immaginare delle alternative?

E dunque caro ventenne, è andata così. L’euro era molto più carino, quando ce lo siamo portati in casa. Va sempre a finire così, probabilmente; ma sei libero di pensare il contrario. Libero di prendertela con me. Se te ne intendi anche solo un minimo, a questo punto sai meglio di me che il referendum di cui oggi parla Grillo, e dopodomani parlerà Salvini, non si può fare. C’è una ragione giuridica (non è previsto dal Trattato) e ce n’è una di buon senso; anche chi andrà a votare per l’uscita dall’Euro non ci penserà due volte a riempire di buoni euro i materassi. Dal momento che la sacrosanta libertà di parola dovrebbe consistere nella libertà di affermare che due più due fa quattro, sarebbe opportuno che da qui in poi Grillo e gli altri anti-euristi fossero obbligati a dichiarare con chiarezza quello che chiedono davvero: non tanto USCIAMO DALL’EURO!, quanto SVALUTIAMO I NOSTRI RISPARMI!, magari anche DIMEZZIAMO I NOSTRI STIPENDI!, dopodiché fatalmente L’ECONOMIA RIPARTIRA’, il che effettivamente potrebbe anche darsi: l’economia dopo un disastro riparte sempre. Nel medioevo era una pestilenza, nel Novecento una guerra mondiale, ma non c’è dubbio che in generale non ci sia niente meglio di un bel disastro per far ripartire l’economia.

Se te ne intendi anche solo un minimo, anche questa cosa già la sai, e forse a questo punto avresti anche diritto di decidere se l’opzione ti interessa o no. Che ne dici di una nazione a metà tra l’Europa e il Sud sottosviluppato del mondo, una roba tipo Messico, ma con la doppia valuta stile Cuba? Un posto dove il medico pubblico garantisce un servizio di qualità ma guadagna meno della figliola che la dà ai turisti in cambio di sani bigliettoni europei? È il tuo futuro, chi se non te avrebbe diritto di deciderlo?

Che pretendano invece di deciderlo dei giuggioloni come Grillo, o Casaleggio – gente che negli anni Novanta si sarebbe comprata la fontana di Trevi, e che oggi crede di stamparsela in 3d – ecco, questo è un po’ seccante, non trovi.

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81 risposte

  1. Un unico appunto: “precipitare in moto rettilineo uniforme” non funziona. Notoriamente, si precipita in moto rettilineo uniformemente accelerato (l'accelerazione, costante, è quella di gravità) 😉

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  2. Sì ma poi c'è l'attrito.

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  3. Ochei.
    Però: che razza di “patto” è uno da cui non puoi tirarti fuori se non almeno amputandoti qualunque cosa dalla cintola in giù?, perchè un punto importante è questo: forse è più semplice svincolarsi dalla mafia che dall'euro.

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  4. La soluzione non è Grillo e il referendum consultivo, cioè andare a vedere cosa vuole il Popolo che in media di economia, macro o micro, ne sa quanto un bimbetto di 5 anni. Giusto, lasciamo scegliere a quelli che hanno studiato, che finora ci hanno detto “o fate così o non vi salvate”. Abbiamo fatto così con Monti, c'era il baratro, la fine, fate presto, eccetera e ne è uscita una roba che lacrime e sangue. Occhio la premessa: fate così o non vi salvate.
    E venne Letta, le larghe intese, fate così o non vi salvate. E venne Renzi, il paladino senza macchia e senza paura di contraddirsi, articolo 18 non è in discussione, articolo 18 subito oppure modello spagnolo sbandierato per un anno per poi rinnegarlo per un più pratico modello tedesco adesso. “Sono l'ultima speranza prima della Troika” dice lui, “questo è l'unico governo possibile o arriva Grillo” dice il suo ministro dell'interno.
    Un'economia basata sulla paura quanto può resistere?
    Hai voglia a spiegarmi perché 20 anni fa qualcuno ha scelto l'euro (non il Popolo) e ci siamo trovati strozzati tra una banca centrale e una mancata crescita che continua a contrarre i risparmi e fa fare delle figure da peracottari ai proponenti operazioni salvifiche che non lo erano (tfr in busta paga per i consumi) per spostare una virgola qua e là e passare dalla previsione di crescita +0,8% a una più realistica -0,3%.
    La disperazione porta persino a Beppe Grillo, un referendum per placare gli animi ed è un attimo fare leva sulla paura: attenzione, altrimenti arriva Salvini.

