Quando quest’ultimo polverone nordafricano si sarà depositato – e si sta già depositando – qualcuno conterà le vittime e scoprirà che anche stavolta, come nel caso delle vignette del 2006, sono quasi tutte arabe, quasi tutte musulmane. Per dire, l’11 settembre insieme all’ambasciatore Christopher Stevens sono morti dieci agenti di sicurezza libici, che stavano cercando di difenderlo. Questo ovviamente per noi pubblico occidentale ha punta o poca importanza: gli africani sono comparse, il fatto che cadano come mosche non desta sorpresa. Per noi l’11 settembre è morto soprattutto un ambasciatore USA, un occidentale, un laico. Vittima dell’islamofascismo oscurantista che non consente alcun tipo di scherzo sul Profeta. E passi. Lasciamo pur perdere il carattere volutamente provocatorio del film che ha scatenato la reazione; prendiamo anche per buoni i titoli sparati che due giorni fa ci annunciavano rivolte in tutto il mondo islamico, quando alla fine si è trattato nella più parte dei casi di manifestazioni pacifiche. Ma non importa. Prendiamo pure per buona la tesi degli eredi della Fallaci, comprensibilmente ansiosi di intestarsi un’eredità che in libreria e in edicola vale ancora parecchio. Diamogli retta, per una volta, e ammettiamo finalmente che l’islamofascismo esiste e minaccia l’Europa, minaccia il mondo, e probabilmente l’universo…

…Però, a questo punto, bisognerebbe avere l’onestà di ammettere che fa soprattutto vittime nel mondo islamico. Quando sei anni fa un Ministro della Repubblica italiana si sbottonò una camicia in diretta per mostrare una vignetta anti-Maometto sulla maglietta della salute – sì, è successo – in Italia non ci fu nessun attentato; invece a Bengasi morì un po’ di gente, durante una manifestazione che la polizia di Gheddafi represse alla sua maniera. Al nostro ministro (era Calderoli) nessuno torse un capello – sì, fu spinto a dimettersi, ma non perse certo la scorta.

Scrivo questo perché anche stavolta, come sei anni fa, mi sembra che la discussione sia un po’ fuori fuoco. Ci si lamenta che la nostra occidentale libertà di espressione (sacrosanta) sia limitata, come se ci fosse da qualche parte un insopportabile codicillo medievale che ci impedirebbe di scherzare su Maometto. Ecco, no. Possiamo benissimo scherzare su Maometto, tanto quanto scherziamo su Gesù (entro certi limiti tuttora fissati dalla legge) e su altre divinità. Certo, se la cosa circola su internet può darsi che qualcuno s’incazzi e qualcun altro ci rimetta le penne, com’è successo a Stevens e alla sua scorta. Ma non è un rischio per noi. È un rischio per chi laggiù ci vive o ci lavora. Per noi no, noi siamo liberi di scherzare su tutto quello che non conosciamo. Siamo liberi. E irresponsabili, ovviamente. Se qualcuno nel terzo mondo si scanna per un film o una vignetta che abbiamo pubblicato noi, nessuno può attribuircene la colpa. Noi siamo al di sopra di tutto questo.

Ci sono motivi storici per cui siamo fatti così. In breve, i nostri antenati hanno inventato la modernità, lottando contro un oscurantismo non meno odioso di quello salafita, e conquistando a volte a prezzo della vita una cosa che per convenienza chiamiamo “libertà di pensiero”. Certo, per loro era la libertà di sostenere che il sistema copernicano è più aderente alla realtà del tolomaico, o che il Terzo Stato era sfruttato dai primi due; era libertà di pensiero, appunto. Oggi sempre più la libertà sembra consistere nel poter scrivere Maometto Cacca. Più che libero pensiero mi sembra rutto libero, ma non importa; nessuno ce lo contesta; Oriana Fallaci ruttò quattro volumi di Maometto Cacca, la RCS fu ben lieta di pubblicarglieli, la gente li comprò, nessuna fatwa fu emessa – e sì che la vecchietta un po’ ci sperava, in fondo tra cancro e fatwa anch’io non esiterei (non sono sicuro che oggi un volume sul concetto di Cristo Cacca venderebbe altrettanto bene, senza incorrere in sanzioni penali – ma non importa).

Nel mondo islamico l’illuminismo è arrivato tardi; forse deve ancora arrivare, quello che si coltiva nelle capitali è un modernismo di facciata, spalmato alla benemeglio su un intonaco che non vi si adatta. Magari è così. Se è così, varrebbe la pena di domandarsi se possiamo aiutarli in qualche modo. Non per altruismo: è nel nostro interesse che sviluppino una società civile laica. Come si può fare? Non lo so, ma so molto bene come *non* li si aiuta. Non li si aiuta sputando sui loro simboli, e il Profeta è il più importante. Perché, con voi funzionerebbe? Avete mai pensato di profanare un crocefisso per convincere un vostro amico cristiano che la sua fede è stupida? Non si tratta di psicologia né di sociologia, è una questione di spiccio buonsenso: le vignette o i film antislamici non combattono l’islam in nessun modo. Non è per questo che vengono fatti circolare. Quello che si ottiene, diffondendo satire antislamiche, è: irrigidimento, rabbia, manifestazioni di protesta, che quando fanno vittime le fanno quasi sempre dall’altra parte del Mediterraneo. Ovviamente nessuno ci impedisce di ruttare le nostre parodie. E nessuno ci riterrà responsabili del polverone che di nuovo si alzerà, e, quando si poserà, delle comparse che saranno cadute anche stavolta. Noi siamo liberi di fare quello che vogliamo, e se quello che vogliamo di solito è prendere in giro gente meno fortunata di noi, così sia.

