Ritorno a Capannonia. 

Tutto può darsi. Compreso che un giorno risorga davvero una Serenissima Repubblica Veneta libera e indipendente, da Belluno a Dubrovnik (ma perché non Nicosia). Che nei futuri libri di Storia, nelle wikipedia future dettate nella nobile lingua di Goldoni e Zanzotto, i secoli oscuri tra Campoformio e la prossima secessione siano definiti come un insulso interregno, un periodo in cui i veneti furono soggiogati da francesi, austriaci e – somma ingiuria – italiani, persino italiani. Può darsi che un giorno lo stendardo di San Marco sventoli di nuovo sui municipi dalla Val Trompia alla Dalmazia, e che alla loro ombra si scoprano monumenti agli indipendentisti di Brescia Patria e Veneto Stato, che oggi ridicolizziamo e che quel giorno saranno onorati come patrioti ed eroi. Tutto può darsi, compreso che le cose vadano davvero così.

Consentitemi però di dubitarne.

www.linkiesta.it

Se non altro perché – che io sappia – fin qui non è esistito un solo movimento rivoluzionario o indipendentista al mondo che abbia previsto come prima fase di lotta la trasformazione artigianale di un trattore in un carro armato. È ben strano, no? che un’idea tanto buona non sia venuta in mente per prima a Michael Collins, o Mao Tse-Tung, o Che Guevara. E non una volta sola, ma due volte in vent’anni, malgrado tutte le considerazioni di natura anche semplicemente tattico-logistica, determinate peraltro dall’esclusiva natura che fa della capitale dei veneti una città unica al mondo: una città dove sono bandite le automobili, figurarsi i cingolati. Capirei ancora un motoscafo; ma l’idea che tutto sia possibile, l’insurrezione di popolo e di piazza, purché si riesca a piazzare almeno un paio di cingoli in Piazza San Marco, è qualcosa che sfida la nostra capacità di restare seri.

Possibile che una nazione millenaria, che sfidò imperi cristiani e islamici e seppe tener loro testa per tutto il medioevo e l’età moderna, possibile che debba necessariamente risorgere in un capannone, fissando mitragliette a una ruspa. Questi artigiani che nelle loro officine truccano e saldano, come possono realmente pensarsi gli eredi di una nazione di mercanti cosmopoliti? Sembra quasi il contrario, una rivincita dell’entroterra operoso sulla laguna: Venezia come frontiera di qualcosa che resta saldamente ancorato a terra, alle province per secoli contadine e poi, per un tempo breve, troppo breve, motore ausiliario dell’Italia industriale. L’ultimo ad andare in rodaggio veramente – nel dopoguerra era ancora zona depressa – e di conseguenza il più deluso per la fine di un benessere che ha fiutato per poco, una generazione appena: e tirando un po’ troppo su col naso, se mi è concesso.

Mi è concesso. Mi separano dal Veneto terragno settanta chilometri, un’inflessione più celtica, e nient’altro. La rabbia e la frustrazione che si vedono in giro sono le stesse, e fondate sulle stesse basi malferme: l’idea che ci sia stato tolto qualcosa che doveva essere nostro per diritto, benché lo avessimo appena afferrato. I cinesi non si dovevano permettere di uscire dal sottosviluppo e farci concorrenza abbattendo i costi della manodopera. I turchi non dovevano attentarsi a comprare a prezzi di rottami i telai industriali che smantellavamo. Noi eravamo i leader del settore, i più bravi, ce lo dicevano tutti, lo saremmo ancora, è colpa dell’euro. Della Cina. Del comunismo. Del partito democratico. Degli extracomunitari. Dei politici ladroni.

Il tanko nel ’97: a chi appartiene?
Chi ha deciso di esporlo alle fiere?