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  5. Capito stronzi? L'euro ve lo tenete e zitti. Lo dicono i maestrini piddini. Se votate m5s siete scemi. Testa bassa e pedalare.

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  6. @silibi, c'è il concetto di Velocità Terminale, aggettivo quantomai appropriato al contesto.

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  7. Tu dici che vent'anni fa non fu il Popolo a scegliere l'Euro, bensì Prodi.
    Mi stai forse dicendo che Prodi non fu regolarmente eletto dalla maggioranza degli italiani? Stai forse accusandolo di aver fatto brogli elettorali?
    Se pensi che il governo Prodi non fosse legittimo abbi il coraggio di dirlo chiaramente senza fare accuse velate.

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  8. Esistono fior di economisti che da parecchi anni spiegano come e per quale motivo il progetto europeo stava diventando ed è diventato il disastro che oggi tutti possiamo vedere con chiarezza.
    Quando gli viene chiesto cosa bisognerebbe fare oggi, i più espliciti tra di loro rispondono, in sostanza: smontare questa costruzione appare necessario; si può fare in diversi modi; la migliore tra le opzioni disponibili conduce a un disastro.
    Quindi è ovvio che chi dice “fate così o non vi salvate” (Anonimo di lunedì 13 ottobre, ore 03:03:00) in realtà intende: il disastro che vi propongo io è meno disastroso di quello che vi propone la concorrenza.
    Chi abbia ragione oggi è ancora meno chiaro di quanto fosse chiara la situazione nei primi anni 90.

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  9. Nessuno crede più agli economisti. Ho più probabilità di chiapparci io facendo a testa o croce.
    In tanti stanno finalmente ammettendo che l'economia è una pseudoscienza:
    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/10/11/gli-economisti-pentiti-o-quasi-adesso-fanno-autocoscienza60.html

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  10. Il governo Prodi non fu legittimo.

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  11. Che l'economia non sia una scienza esatta e che molti economisti continuino a sbagliare e/o a mentitire è ovvio. D'altra parte il mio punto non era questo.
    Il punto è che i leader politici europei hanno sbagliato (e/o mentito) e continuano a sbagliare (e/o mentire) per motivi che diventano sempre più evidenti.
    Inoltre diventa sempre più evidente che continuare su questa strada porta al disastro (per la maggioranza dei cittadini), mentre cambiare strada porta a un disastro di tipo diverso.
    E questo non ha molto a che vedere né con la crisi globale di sistema, definitivamente arrivata a maturazione nel 2008 (ma già intravista con buona approssimazione alcuni decenni prima), né con il grado di scientificità degli studi economici.

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  12. aluni commenti mi ricordano una mia amica che vedendo delle luci muoversi stranamente nel cielo ha pensato: sono ufo, cosa può essere altrimenti?
    ecco qui è lo stesso: cosa ci può essere peggio dell'euro per l'italia?
    alcuni rispondono: qualunque cosa, senza entrare in dettaglio (cosa ne sarà di stipendi, pensioni, risparmi, prezzi delle materie prime importate, ecc.)
    altri pensano invece che c'è una cosa sicuramente peggiore dell'italia nell'euro con un cazzo di governo renzi: un cazzo di governo m5strilli eterodiretto da beppestrillo casaleggio!
    perché oggi sembra assodato che l'economia non sia una scienza esatta, quini gli economisti sbagliano le previsioni…
    ma se gli economisti sbagliano le previsioni, quanto potranno sbagliare i minchioni che straparlano e urlano à la mentula canis?
    perché mi sa che statisticamente beppestrillo (a cominciare da quando spaccava computer) non ne ha indovinata una!
    mai.
    le sbaglia tutte

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  13. Circa l'attuale situazione politica europa sono state avanzate numerose proposte, riassumibili in tre categorie principali, da me etichettate col nome di un politico che le sostiene

    Soluzione 1 “Salvini” (Padroni a casa nostra, ovvero: dividiamoci e saremo più forti). L'idea è quella di sciogliere de facto l'unione, ogni stato si riprende la propria sovranità assoluta senza concertare più nulla coi vicini ed eventualmente frammentandosi ulteriormente in stati minori (es: il Veneto, le Fiandre…). Il vantaggio è la soddisfazione di essere finalmente padroni del proprio destino, soli di fronte alla tempesta; ogni stato attuerebbe autonomamente le politiche che desidera ed il contrasto con gli altrinon sarebbe più un ostacolo. Lo svantaggio è che (1) si sarebbe piccoli piccoli in competizione con giganti quali ad esempio la Cina e (2) la storia ci insegna che quando piccoli stati indipendenti sono in contrasto, il “concerto fra le nazioni” di kantiana memoria è spesso accantonato in favore di soluzioni più drastiche.