Questa libertà, guai a chi ce la tocca. I nostri antenati hanno lottato per conquistarla, e noi la difenderemo col sangue e con le unghie dei contractors che pagheremo con soldi che stamperemo facendo debiti che intesteremo prima o poi a qualcuno. Siamo l’Occidente, tutto ci è dovuto.

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87 risposte

  1. “Ma non è un rischio per noi. È un rischio per chi laggiù ci vive o ci lavora. Per noi no, noi siamo liberi di scherzare su tutto quello che non conosciamo.”

    “Quello che si ottiene, diffondendo satire antislamiche, è: irrigidimento, rabbia, manifestazioni di protesta, che quando fanno vittime le fanno sempre dall'altra parte del Mediterraneo.”

    Theodoor “Theo” van Gogh (L'Aia, 23 luglio 1957 – Amsterdam, 2 novembre 2004)

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  2. Van Gogh fu assassinato il 2 novembre 2004 alle ore 8:45, nella parte est di Amsterdam. Il suo assassino, in possesso di doppia cittadinanza marocchina e olandese, vestito con una djellaba, un indumento tradizionale arabo, per rimarcare la sua appartenenza culturale, gli sparò otto colpi di pistola e successivamente gli tagliò la gola in pieno centro di Amsterdam per eseguire una fatwa legata alla pubblicazione del suo cortometraggio Submission.

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  3. “Aiutare il mondo islamico a sviluppare una societa' civile laica” ha qualcosa ha che fare con i famosi otto milioni di discendenti di profughi palestinesi che secondo te Israele dovrebbe (nevvero?) far “rientrare”, rendendo finalmente gli ebrei piu' deboli?
    Oppure sono due questioni del tutto slegate?

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  4. Non so come la pensi Leonardo, ma è certamente sostenibile che la questione palestinese nel suo insieme e la questione di “una società civile laica nel mondo islamico” siano legate.

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  5. io penso che ammazzare un ambasciatore non mi pare una gran cosa. immagino che se da noialtri un gruppo di nazi dovesse tentare un assalto a un'ambasciata libica o egiziana, così, tanto per spiegare quanto si sono sentano offesi che dovrebbe fare la polizia?
    no, perché gli stronzi a cui piace linciare la gente c'è anche qui.
    c'è anche gente a cui piace dar fuoco ai rom e amenità del genere.
    personalmente mi sono sentito molto offeso dalle manifestazioni antioccidentali in libia, però non ho l'abitudine (chissà com'è) di assalta ambasciate e non lo farò neanche ora. però, certo, la mia scarsa simpatia per gli arabi (diciamo che) non cresce

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  6. Caro Leonardo, prendendo per buone le tue considerazioni sempre intelligenti e profonde, vado avanti col tuo stesso ragionamento: se è vero infatti che un islamofascismo non esiste, e proprio perché è vero ogni volta per una vittima “occidentale” ne esistono decine “arabo/islamiche”(che occorrono sempre tra i fondamentalisti, spero che su questo sarai d'accordo con me), mi chiedo e ti chiedo: dove stanno le “masse moderate islamiche” che scendono in piazza per protestare pacificamente CONTRO gli stessi fondamentalisti che magari ne ammazzano solo uno, ma comunque quasi sempre ammazzano in nome della stessa religione? proprio perché quello dell' “uscita dal medioevo” dovrebbe essere un processo tutto interno a quei popoli, è proprio lì e tra loro che mi aspetterei le reazioni più vibrate contro un'immagine che va a detrimento e svantaggio di quei popoli interi. E allora, ti chiedo: ci sono? Dove sono? Hanno paura? Se così fosse, rivaluterei la definizione di islamofascismo. In fondo sono compiaciuti e addirittura appoggiano quel modo di procedere? Se così fosse, l'uscita dal medioevo mi sembrerebbe più una mera invenzione di noi “occidentali”, proprio come forse ci siamo inventati di sana pianta una bella e gioiosa “primavera araba”. Non esistono proprio? In questo caso dovremmo dare ragione a chi dice che l'islam non è e non può essere una religione – e cosa ancora più preoccupante – un sistema di governo “moderato”. Non è che alla fine ci toccherà dar ragione alla vecchietta col cancro che meno male che s'è levata dalle palle qualche anno fa? Valeria

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  7. Vabbe', aggiungo un “quasi”.
    Va da sé che a noi interessa più un regista olandese che una dozzina di nordafricani morti dall'altra parte del mare.

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  8. Scusate ma è ovvio che gli islamici “moderati” (che brutta parola) siano presi tra due fuochi: da una parte i fondamentalisti dall'altra l'imperialismo occidentale.
    Come le crociate antivelo di casa nostra: saranno anche oppresse le donne musulmane velate ma se allora lo devono togliere per far contenta la Santanchè o qualche uomo occidentale? Son più libere?

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  9. Forse la gente prima di commentare dovrebbe leggere: qui non si commenta quello che Leonardo ha scritto (che può essere giusto o sbagliato), bensì quello che si pensa Leonardo abbia scritto.

    Interessante ad esempio la riflessione sul fatto che profanare crecefissi non sia un modo molto convincente per muovere critiche alla Chiesa.

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  10. quindi “no al paternalismo” che vorrebbe “esportare la democrazia”, perché loro hanno la loro cultura ed è sbagliato mostrare le storture di quella (o di qualunque altra) cultura (se vuoi, puoi anche tradurre “è sbagliato insultare quella cultura”, visto che evidenziare le storture viene preso sempre come insulto).
    però anche “sì al paternalismo” di persone mature, quali gli occidentali illuministi, che dovrebbero capire che se li insulti si incazzano quindi prendili come se fossero bambini, portali senza che se ne accorgano a comprendere come stanno le cose.
    paternalismo sì o no?