Al bar con un po’ d’impegno puoi riuscire a dar la colpa a tutti in una frase sola: sarà colpa dei comunisti del partito democratico in combutta coi cinesi e gli extracomunitari in genere che hanno governato per sessant’anni regalandoci l’euro. Chi dice queste cose non ha dedicato molti anni del proprio percorso all’istruzione, né era previsto che lo facesse: fino a qualche anno fa chi si laureava, in zona, guadagnava a trent’anni la metà di chi aveva iniziato a diciotto. Studiare era semplicemente la scelta sbagliata – e anche oggi, che una laurea fa comodo pure per il concorso alla nettezza urbana, non è che la cultura ti offra le soluzioni: ti fa solo vedere meglio i problemi. Se hai studiato economia sai che la piccola impresa è spacciata, con o senza euro: conviene scappare. Se hai studiato idraulica sai che il momento in cui i vasi comunicanti della forza lavoro mondiale ritroveranno un equilibrio è ancora lontano. Se ti sei laureato in filosofia puoi prenderla con filosofia. Chi ha iniziato a lavorare a sedici anni può trovarsi con le mani che lavorano da sole, in officine che lasciar vuote è un peccato; qualche pezzo di ricambio ormai era stato ordinato, e in breve il tanko è come se si costruisse da sé: sta al piccolo artigiano come il bozzo al baco di seta, una fiaba a Carlo Gozzi.

Ma metti la comodità,
vai all’estero e a sera sei a casa.

Nel frattempo il cervello si dà da fare per trovare una giustificazione, l’autonomismo, certo, l’indipendentismo, certo, certo, la Serenissima. Ma il Veneto dei dogi, la crudele multinazionale che si vendette persino i resti di mamma Bisanzio, e bombardò il Partenone; la Venezia che trionfò a Lepanto e resistette altri due secoli inventando il turismo di lusso, non c’entra davvero molto. La patria che hanno in mente gli hobbisti che saldano mitragliette ai motocingolati è l’eroica Capannonia, quel nano-paese tutto villaggi industriali, tutto fabbrichette, il residuo emotivo di un sogno durato una generazione e mezza: la Piccola Impresa. Si stava così bene quando abitavamo tutti sopra l’officina del papà. Tutti proprietari, tutti padroncini, tutti con una mercedes o una porsche in leasing, perché è finito tutto questo, perché? Maledetto euro.

Non è nemmeno una coincidenza che, con tante cause perse in cui buttar via i soldi, i parlamentari cinquestelle abbiano deciso di devolverli a un fondo per la Piccola-Media Impresa: un sogno così italiano, forse iscritto nel nostro destino territoriale: in fondo siamo davvero piccoli, e a parte qualche parentesi incresciosa non abbiamo mai molto sgomitato per conquistarci altro spazio vitale. Chi ha studiato Storia sa, con una relativa sicurezza, che siamo spacciati com’era spacciata Venezia il giorno in cui Vasco De Gama vide le coste indiane: questo non le impedì di vivere ancora secoli di meravigliosa decadenza, e forse anche noi ne abbiamo il diritto. Forse l’Unesco dovrebbe fare qualcosa per i nostri Capannoni, dichiarare il nostro cemento unico al mondo. Capannonia sorgerà come una piccola patria di officine – costruiremo tutto un pezzo alla volta, i carri armati e gli acquedotti e le mura intorno alle nostre Zone Industriali. Nessuno avrà il diritto di farci la guerra, o meglio se ci attaccheranno dovranno farlo ad armi pari, con catapulte costruite secondo le antiche ricette. Verranno i turisti non solo a carnevale, saranno felici di travestirsi da cavalieri o Casanova, il cambio con la lira sarà favorevolissimo. E la legge Merlin, non c’è bisogno di dirlo, abolita. Insomma Capannonia un senso ce l’avrebbe, una storia potrebbe avercela, io che ho studiato storie forse mi ci dovrei applicare, mi domando se in fin dei conti non sia mio preciso dovere di padano.