    Soluzione 2 “Merkel” (Lasciamo tutto com'è, ovvero: giganti economici, nani politici) L'idea è quella di non fare nulla: abbiamo una moneta unica, ma perché mai dovremmo avere anche una politica unica? La politica vien decisa momento per momento con compromessi fra i vari governi che cercano sempre di salvare lo statu quo e che hanno paura a spingere in una qualunque direzione, col risultato che chi è più forte detta la linea e gli altri son costretti ad aggregarsi. Un indubbio vantaggio di tale soluzione è che non occorre far nulla, basta sedersi e attendere l'ennesima soluzione rattoppata che scontenta tutti, ma allo stesso tempo tutti hanno buon gioco a dire “non è colpa mia, è l'Europa/ la Germania/ i pezzenti del Sud/ i rigoristi del Nord/ mio nonno in carriola che ce lo chiede”. Svantaggio è che non si va da nessuna parte e ogni crisi è peggiore della precedente in quanto generata dall'immobilismo.

    Soluzione 3 “Spinelli (La repubblica federale europea, ovvero: sovranità continentale) L'idea è quella di riprendersi la sovranità facendo sì che sia il parlamento europeo, eletto dai cittadini, a decidere e non riunioni intergovernative: in tale ottica i parlamenti locali trasferiscono molti poteri a livello federale (energia, difesa, lavoro, politiche macroeconomiche). In tal modo il governo europeo (eletto dai cittadini) può stabilire politiche uniche per tutto il continente, al pari di altri grandi stati federali nel mondo. Vantaggi: usciremmo dall'immobilità, ci riprenderemmo la sovranità, avremmo una voce unica nelle crisi a livello globale, le leggi e i diritti sarebbero unificati da Rovaniemi a Malta. Svantaggi: occorre smettere di pensare soluzioni buone solo per territori limitati, ma affrontare problematiche di ampio respiro, inoltre i politici non potrebbero più ricorrere alla scappatoia di strizzare l'occhio al proprio elettorato locale aizzandolo “contro” un nemico esterno, ma sarebbero costretti a studiare soluzioni più complesse.

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  14. Sono l'anonimo originale delle 3.03.00.
    Nessun popolo sceglie il PdC, viene votata la fiducia in Parlamento, come ci è stato ricordato più volte dopo il passaggio Letta-Renzi.
    Nessuna consultazione popolare referendaria ha sancito la decisione di entrare nell'utilizzo dell'euro. Da qui una certa diffidenza verso i venditori di paura e necessità impellenti governativi.

    Anonimo Originale

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  15. Beh, se è per questo nemmeno la Costituzione della Repubblica Italiana è stata ratificata da una “consultazione popolare referendaria”.
    In generale, le “consultazioni popolari referendarie” sono avvenimenti abbastanza eccezionali. Siamo entrati nell'euro perché lo volevamo; abbiamo votato politici che, naturalmente, lo volevano; se ne avessimo votati altri probabilmente avrebbero preso la stessa decisione, che in quegli anni sembrava la più ragionevole. Altre spiegazioni (eravamo tutti all'oscuro! siamo stati manovrati da una gang di banchieri!) mi sembrano abbastanza consolatorie.

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  16. È un po' come la guerra; tirarsi fuori gratis è impossibile (ciò non toglie che noi ci proviamo sempre).

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  17. è vero quello che dici, però mi pare che glissi un po' troppo (e un po' troppo facilmente) sulla parte “l'Euro a cui dicemmo “sì” a Maastricht era molto diverso da quello che è diventato”. è come se io vent'anni fa mi fossi sposata George Clooney (e il suo impegno civile e il suo conto in banca) e oggi mi ritrovassi sposata ad Alvaro Vitali (e il suo impegno civile e il suo conto in banca – senza offesa). E vent'anni fa nessun “gufo” (cit. Renzie) ci aveva detto che si poteva arrivare a questo – almeno, non che io mi ricordi. Sono cambiate un po' le carte in tavola, da allora… All'euro che ci avevano prospettato vent'anni fa direi di nuovo SI, senza dubbio alcuno; a questo, avrei detto NO anche vent'anni fa.