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  11. scusa tu qui sopra, ma dove sono le masse europee che s'oppongono al ritorno del nazismo in Ungheria, Grecia etc?
    che discorsi sono?

    perché nessuno di quelli che temono la minaccia islamica è in grado d'indicare masse arabe che scendono in strada per questo e chiede invece dove sono le masse “contro”?

    dove sono questi milioni di islamici sgozzatori che sono 10 anni che ci dite che sono pronti a tagliarci la gola mentre il FBI è costretto a dare le bombe ai ragazzini per accusare qualcuno di terrorismo?

    e marcell_o che “personalmente mi sono sentito molto offeso dalle manifestazioni antioccidentali in libia”, quanto si dovrebbero sentire offesi gli abitanti di parecchi paesi che da anni bombardiamo – per niente- e per ottenere nessun risultato?

    secondo me chiunque cavalchi la minaccia islamica ha l'onere di dimostrarla, di dimostrare che non è l'Occidente che bombarda e uccide musulmani, ma il contrario

    altrimenti tacere e ricordarsi che è anche per colpa sua se ci siamo imbarcati nelle guerre più stupide e fallimentari della nostra storia e che sono le mani di quelli come lui ad essere sporche del sangue di centinaia di migliaia di musulmani e pure dei “nostri martiri di Nassirya” e di tutti i soldati che abbiamo mandato a morire per la vanità di Berlusconi e per soddisfare una minoranza d'ipocriti spaventati dalla loro stessa ignoranza e dalle balle del pifferaio di turno

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  12. Mostrare “le storture di una cultura” non è necessariamente sbagliato, ma non lo si fa ruttando. Il film antimaometto mica mostra le storture a qualcuno che potrebbe, vedendolo, convertirsi al laicismo. È un film che serve a far incazzare la gente, non a farla eventualmente maturare. Il paternalismo può consistere in tante cose, alcune giuste altre sbagliate, ma scrivere Maometto Cacca non è decisamente un'opzione paternalistica. Forse di qualche padre che ci ricordasse i fondamentali della tolleranza avremmo bisogno per primi noi.

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  13. Probabilmente sono legati anche alla condizione delle donne e, a cercare molto bene, persino alla forza di gravita'. Anche se forse e' piu' immediato il legame con i profughi ebrei, prima depredati dei beni, e poi espulsi dai Paesi arabi. Non se ne parla mai, ma ci sarebbero anche loro.
    Io pero' ho fatto una domanda piu' circostanziata, che riguarda il preteso diritto al cosiddetto ritorno. Rendere gli ebrei piu' deboli, in minoranza a casa loro, e' il prezzo da pagare per avere la famosa societa' civile laica in tutto il mondo islamico? E se si', qualcuno ha una idea di come si svilupperebbe il processo? E' una domanda precisa, credo.

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  14. Il film e' brutto.
    Ma anche Il Papocchio di Renzo Arbore era un brutto film. Eppure non ci sono state folle di occidentali cristiani che hanno assaltato il consolato italiano.
    Chissa' come mai.

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  15. No, non è “il prezzo da pagare”. È una cosa che potrebbe semplicemente succedere.

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  16. Da noi c'è stato l'Illuminismo; in ogni caso, ancora oggi la bestemmia è un reato; e in molte città arabe le “folle” che manifestavano erano paragonabili a quelle dei ciellini davanti alle sale dove si proiettava l'Ultima tentazione di Cristo di Scorsese.

    …però capisco che queste siano complicazioni, si fa molto prima a giudicare qualsiasi società col nostro metro. In fondo siamo tutti esseri umani, facciamo tutti la stessa cacca; però noi ci puliamo con la carta igienica e gli indios dell'Amazzonia no. Chissà come mai.

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  17. “Potrebbe succedere”? Posso suggerire che l'eventualita' non sembra esattamente dietro l'angolo?
    La mia domanda e' se questo sviluppo (=levare agli ebrei l'unico pezzo di terra in cui sono maggioranza) andrebbe incoraggiato, per ottenere la famosa “societa' civile laica”.

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  18. Ma “il nostro metro” e', appunto, illuminista, no?

    Mi sembra che tu ti stia appunto augurando che anche l'Islam sviluppi un proprio illuminismo. Anzi, tu dai per scontato che pure da loro arrivera' (sui dettagli non sei molto chiaro pero'…) anche da quelle parti una separazione tra religione e Stato, simile a quella che secondo il “nostro metro” e' la condizione ideale.

    Chi vuole imporre il benedetto metro, appunto, sei tu. Nel vituperato Occidente si fanno manifestazioni, ma nessuno uccide ambasciatori. E nemmeno in Israele. E manco in Cina o Giappone. Sara' che e' un problema della sola religione islamica? E non del “nostro metro” che, proprio perche' “nostro” deve essere sbagliato?

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  19. Ti ho già risposto molte volte: non è una cosa che si incoraggia o si scoraggia. È una cosa che semplicemente potrebbe succedere. In Olanda fino a qualche anno fa la maggioranza si dichiarava protestante, adesso no. Cose che capitano.

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  20. Non lo do per scontato.
    A proposito di Illuminismo, consiglierei Le lettere persiane.

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  21. Paragone bislacco. L'Olanda non ha dei vicini di casa che tengono nei campi profughi una parte della popolazione che potrebbero assorbire.

    Ho l'impressione che tu non abbia capito. Io non sto parlando degli sviluppi demografici, che stanno solo nella testa del Padreterno.

    Sto riassumendo le posizioni di chi dice che Israele dovrebbe accollarsi un determinato numero di profughi. E chiedo se questo, secondo te, dovrebbe essere attivamente incoraggiato, nella certezza che portera' a far nascere una societa' civile e laica nel mondo islamico.