Invece ripasso geografia, di solito a questo punto dell’anno siamo nei pressi del Canada e io richiamo l’attenzione su alcuni dati: è il secondo Paese del mondo per estensione, più grande degli USA, ma ha un decimo dei suoi abitanti. Un sacco di spazio, insomma. Certo non è coltivabile, per adesso; bisogna vedere come si scioglierà il permafrost. Nel frattempo si è aperto anche il passaggio a nordovest, pensate. Insomma è là in alto a sinistra sul planisfero, lo avete visto? Si parlano inglese e francese, un motivo in più per studiarle bene.

Podcast also available on PocketCasts, SoundCloud, Spotify, Google Podcasts, Apple Podcasts, and RSS.

66 risposte

  1. Sarebbe interessante. sì, ma molto doloroso per tutti e anche per te.

    Certo che prima fai quel post per dire “ah, siete finiti sott'acqua? ve la siete cercata, così imparate a votare la lega” (perché questa è la nostra colpa, no?),

    Insomma sei di quelli che mi tengono il broncio da quattro anni perché hanno letto in un certo modo un post. Ma non sei permaloso, eh, neanche un po'.

    Prima di dare dei “mona” a quelli che traggono le conseguenze dalle barzellette che racconti tu, dovresti dimostrare di essere più avveduto. Fin qui a mio parere non ci siamo.

    E se hai votato la lega e ti senti in colpa, non è colpa mia. Non c'entro io. Sei tu che ti senti di merda, facci il callo. Hai votato un partito di mona per anni, ti sei fatto fottere per anni, e stai ancora cercando la cosa sbagliata (il giochino dell'indipendenza): sarà fatale incontrare, nel breve-medio, un altro partito di astuti o imbecilli che ti rifotterà di nuovo. Il problema non è senz'altro essere veneto, visto che è successo in tutte le regioni, e non è successo a milioni di veneti. Ma puoi pure continuare a raccontarti che ce l'abbiamo con te perché ti odiamo e vogliamo i tuoi schei. Sarà senz'altro per questo che in quattro anni non si è provveduto a incassare meglio il Bacchiglione.

    "Mi piace"

  2. I ragionamenti fatti da ugofc81 si basano su quattro presupposti a mio giudizio sbagliati
    1) La maggioranza dei veneti vuole l'indipendenza e/o l'autonomia.
    2) Il Veneto è sfruttato dallo stato italiano
    3) Se uno vota cattivi amministratori poi non ha colpa
    4) Gli italiani odiano i veneti

    1) Ma quanti sono 'sti veneti che vogliono l'indipendenza? A giudicare dai recenti risultati sono quattro gatti, una ristretta minoranza. Non sono molti di più dei pisani che urlano contri i fiorentini i propri rancori vecchi di cinque secoli. Potrei farti una lunga lista (dal porto all'aeroporto) delle leggende che si son create in merito ad un supposto “odio” dei fiorentini verso i pisani, tutte cose non vere e nate da banalizzazioni di problemi complessi.
    2) Le tasse in Veneto non sono più alte che in Campania o in Toscana, né gli interventi pubblici in Veneto sono minori che in Campania o in Toscana.
    3) Se voti un politico che non manutiene gli argini, poi non ti sorprendere che il fiume straripi: alle prossime elezioni vota qualcuno che si prenda l'impegno di manutenere gli argini e non te la prendere con chi te lo fa notare.
    4) Non credi di darti un'importanza che non hai? L'italiano medio non odia i veneti come categoria semplicemente perché ha di meglio da fare. Anche Milosevic ha basato la propria retorica sul fatto che nel mondo c'era un complotto anti-serbo e che uomini e donne di tutto il pianeta passavano le proprie giornate a lambiccarsi il cervello su come danneggiare la Serbia, ombelico del mondo. Il mondo non ha ombelichi e gli italiani non odiano i veneti in particolare così come non odiano i serbi o gli argentini.