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  18. Appunto.
    Tra quelli che ci hanno prospettato l'avanzamento del progetto europeo 20 anni fa, alcuni hanno mentito e altri non hanno capito quanto fosse pericoloso e semplice “deviarlo” rispetto a quanto veniva prospettato.
    Oggi la deviazione è palese.
    Ci si potrebbe chiedere cosa fare da oggi in poi, ma ha veramente senso chiederselo? L'europa di Spinelli non esiste oggi e non si vedono poteri economici o politici interessati a costruirla domani. Per quanto riguarda gli elettori, cos'altro possono fare se non eleggere?

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  19. Caro Claudio, mi pare che le soluzioni “Salvini” e “Spinelli” non vengano neanche prese in considerazione. La soluzione “Merkel”, invece, sembrerebbe non essere una soluzione.

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  20. Purtoppo la soluzione “Salvini” è molto diffusa in Europa, ad esempio la propaganda del partito Alternative für Deutschland è riassumibile in “padroni a casa nostra: basta pagare con soldi tedeschi i conti scassati dei terroni” (detto in maniera più gentile, ma il succo è quello). Allo stesso modo isole di sovranismo spuntano qui e là come funghi.

    La soluzione “Spinelli” era un tempo patrimonio della sinistra… un tempo. Oggi Renzi sembra aver sposato appieno la tesi “Merkel” abdicando completamente all' idea di Europa Federale. La scusa del “ce lo chiede l'Europa / è colpa dell'Europa” non va sottovalutata: è infatti buona per tutte le occasioni e ogni volta che un politico deve giustificarsi di una propria carenza la tira fuori dal cappello senza che nessuno possa controbattere. Anche Renzi è sensibile all'idea di avere una scusa sempre pronta per tamponare i danni che fa.

    Ve l'immaginate se i presidenti di regione usassero una scusa analoga?
    “Perché la sanità è stata gestita male?” – “E' colpa dell'Italia!” ; “Ma qui ci son tagli agli asili nido!” – “Ce lo chiede l'Italia!” ; “Perché non sono stati rinforzati gli argini dei fiumi?” – “L'Italia ce lo ha proibito!” ; “Cos'è questo rimborso milionario per pasticcini?” – “Gli sperperi dovuti all'Italia!”

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  21. Quindi mi pare che siamo sostanzialmente d'accordo. La “molto diffusa in Europa” soluzione Salvini non è al governo (e sembra molto verosimile che continuerà a non esserlo) in nessun paese dell'Unione, mentre la soluzione Spinelli è stata abbandonata dal simulacro vuoto della sinistra (italiana e non italiana) con grande disinvoltura e rapidità.
    Rimane la “soluzione Merkel”, che ha il vantaggio di essere molto comoda in quanto non prevede correzioni. Inoltre la “soluzione Merkel” va nella direzione “giusta”, ossia quella a favore di corrente.

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  22. Si, ma porca paletta, io mica posso aspettare d'esser morto: a me una repubblica europea farebbe comodo adesso!

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  23. “Siamo entrati perchè lo volevamo”

    Ci hanno raccontato la favoletta che se non l'avessimo fatto sarebbe arrivato il babau…e comunque sarebbe stato tutto bello…ecco perché siamo entrati!

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  24. quindi non dobbiamo uscire dall'euro, dobbiamo accelerare per avere politiche economiche e sociali comuni, giusto?

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  25. Eh, magari. Prima bisognerebbe trovare qualcuno (in termini di lobby con un minimo di voce in capitolo) che abbia l'intenzione di accelerare. Anzi, prima ancora bisognerebbe trovare qualcuno (vedi sopra) che abbia interesse ad andare in quella direzione.

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  26. Ah come ti capisco.

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  27. E comunque mi pare che ci sia una grossa differenza tra “avere politiche economiche e sociali comuni” e costruire una federazione.

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  28. Eh, ma siam sempre lì: a suo tempo quanti di “noi” (io all'epoca manco votavo, ad esser fiscali; ma non è il punto) avevano contezza del fatto che entrare nell'euro sarebbe stato un po' come entrare in guerra?

    [Ero convinto di aver già postato questa risposta; mi si perdoni l'eventuale doppione!]

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  29. Magari tu avrai creduto a una favoletta; io ero un adulto e mi sembrava una buona idea. Ancora oggi non ci sono alternative molto interessanti; le favolette ora le raccontano i referendumari.

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  30. Ti sembra ancora una buona idea?
    Sigh!