    E' che proprio non si capisce come tale societa' possa svilupparsi una volta che gli ebrei sono stati ridotti di nuovo a minoranza emarginata, dentro i confini di uno Stato a maggioranza araba, i cui aspiranti leader non fanno mistero delle loro intenzioni.

    Se (se) sei davvero convinto che Israele abbia questo dovere, e che adempiendolo ne beneficeremmo tutti, ti seccherebbe essere piu' preciso sulle modalita' in cui questo beneficio si realizzera'?

    Grazie

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  22. Appena ti si chiede di essere preciso, ecco che batti in ritirara e spieghi che non dai nulla per scontato.

    Ma tu ti auguri che arrivi anche per l'Islam, questa separazione tra religione e Stato. Oppure no? Oppure gli islamisti che invadono ambasciate hanno delle ragioni che noi occidentali non riusciamo a comprendere? Il loro modello di societa' ha degli aspetti che dobbiamo apprezzare?

    Spero di no. Quindi benvenuto nelle schiere di quelli che vogliono “imporre-il-proprio-metro”.

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  23. premettendo che comunque il film anti-islam non è l'unico metodo con cui l'occidente rigetta certe aberrazioni della religione islamica (o di qualunque religione, almeno in linea teorica, poi le questioni di potere che mettono in condizione la chiesa cattolica di indirizzare voti sono un altro discorso), e che sono d'accordo sul fatto che l'aggressione non è un metodo pedagogico valido – a meno che il tuo pedagogo sia un sergente dei marines che ti deve preparare a far la guerra appunto, la mia domanda era proprio sul “cosa si deve fare?”: qualunque mossa viene vista come paternalista, e nei fatti lo è. e se le società liberali includono il paternalismo fin appunto dall'illuminismo (un certo tipo di paternalismo, almeno: un paternalismo in cui sono le regole e non le persone a indicare la direzione), se gli arabi per primi non si mettono nell'ottica che questo paternalismo è un passo avanti sulla via della civiltà (e lo è, sfido chiunque a dire che noi occidentali non viviamo meglio da questo punto di vista rispetto al resto del mondo), e non rinunciano alla commistione di religione e politica, allora ogni tentativo di intervento, dal film-rutto alla semplice conferenza in cui viene stigmatizzata l'imposizione del velo, o altre pratiche che sottomettono la donna, ogni tentativo di intervento sarà respinto come insulto e affronto alla cultura. Una cultura che comprende tra le possibili risposte la guerra, l'assassinio benedetto da qualche autorità religiosa e così via.

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  24. Non è il nostro metro, si chiama tolleranza e abbiamo noi stessi delle difficoltà ad applicarla; continuo a consigliarti le lettere persiane.

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  25. cioè, per riassumere: tanto il film in questione quanto la conferenza con i massimi esperti, studiosi di fama e totalmente imparziali, sarebbero considerati rutti e offensivi.

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  26. Ti ho già risposto. Non c'è nessuna certezza che questo farà nascere una società civile e laica. Di sicuro selezionare la popolazione su base confessionale non è molto laico: mi sembra autoevidente, ma immagino per te non lo sia.

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  27. Sono totalmente d'accordo con il commento di mazzetta. E vorrei anche ricordare la faccia tosta di un papa che va a beirut a farsi osannare da centinaia di migliaia di cristiani e dice loro che un credente non può dare la morte, dimenticandosi forse che tra i suoi osannatori non è escluso ci fossero, proprio lì a commuoversi, i macellai – miliziani cristiani – che poco lontano fecero la strage di Sabra e Shatila. Ma il punto non è gettarsi addosso i morti, tu ne hai più di me o meno di me, il punto è che Leo ha ragione al cento per cento quando stigmatizza con l'efficace immagine del rutto libero l'arroganza occidentale. Io, dal canto mio, credo che l'operazione del film in realtà sia anche un po' più perfida, e sospetto (ne ha scritto un bell'articolo Helena Janeczek qualche giorno fa) che una provocazione così pesante e così gratuita, con le prevedibili conseguenze che vi sono state, in tempi di elezioni presidenziali Usa, a qualcuno poteva far proprio comodo. In più, chiunque l'abbia fatto e e per qualunque fine lo abbia fatto, resta la sostanza: dei civili morti e in generale dei morti altrui, alla gente di qui non frega niente. Senza andare tanto lontano, abbiamo sulla coscienza dieci-quindici anni di guerre e occupazioni criminali e immotivate contro l'Iraq, l'Afghanistan, e “l'alleata” Libia, che finché imprigionava i migranti e i profughi in carceri orrende nel deserto o li massacrava o li mandava a fondo nelle carrette del mare, era omaggiata ed era tutto un ma prego ma si figuri, e d'un tratto è diventata un babau da soffocare… Saddam e Osama, per anni uomini fedelissimi all'America quando il problema si chiamava Iran o Urss, di colpo diventano il Nemico Pubblico Numero Uno, i grandi violatori dei diritti umani, e Gheddafi poco dopo. Son sempre solo parole: “diritti”, “libertà”, “democrazia”, “burqa”… dei morti, dei mutilati, degli orfani, soprattutto dei civili, di quelli che si beccano le bombe NATO per sbaglio, non importa a nessuno. E allora a me sembra insopportabile che la gente continui a sventolare la questione del “pericolo islamico”, quando il mondo islamico è sotto attacco e sotto assedio e sotto sfruttamento da decenni, e se ogni tanto reagisce in modo violento, e scomposto, e sostanzialmente disperato, cioè ammazzando a casaccio qualcuno, è perché non ha la possibilità di reagire in nessun altro modo. Non avrà la cultura politica della “democrazia”, e della tolleranza, ma il fatto è che non ha nemmeno la possibilità, non l'ha mai avuta, di avere una voce, un'autonomia, un ruolo politico, di esercitare nient'altro che la violenza. Provate a fare un giro su internet e cercare il numero delle vittime americane, o italiane, in Iraq o in Afghanistan. Li trovate, nome e cognome, uno per uno. Provate poi a cercare il numero, non dico i nomi, solo il numero, dei civili iracheni morti. Stime, solo stime, genericissime. Centinaia di migliaia di persone nullificate, come polvere.
    E poi questi cuori teneri di italiani carogne, che non c'è niente che li tocchi davvero, piangono “i nostri ragazzi”, che sono andati là, ben pagati e senza alcun motivo ideale, a “difendere” da nessun pericolo democrazie farlocche, governanti impresentabili, ipocriti e corrotti, sostenendo altri regimi corrotti, o lasciando solo macerie e anarchia.