    C'è poi chi scrive che l'indipendenza veneta non è un no all'Euro. Si da il caso che per il Veneto valga la stessa cosa delle Fiandre o della Catalogna: i nuovi stati sarebbero fuori dall'Euro e da Schengen e dovrebbero contrattare l'ingresso come tutti gli altri e che di solito il tempo tecnico di attesa è di circa due anni. Quindi un Veneto indipendente avrebbe visti per entrare in Europa e niente Euro, a meno di non adottarlo unilateralmente come il Montenegro: hanno gli indipendentisti fatto scorta di valuta pregiata onde gestire un'adozione unilaterale?

    "Mi piace"

  3. Alessandro, quando hai finito di ripassare i congiuntivi, studia anche gli accenti….

    "Mi piace"

  4. Caro anonimo delle 23:03, sappi che non ci si improvvisa Svizzera nemmeno con gli accenti sul verbo dare.
    Beati i poveri d'accento, di essi sarà il regno delle tastiere anglofone.

    "Mi piace"

  5. identificazione di refusi ortografici ossessiva compulsiva: altra frontiera del trollismo (lo so, devi farlo)

    "Mi piace"

  6. Ignorantia ad abundantiam

    Ecco la ragione che sta alla base di questo triste periodo.
    Congiuntivi questi sconosciuti, accenti messi a caso, vero Alessandro/Anonimo?

    Poi è ovvio che se a correggervi è il maestrino con la penna rossa tutto bene, evviva il maestrino, maestrino accetta le nostre scuse, madama la marchesa, maestrino hai ragione e per il maestrino trasformiamo i verbi da intransitivi a transitivi….
    Se a correggervi è un anonimo subito lo bollate come grillino ossessivo compulsivo.
    Continuiamo con la nostra auroreferenzialità, del resto ha dato ottimi frutti no?

    "Mi piace"

  7. la tpica identificazione di refusi ortografici al posto dell'interlocuzione farà parte del manuale che vi dà l'azienda per la contaminazione virale”? (di solito si accompagna anche alla frase: tu devi essere uno studente delle medie perchè le idee che esprimi sono puerili, et simila) in questo caso devi sbarcare il lunario e ti capisco, non puoi stare a ragionare tanto, soprattutto su cose di cui non t'importa nulla, hai un lavoro da svolgere.

    "Mi piace"

  8. Caro Anonimo professore, capisco che tu sia abituato solo a fare domande e capisco quindi che tu preferisca prendere la tangente invece di rispondere ai contenuti. Per farlo bisogna infatti essere in grado

    "Mi piace"

  9. 2) se davvero è come dici tu, allora che ogni regione d'ora in poi sopravviva con le proprie tasse, no?

    ps. gli aiuti pubblici in Veneto vengono spesi in maniera leggermente differente che in Sicilia

    "Mi piace"

  10. torno su questo post, perchè ieri mi sono vista al cinema “Piccola patria”. e secondo me vale la pena di vederlo, per capire un po' questo luogo alieno (per molti) che è il veneto.

    "Mi piace"