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  31. se invece di perdere tanto tempo col blog, ti fossi documentato un po' di più non scriveresti queste fesserie.

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  32. Gli 80 euro ce li ha dati renzi, mica beppe!

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  33. Posso sempre cominciare; hai qualche testo da consigliarmi?

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  34. Senza offesa, non credo tu sia più in tempo

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  35. O.T.
    Leo, cosa ne pensi di luxuria nella tana del caimano?

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  36. @Hop-Frog Secondo me le “politiche economiche e sociali comuni” dovrebbero essere il primo passo verso la federazione; purtroppo rimanda oggi, rimanda domani, la federazione è sempre in alto mare.

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  37. Sei un po' in ritardo, maestrino. Ma meglio tardi che mai. Potresti partire con un buon sussidiario.

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  38. Me ne consigli uno che non preveda, in caso di referendum sull'euro, una situazione di caos e la svalutazione di salari e risparmi?

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  39. @ Claudio VdA
    Sarà un caso che si rimanda oggi e si rimanda domani?
    Quello che si voleva fare si è fatto.
    Serviva un comodo mercato europeo con moneta unica e governi malleabili, mica una federazione.

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  40. Il maestrino ragiona alla madama la marchesa…ma quando presto invece di mettergli in tasca gli 80 eurini glieli toglieranno…allora vedrete che furia….eh maestrino…

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  41. Ma serviva a chi?
    Ai cittadini servirebbe una federazione, mentre invece ai nostri diretti concorrenti (Cina, USA, ecc..) servirebbe che andassimo in frantumi.

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  42. Toh, chi si vede, è tornato l'anonimo dalle idee confuse che non è in grado di spiccicare ragionamenti e l'unica cosa che sa scrivere è “madama la marchesa”, come se bastasse citare una vacchia canzone del 1935 per avere ragione.

    Quasi quasi ci provo anch'io: adesso vado al supermercato e alle casse invece di tirare fuori i soldi dico “madama la marchesa”… vediamo se la va.

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  43. Ehi Claudio, scusa se ti ho toccato il maestrino eh…prometto che non lo faccio più

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  44. A chi? A quelli che il mercato lo usano, ovviamente. Chi altri? Non è mica una questione di nazionalità.
    Al cittadino europeo medio, invece, servirebbero una federazione (con dentro la giusta linea politica, altrimenti si finisce come il PdR) e tante altre belle cose.
    Pazienza.

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  45. Entrare nell'euro continua ad essere una buona idea anche con il senno di poi, l'anonima ignorante probabilmente non ha mai sentito parlare di inflazione a doppia cifra e non ha mai provato a pensare a quanto pagherebbe un litro di benzina con il cambio lira/dollaro.
    Ed era ovvio già allora che non sarebbe bastato entrare nell'euro per risolvere i problemi dell'Italia e che non avremmo più potuto continuare con il solito giochino della svalutazione per aumentare le esportazioni. Lo sapevamo, abbiamo fatto finta di niente, è arrivata una crisi che resterà nei libri di storia e ne stiamo pagando il prezzo e lo pagheremo ancora a lungo.
    Non tornerei mai indietro , possono fare tutti i referendum incostituzionali che vogliono.

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  46. Ti chiamerò Marchese (tanto sei anonimo).

    Vedete, signor Marchese, stavo discutendo con Hop Frog delle varie idee di Europa, ma poi m'è caduto l'occhio un po' più in basso e mi sono imbattuto in voi che frignavate e pestavate i piedi, così mi son permesso di farvi notare che non avete espresso un concetto che fosse uno e che questa è una vostra abitudine. Noto poi che nella vostra replica delle 15:50 non avete abbandonato tale atteggiamento, così mi permetto di farvi una domanda: cosa vi augurereste per il futuro del nostro continente? Auspicate una federazione, preferireste che rimanesse tutto così com'è (modello Merkel) oppure le vostre idee incedono verso il dividerci nuovamente in tanti staterelli in lotta fra loro? Articolate un concetto, suvvia, siate generoso con noi plebei.

    PS: io ho provato ad evocare titoli nobiliari, ma in cambio di pane, latte, un po' di Müsli e del formaggio, alla cassa hanno voluto una banconota da 5 E (nota per gli eurotracciatori: era una V/VA stampata in Spagna).

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  47. intanto 'il tramonto dell'euro' ti era già stato segnalato…

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  48. poi potresti dare un'occhiata a qualche testo di economia internazionale…

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