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  28. Ma il problema resta. La “nostra” tolleranza imperfetta produce meno morti della “loro” … come la chiamiamo? perfetta intolleranza?

    Laddove per “loro” si intende non ebraica, non shintoista, non buddhista, non cristiana ecc. ecc. Insomma, solo islamica.

    A questo punto non e' nemmeno piu' chiaro se davvero speri che anche da “loro” smettano di scannare (pochi) occidentali e (molti) arabi di diversa opinione, solo perche' da qualche altra parte del mondo qualcuno ha prodotto un brutto film.

    Temo che la necessita' assoluta di comprendere le motivazioni dell'Altro ti stia giocando un brutto scherzo.

    Per inciso, non avrebbe fatto male riflettere sul fatto che anche questa volta, tanto per cambiare, e' stata messa in circolo una leggenda antisemita. Quella degli ebrei che istigano alla islamofobia.

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  29. Gli episodi di violenza operati da folle inferocite non sono una prerogativa del mondo arabo, le conosciamo bene anche in Occidente… giusto per fare qualche esempio potremmo ricordare l'espulsione dei francesi dall'università cattolica di Lovanio (Belgio – anni '60) , oppure gli episodi di intolleranza religiosa nell'Irlanda del Nord.
    Uscendo dall'Europa, i cinesi che assaltano le ambasciate giapponesi sono notizia di questi giorni.
    Ma mi sembra che nessuno qui assecondi tali violenze: inviterei chi sostiene tali assurdità a rileggersi cosa scritto e a citare il punto esatto ove ciò verrebbe secondo lui affermato…
    Il viaggiatore che nel '700 fosse capitato in Francia, oppure nell' '800 in Giappone, Stato Pontificio o Impero Ottomano avrebbe concluso che mai in tali territori sarebbe stata possibile una separazioen fra Stato e Religione in quanto contraria alla cultura stessa di quei territori. Oggi Francia, Giappone, Italia e Turchia sono stati in cui la laicità dello Stato è iscritta nelle leggi fondamentali.

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  30. Riesco a commentare solo in coda ai commenti altrui, mi spiace.
    Tutto questo post però non si applica a Salman Rushdie, primo caso di non toccateci Maometto. Lì una fatwa ci fu, una persona – che viveva a Londra, non in Africa o in Asia – fu costretta a vivere nascosta sotto scorta e immagino che il suo caso sia servito a esortare altri scrittori ai sani principi di una rispettosa autocensura, dato che non erano miliardari usa finanziatori di film porno che potessero proteggersi facilmente. Rushdie era proprio fuori da qualsiasi provocazione fanatica, politica o politicante. Non faceva l'ambasciatore e non era un funzionario pubblico né un predicatore. La sua storia è emblematica perché può ricordare quanto cinquecento anni fa avvenne in Europa sotto i colpi dell'Inquisizione romana e dell'Indice: roghi e devastazioni delle coscienze, degli intelletti e dei libri suggerirono ai sopravvvissuti il silenzio del conformismo e l'ipocrisia del dietro le quinte. L'Italia in particolare passò dal Rinascimento ai conti zio di Manzoni e ce la stiamo ancora spassando con le conseguenze del fenomeno.
    Aldilà di bastonare i principi fastidiosi con la scusa del bastonare i nemici che vicende del genere oggi scatenano sempre tra i benpensanti bipartisan di casa nostra, la vicenda di Rushdie mostra proprio quanto sia fragile in Europa come altrove la libertà di pensiero. E, stavolta, non a causa degli Europei. Naghib Mafuz fu quasi sgozzato al Cairo per lo stsso principio e stessa cosa accadde al regista Youssef Chahine per il suo film su Averroè, Il destino. Per non parlare di quanto capitò a uno dei più famosi cantanti algerini che non piaceva agli stessi che oggi si sentono offesi da quel che Leonardo definisce borborigmi vari (può essere che lo siano, ma non li ho visti). Sono solo casi famosi, molti di più furono intimiditi e aggrediti nel silenzio. Persone come loro non facevano borborigmi, provavano semplicemente a esercitare la libertà di pensiero in pubblico. Non mi sembra che la loro nazionalità faccia differenza, di certo non ne ha fatta per i loro aggressori, se non logisticamente.
    Ma di loro sì, ci dimentichiamo con piacere, perché non servono alle beghe di casa nostra e alla nostra coscienza strenuamente non laica.

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  31. oh, vedo il punto; ma tu guarda il mio: io mi sono stufato di prendere per i fondelli solo* la vecchia signora con il vezzoso camauro rosso – che tra l'altro, fra i tre, non sembra nemmeno il più delirante.
    se no passa il principio secondo cui chi – e solo chi – si incazza va lasciato in pace.
    ma io so' del bando “chi si incazza fa(ccia) du' fatiche”.

    * sui “fratelli maggiori” sono già stato manganellato – dialetticamente – come antisemita più di una volta, e me ne sono fatto una ragione, come credo anche tu.

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  32. Dove sono le “masse islamiche moderate”, anche se pretestuosa, è una bella domanda. E c'è chi queste cose, tra le altre, le studia, seriamente.