  11. Non so che si capisce che scrivo con un tono cazzeggione, ma sarà colpa mia che mi faccio problemi ad usare le emoticon. Non ti tengo il broncio, ti tengo lo sghignazzo. Era tutto sommato prevedibile che qualcuno avrebbe scritto quel che hai scritto tu, e forse non è nemmeno colpa tua, è il Partito che è entrato in te e te l'ha fatto scrivere in estasi profetica 😉
    Avrei dovuto starmene zitto, è vero, ma sai: “perdona i tuoi nemici ma non dimenticare il loro nome” (noooo, non sei mio nemico ufff. Potremmo anche essere amici -ma non lo saremo- e berci una birra ridendo l'uno dell'altro senza offesa, che tanto è da stupidi) forse tu dovresti renderti conto che possiamo chiedere scusa, essere perdonati, ma dobbiamo fare i conti con le conseguenze delle nostre azioni. E comunque, se il problema è solo mio che ho capito male quel che intendevi dire, perché hai rimosso il post? Pubblicalo di nuovo, che almeno ci facciamo quattro risate.
    “Mona” l'ho dato se non mi sbaglio ai quattro artigiani arrestati e lo ribadisco: sono degli idioti se credono che si possa giungere all'indipendenza in quel modo. Le mie conseguenze le ho tratte tre anni fa e sono queste: Data la mia sfiducia totale nel sistema italia (Veneto compreso ed infatti hai ragione: il Bacchiglione ha dato problemi anche quest'anno), so long and thanks for all the fish. Sarà per quello che trovo interessante la prospettiva di un default italiano: suave, mari magno…
    Non capisco da cosa desumi che io mi senta in colpa per aver votato Lega, ma forse sono troppo idiota per arrivarci. Ammetto che la voterei volentieri solo per il piacere di vedere l'effetto che fa su quelli come te, ma sebbene ogni tanto facciano le domande giuste, non riescono a dare altro che risposte sbagliate.

    "Mi piace"

  12. Ma io non ho rimosso nessun post; anzi l'ho pure ricopiato quando l'Unità ha cambiato piattaforma.
    Dopodiché in quattro anni ho ripetuto la stessa tesi alla noia: c'è un certo ceto politico a cui risulta più conveniente piagnucolare dopo il disastro che fare prevenzione prima. Purtroppo la cronaca mi ha dato un'abbondante fonte di conferme.

    Non credo che tu abbia semplicemente capito male: è che un certo tipo di interpretazione permalosa è funzionale a un certo tipo di conservazione ideologica (ce l'hanno tutti con noi perché noi produciamo di più e ci lamentiamo di meno ecc. ecc.)

    Fatto sta che continuate a lamentarvi, e le casse d'espansione in quattro anni non si sono fatte: sarà senz'altro colpa dell'Europa, della crisi, di tante cose, e non dei vostri governanti (che vi governerebbero anche in caso di indipendenza – a meno che non stiate conservando dei dogi ibernati da qualche parte).

    Ora, tu definisci “mona” degli artigiani che vogliono l'indipendenza sparacchiando da una ruspa: a te invece basta che il sistema Italia vada in bancarotta, compreso me, così dopo potrai baloccarti col tuo staterello da rinascimento. Non avertela a male se preferisco i mona: tu non vuoi sparare, ma mi vuoi sul lastrico. Tieni pure per sicuro che molti milioni di italiani (veneti compresi) non hanno la minima intenzione di rovinarsi per dare alla repubblica veneta una seconda possibilità: e che, testato il potenziale strategico-tattico e la volontà di resistenza dei vostri patrioti, il problema è già archiviato.

    "Mi piace"

  13. w il veneto libero !!!!! da nord a sud stiamo assistendo ad una primavera italiana …movimenti indipendentisti nascono ogni giorno per liberarsi dal giogo della corruzione italiana .(al nord : veneto libero, friuli libero , trieste città libera , trentino freiheit ecc —- al sud : città libere del sud , movimento dei briganti , sud libero , sicilia indipendente , movimento sardista , sardegna libera , ecc…. ) Con quale titolo voi giornalisti parlate di unità ?

    "Mi piace"

  14. Chi vive in veneto , chi vive il veneto sa bene che quì non ci sentiamo italiani, anzi… a dire il vero non ci siamo mai sentiti italiani da quando siamo stati annessi irregolarmente con il referendum truffa del 1866 all' italia dei piemontesi ( che qualche anno prima avevano invaso il sud italia con la forza e con l ' aiuto degli inglesi …provocando una guerra ed una resistenza contro l' italia durata almeno dodici anni …..denominando i partigiani che difendevano le loro terre dall' invasore italiano con nomi come briganti .) l 'italia non è mai stata unita …ne regolarmente ne irregolarmente, dobbiamo con mezzi pacifici ritrovare la libertà .