    Basta entrare un minimo nei dettagli (ma proprio un minimo) per rendersi conto di quanto sia superficiale e fuorviante parlare dell “mondo islamico” mettendo sullo stesso piano (senza neanche sconfinare in asia) paesi pur vicini ma con storie e società molto diverse, come ad esempio Marocco (monarchia “assoluta” con religione di stato, che ha vissuto un pur difficile fiorire della società civile con le prime aperture dell'attuale re) e Tunisia (che era uno stato autoritario “laico”); dove pulsioni liberali e democratiche hanno seguito strade diverse.
    Ignorando la storia di questi paesi in cui spesso l'estremismo religioso era usato come unica voce alternativa ammessa all'autoritarismo governativo. Con mille possibilità diverse rispetto a quello che va a riempire gli spazi che si creano (per graduali riforme, o spazi che qualcuno s'è preso con la forza).

    Parlando delle “responsabilità del cristianesimo” magari almeno tra Italia, Spagna e Stati Uniti riusciamo a distinguere.

    Se ci interessasse veramente la sorte delle società dei singoli paesi, questo dovremmo fare: studiare. La storia, le relazioni internazionali, i soggetti protagonisti e le novità – da non santificare ma nemmeno da deridere e minimizzare, come avviene per la primavera araba.
    Ma non sembra che in realtà ci interessi più di tanto. Vendono di più i giornali che dipingono oltre un miliardo di persone come se fosse un'immensa Arabia Saudita; in modo speculare a quello degli estremisti che dipingono “l'occidente” cristiano come un'unica realtà aggressiva e colma d'odio verso l'islam.
    In questo Leonardo ha terribilmente ragione. Banalizzando, ridurre tutto a schiere di ultrà che si sfottono dalle curve ha come unica conseguenza certa il fatto che qualcuno, appena fuori dallo stadio, si farà male.
    Forse dovremmo valorizzare maggiormente, per primo, il fatto che -nonostante tutto- per molte persone nel mondo arabo il modello “illuminista” e valori “occidentali” sono qualcosa per cui lottare – anche a rischio della vita.
    Il che non significa idealizzare la rivolta di presunti buoni contro poteri certamente cattivi – sottovalutando le altre forze e la complessità – ma, almeno, cercare di capire – e non minimizzare, o lasciare solo o deridere chi cerca di praticare i valori che predichiamo.

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  33. Hai risposto solo a meta'. La domanda era, infatti, in due parti.

    A) Da una parte abbiamo leader arabi che vorrebbero che Israele accogliesse tutti coloro che si autodichiarano palestinesi, rendendo cosi' gli ebrei una minoranza (di nuovo) alla merce' del piu' forte.

    B) Dall'altra abbiamo occidentali che ritengono che, se Israele accettasse codeste richieste, sboccerebbe -non si capisce bene come e in che tempi- una societa' civile laica, di stampo francese, con separazione tra religione e Stato come nei sogni degli Illuministi. Io chiedevo se tu, o qualche lettore di questo blog, faccia parte di questo campo.

    Tu continui a considerare fondate le pretese di cui al punto A. Eppero' riconosci che “non c'e' alcuna certezza” dello sbocco in senso laico, civile, illuminista ecc. ecc. quanto al punto B.

    Ora prova a fare un enorme sforzo di fantasia. Posto che sei d'accordo con me che lo sbocco di cui sopra, che tutti ci auguriamo, e' di la' da venire, e di molto. Per quale ragione nel frattempo, ovvero fino a quando questo idilliaco scenario non si sara' materializzato, lo Stato ebraico dovrebbe rinunciare a tutelare la popolazione ebraica?

    Francamente parlando, a me sembra perfino giusto che gli ebrei possano da qualche parte sulla Terra, ricevere i benefici dell'essere popolazione maggioritaria. Quelli che per esempio ricevi tu, che sei italiano e sei parte di una popolazione che in Italia e' maggioranza. Ti ci cavi pure da vivere, con questi benefici: insegni in una scuola dello Stato italiano, e lo Stato italiano esiste perche'… [riempi tu i puntini]

    Mi sembra, ripeto, una semplice questione di giustizia che anche il popolo ebraico possa avere di questi benefici. In attesa del radioso futuro in cui tra ebrei cattolici e mussulmani non ci saranno piu' problemi, un futuro che sembra ancora piuttosto lontano.

    L'alto numero di criminali nazisti in liberta', e di insegnanti razzisti che ha mantenuto il posto di lavoro dopo il 1945, sta li' infatti a indicare che la caccia all'ebreo non e' uno sport tanto rischioso, se alla conclusione della stagione venatoria, hai una protezione vaticana, cioe' cattolica, che per esempio ti assicura un passaggio in America Latina. O, nel caso degli insegnanti, una gerarchia cattolica pronta a testimoniare che sei una brava persona con figli a carico, e non ci sono ragioni per reintegrare al tuo posto quell'israelita a cui il posto lo hai tolto (e' successo a Modena, e se te lo hanno spiegato tu stavi pensando ai palestinesi).

    Ora, io queste robe le trovo delle porcate. Ma porcate inevitabili, ed infatti inevitate, laddove si e' una minoranza. Non che infatti i non-cattolici (comunisti? illuministi?) abbiano fatto un granche' per procurare giustizia a chi subiva di queste porcate. Qualcuno ci ha provato, e risultati sono come la societa' laica ed islamica che tu sogni. Molto di la' da venire.

    E' che a queste porcate si rimedia con uno Stato. Dove ci siano i benefici ecc. ecc. E gli Stati, quando devono difendere la propria esistenza, non ricorrono alla morale. Ti pare poco laico? Ti sbagli. Da Machiavelli in poi, con qualche passaggio tra Botero e i politiques, laico e' chi riconosce che la ragione di Stato e' separata dalla morale. Hanno invece poco di laico i criteri per cui Tondelli tiene in alta considerazione le pretese dei sedicenti profughi palestinesi, senza degnare di menzione le angherie subite da quelli ebrei.

    Tanto piu' che, anche a dargli retta, non c'e' nessuna certezza che portino da qualche parte.

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  34. Mah, i viaggiatori che nel 700 passavano per i territori dello Stato Pontificio si imbattevano a volte in monsignori di letture illuministe che dicevano “le diro', in confidenza, penso che dovremmo affrontare il problema della manomorta ecclesiastica e prendere esempio dall'Inghilterra o dall'Olanda. E anche tenere gli ebrei nei ghetti, guardi, alla fine e' una roba controproducente. Tanto non si convertono. Facciamo come gli olandesi, lasciamoli vivere dove vogliono e beneficeremo delle loro capacita' imprenditoriali. Guardi come si e' ben sviluppato il porto di Livorno.

    Mentre non so se si incontrino personaggi del genere nel famoso “mondo arabo”. Pero' diamo pure per scontato che la storia viaggi ad una sola direzione, e che sia tutta una questione di velocita'.

    Se fra un paio di secoli, la “laicita' dello Stato verra' iscritta tra le leggi fondamentali” di tutti i Paesi arabi, non ci sara' piu' alcun problema per Israele nell'accogliere quegli otto milioni di sedicenti discendenti di profughi ecc. ecc. Siamo certi che nel frattempo anche i discendenti dei profughi ebrei saranno stati risarciti.

    E probabilmente avremo anche scoperto se Elvis sia ancora vivo, oppure rinchiuso nell'Area 51.

    Per ora, invece, meglio tutelarsi. Oppure no?

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  35. ochei @mazzetta
    a proposito del sentirsi offeso o meno. ti ricordo che io (anche se mi sento offeso) non vado ad assaltare ambasciate, non mi pare un particolare da poco
    le bombe, le torture, ecc. appunto: tu arabo qualunque leggi di bombardamenti e protesti (possibilmente senza assaltare ambasciate: gli ambasciatori fanno da tramite, è come dare fuoco al telefono), ma tu arabo qualunque leggi che da qualche parte nel mondo sembra che qualcuno ha fatto un film blasfemo e offensivo e che fai (insieme a molti altri, la maggioranza dei quali non ha affatto visto il film e neanche il trailer)? assalti ambasciate…
    diciamo che questo offende la mia (eventuale) intelligenza
    non so chi sembra suggerire di assaltare le ambasciate di grecia e ungheria (per par condicio e) per protestare contro il rigurgito nazista nei due paesi… anche questa non mi pare una brillantissima idea
    e se la polizia non avesse provato a reagire (finendo per far uccidere diversi poliziotti) cosa sarebbe accaduto? un simpatico linciaggio?
    mah! più che illuminati mi pare fulminati!

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  36. “ma tu arabo qualunque leggi che da qualche parte nel mondo sembra che qualcuno ha fatto un film blasfemo e offensivo e che fai (insieme a molti altri, la maggioranza dei quali non ha affatto visto il film e neanche il trailer)? assalti ambasciate..”

    direi di no, lo ha fatto qualche arabo, non più di quegli italiani che ogni domenica fanno cose simili per il pallone, tra l'altro… i numeri non mentono

    per questo non si possono fare discorsi del genere su “gli islamici” o “l'arabo”

    c'è gente che protesta per lo più pacificamente davanti alle ambasciate e ci sono paesi in guerra nei quali pacificamente non riescono ad andare nemmeno dal fornaio, ma non ci sono “i musulmani” che farebbero tornare i conti ai predicatori d'odio

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  37. Anonimo ha detto “Mentre non so se si incontrino personaggi del genere nel famoso mondo arabo”
    Certo che si incontrano… e a carrettate! Potrei ad esempio citare Fatima Mernissi, docente presso l'università di Rabat e tanti altri. Credere che tutti gli arabi siano sostenitori di Al Queda equivale a credere che tutti gli italiani siano sostenitori delle Brigate Rosse.

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  38. Ma io non ho mai sostenuto che tutti gli arabi siano sostenitori di Al Qaeda!

    Interessante il nome della Mernissi. Dove esattamente ha sostenuto il diritto di Israele ad esistere come Stato ebraico?

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  39. Fatima Mernissi è una dei tanti intellettuali che da decenni si battono per la laicità dello stato e per l'emancipazione della donna.
    Le sue posizioni su Israele e Palestina sono abbastanza chiare: due popoli, due stati. Usa Google e fatti una cultura… non è difficile 😉

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  40. Eppure non dovrebbe essere difficile rispondere. Due popoli e due Stati. Ma ambedue arabi? Qualcosa a proposito del diritto di Israele a essere uno Stato ebraico?

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  41. Dire “due popoli due stati” e poi creare due stati arabi non ha molto senso, ma forse sono stato troppo schematico.
    La Mernissi si inserisce in quella vasta corrente di pensiero che vede come soluzione finale per il Medio Oriente la creazione di due entità statali sovrane, laiche e ad ordinamento democratico: Israele e Palestina. Tale processo sarà lungo e doloroso in quanto da entrambe le parti esistono persone fautrici del “li rigetteremo in mare”, per tale motivo è necessario che il processo venga guidato dall'ONU.
    Al momento non ricordo se anche la Mernissi sia favorevole ad una forza ONU di interposizione oppure no (non sono il suo biografo, solo un suo lettore), ma penso di si in quanto tale idea mi sembra coerente con le sue.
    Chiedi del diritto di Israele di essere uno stato ebraico… la questione è spinosa: se per ebraico intendi “confessionalmente ebraico”, credo che la risposta sia no, al pari degli stati confessionali cristiani o mussulmani; se per ebraico intendi “di cultura ebraica laica”, se non Israele, chi allora?