    "Mi piace"

  15. Caro Claudio …
    1) Non c' è veneto che non voglia l 'indipendenza o l' autonomia, non ce ne sta proprio uno , e visto che i al veneto dalle uova d' oro l' autonomia non la daranno mai hanno deciso in massa i veneti di prendersi l ' indipendenza .I sondaggi fatti dalla stampa italiana hanno dimostrato più volte che l' 85 % veneti almeno vorrebbe l' indipendenza dall' italia , il plebiscito .eu al momento del sondaggio digitale ha superato le aspettative raccogliendo più dell' 86% dei voti favorevoli degli aventi diritto al voto . Esistono solo in veneto almeno 15 movimenti indipendentisti , ogni anno si celebra a cittadella la celebre FESTA DEI VENETI che conta centinai di migliaia di visitatori , esistono vocabolari di lingua veneta tradotti in inglese e sono disponibili per esempio in inghilterra come in gemania ed in america .
    2)Il veneto non è sfruttato dallo stato italiano …il veneto è impoverito ed umiliato dallo stato italiano .Le tasse sono uguali ovunque ? sbagliato ! Le tasse comunali sono diverse in ogni comune della penisola ..e sono le più care !!! Lo stato preleva il suo grosso contributo con l 'iva e tassando le aziende … . Bene …il veneto è la regione con più partite iva in italia …perciò la più tassata e la più ingiustamente umiliata (anzichè promuovere l' impresa lo stato umilia con tasse gli imprenditori e con cavilli burocratici che rallentano o impediscono l' iter commerciale ).
    3) dare fiducia ad un politico che voti ascoltando le sue promesse elettorali…il cittadino non ha colpa se poi il politico (come sempre avviene)non mantiene la parola data (e forse anche per questo motivo sono nati gli indiependentisti,nati dalla consapevolezza che la politica italiana è inutile..percciò..perchè non farne una nostra veneta?) …
    4) Potrei leggerti “solamente” qualche libro sugli insulti razziali nei confronti dei venti , oppure potrei citarti una montagna di film italiani in cui vedi il veneto ubriacone ed ignorante coltivatore e le loro donne tutte prostitute o donne facili (a casa mia questo è offensivo di solito e lo può essere per tutti ) .
    5) Hai parlato di euro e il veneto indipendente non potrebbe essere dentro l ' euro ?Bene..risponderò anche a questo con molta franchezza …. Ma chi ci vuole rimanere dentro l ' euro ? La germania ha cominciato a stampare il marcdo di nuovo circa due anni fa ….perchè ?….la francia vuole uscire dall 'euro , un pò tutti i paesi membri vogliono uscire dall' euro perchè con le leggi europee ci hanno impoveriti tutti e hanno rallentato le economie locali di tutta l' eurozona . Guardiamo l ' islanda che invece si è tolta dall' euro …oggi è un paese che cresce senza sosta , al contrario dei paesi europei che soffrono di una crisi spaventosa o sono in recessione …o addirittura come l ' italia sono al default quasi annunciato .
    Detto questo ti invito a venire alle nostre riunioni di indipendenza veneta che per causa poco spazio siamo costretti a fare in hotel e sale congressi , ti invito a respirare l ' aria che quì respiriamo tutti i giorni , forse allora potrai farti una idea del nostro stato d' animo , del perchè ci sentiamo già una nazione veneta , del perchè la nostra storia millenaria non potrà essere cancellata con un colpo di spugna da uno stato italiano che nella sua storia non ha quasi mai avuto un governo eletto dal popolo , ma solo tecnocrati e mafiosi .

    "Mi piace"

  16. Ma ci sarà un modo per mobilitare le masse? Io aspetto con ansia, e sono disposto a compiere sacrifici per il futuro stato Veneto p.s saluti da Vicenza

    "Mi piace"

Scrivi una risposta a Claudio VdA Cancella risposta