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  42. > “Dire “due popoli due stati” e poi creare due stati arabi”:
    eppure, per esempio, c'e' chi sostiene che in una Palestina accanto ad Israele non ci sara' posto per cittadini ebrei, mentre Israele dovrebbe accollarsi tutti i discendenti di profughi, perdendo quindi la maggioranza ebraica. E' una delle tante proposte che va sotto il nome di “due popoli due Stati”, e per la precisione e' quella sostenuta dal moderato Abu Mazen. Come vedi l'espressione “due popoli due Stati” rischia di essere un guscio vuoto.

    > da entrambe le parti esistono persone fautrici del “li rigetteremo in mare”,
    Entrambe? Faresti per favore un paio di nomi di politici israeliani che sostengono questo piano marittimo?

    > la questione è spinosa:
    Lo so, si chiama autodeterminazione del popolo ebraico, e temo che per la Mernissi sia difficile da digerire. Devo pero' dire che, siccome lavoro tutti i giorni a contatto con giovani musulmani, sembra che per le nuove generazioni la esistenza di Israele non sia un problema e che il sogno di “ributtare a mare” sia qualcosa a cui sono attaccati solo rottami della Guerra Fredda (Abu Mazen) o fondamentalisti, appunto, minoritari.

    > se per ebraico intendi “confessionalmente ebraico”.
    Aha. Quindi la Mernissi -lo dici tu, eh- si arma di un metro di confessionalita' e misura il tasso di laicita' dello Stato ebraico. Se non soddisfa il suo criterio lei e' contraria a quello Stato. Giusto?
    E quali elementi prende in considerazione per la valutazione? Il calendario in uso? La lingua che vi si parla?

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  43. Se vediamo come qualcosa di negativo gli stati teocratici di ispirazione musulmana e cristiana, credo che sia coerente considerare negativi anche quelli di ispirazione ebraica, mi sembra scontato.
    Caro Anonimo, temo che la tua visione della cultura ebraica sia abbastanza riduttiva, se non riesci a disgiungerla dai precetti religiosi: così come la cultura italiana o tedesca si esprimono al meglio in una Italia e in una Germania laica, analogamente la cultura ebraica si esprime al meglio in uno stato non teocratico.
    La cultura ebraica è qualcosa di meravigliosamente vasto che durante la diaspora ha avuto modo di raccogliere le mille sfaccettature delle varie culture europee con cui ha convissuto: è un mondo di storia, di scienza, di arte, di accoglienza, di musica e, perché no?, anche di buona tavola.
    Vieni a scoprire la cultura ebraica, quella vera, aperta, frizzante e vitale: vedrai che anch'essa vive al meglio in condizioni di laicità delle istituzioni.
    L'chayim!

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  44. Possiamo se vuoi discutere lungamente su cosa sia la cultura ebraica, e se vuoi passare a trovarmi in sinagoga, dove lavoro come rabbino. O magari ci diamo appuntamento al prossimo congresso della Zionist Federation, dove saro' presente come delegato. Oppure puoi passare a casa nostra a Gerusalemme; se vuoi ti posso mostrare i libri che mi ha lasciato in eredita' un parente acquisito che era membro dello Etzel, ci sono dentro ancora i volantini del gruppo di Hillel Kook, che conosceva bene i rischi della teocrazia ebraica, per questo voleva uno Stato sulle due rive del Giordano.
    Una storia affascinante di cui possiamo certamente parlare, e ascoltero' volentieri la tua definizione di teocrazia ebraica, e di cosa sono i famosi “precetti religiosi”, e di quanto e' bella l'esistenza della Diaspora, da perenne vittime degli sfoghi altrui: anche su questo, il sionismo revisionista ha molto da dire.

    Chiedi a Leonardo il mio account twitter, vedrai che riusciremo a incontrarci.

    Pero' al momento mi interessa conoscere la opinione della Merissi a proposito del diritto del popolo ebraico di darsi le leggi che piu' pare a loro (cioe', a noi). Riesci a trovarla?

    Ti ringrazio per l'aiuto.

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  45. Questo commento è stato eliminato dall’autore.

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  46. tu “arabo qualunque protesti pacificamente” davanti alle ambasciate degli stati uniti perché pare che dei tizi hanno fatto un film blasfemo negli stati uniti!?
    se per te è normale va bene. quindi non mi scandalizzo se per caso qualche coglione fa le fiaccolate anti-immigrati o anti-rom? se qualcuno dovesse incendiare qualcosa sarà una piccolissima minoranza, giusto?
    mica c'è problema, basta capirsi.

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  47. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  48. Ecco, forse però in questo scenario manca un tassello di una certa importanza: che il film non esiste http://www.repubblica.it/esteri/2012/09/13/news/the_innocence_of_muslims_il_film_che_non_esiste-42503432/ . Ed è piuttosto impressionante che per una bufaletta di dieci minuti su Internet si metta il mondo a ferro e fuoco, perché, se stiamo dietro a tutte le cazzate su Internet, il mondo finisce domani, come fa notare Maurizio Pistone che secondo me ha fatto il post definitivo: http://blog.mauriziopistone.it/rivolta-islamica/

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  49. Nahum, delle due l'una:
    – O ammetti di essere il rabbino Andrea Zanardo, ecc. ecc., e ti firmi, e ti assumi le responsabilità degli insulti e delle calunnie anche sul tuo blog dedicato,
    – oppure resti anonimo: e non ti fai pubblicità, e non linki i tuoi pensierini su Moni Ovadia che, peraltro, ti si fa un favore a occultare; per via che l'invidia delle persone piccole è sempre penosa da osservare.

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