Caro giovane disoccupato, oppure lavoratore, e quindi sicuramente precario. Caro giovane di sinistra, o di destra, o di nessuno, o del migliore offerente.

Tu che su facebook scrivi almeno una volta al giorno che il sindacato non ti rappresenta; che il PD è un partito di pensionati per i pensionati; che l’articolo 18 è un arnese fuori dal tempo che ti opprime; tu che tra le caste che soggiogano questa povera Italia non ti stanchi mai di ricordare la più odiosa, quella dei dipendenti a tempo indeterminato illicenziabili; tu che non ti perdi un’intervista a Pietro Ichino e me ne aggiorni su twitter; caro giovane disoccupato o precario:

volevo dirti che in linea di massima hai ragione.

Il sindacato davvero non ti rappresenta – del resto dovrebbe? Non sei iscritto. Il sindacato non è un ente benefico che lotta per un mondo migliore: è un’associazione che tutela i diritti dei suoi tesserati. Il PD è davvero un partito di pensionati, anzi ha il suo daffare a tenersi buono lo zoccolo molle di anziani che rimane fondamentale in vista delle elezioni dell’anno prossimo. E quindi, insomma, ti resta Pietro Ichino. Ti ha spiegato che in Italia c’è un recinto di lavoratori tutelati (pochi) e una prateria di precari e disoccupati, e la sua proposta è più o meno: aboliamo il recinto. Dopo ci sarà più lavoro per tutti e anche più diritti, sì, per tutti. Sto semplificando, ma non è che Ichino e i suoi altoparlanti su giornali e tv la facciano molto più complicata, eh? Diciamo che la mettono giù in un modo più convincente.

Però, caro giovane, tu e Ichino potreste avere ragione anche su questo. Che ne so io, dopotutto. E quindi non ti chiedo di smettere di prendertela col PD, o con la CGIL, o con quel feticcio che è l’articolo 18. Puoi continuare se ti va a vedere in me un membro della casta, perché ho un contratto a tempo indeterminato, anche se alla fine del mese magari piglio meno di te. Vorrei soltanto essere sicuro che tu abbia capito cosa stai chiedendo.

Tu non stai chiedendo di abbattere il mio steccato. Quello ormai resta. La Fornero non si pone neanche il problema. Nemmeno Ichino osa. Il mio steccato non è in discussione. Tu stai semplicemente lottando perché nessuno sia più ammesso dall’altra parte. Chi è stato assunto prima della futura riforma Ichino resterà più o meno garantito. Gli altri, anche se sono arrivati a un tempo determinato dopo anni di contratti a progetto, resteranno per sempre al di qua. Licenziabili per un capriccio.

Posso essere più chiaro? Tu non stai lottando per togliere un diritto a me. Tu stai chiedendo che lo stesso diritto non possa più essere esteso al te stesso di domani. E si capisce, sei giovane e pieno di energia. Cambiare contratto una volta al mese non ti spaventa, perché dovresti ambire a una sistemazione a tempo continuato sotto l’ombrello dell’articolo 18? e a una panchina ai giardinetti, già che ci siamo? Largo ai giovani.

Lo stesso vale per le pensioni. Quando chiedi che siano tagliate, non stai parlando delle pensioni dei tuoi genitori. Stai parlando della tua. Quando auspichi l’abolizione della pensione di anzianità, non stai parlando della mia anzianità: stai parlando della tua. Quando chiedi che sia innalzata l’età pensionabile, è della tua vita che si parla. (Ma tanto tu non invecchierai come tutti gli altri, tu a 66 anni sarai ancora pieno di tanta voglia di fare). Lo so che sei in buona fede, quando pensi che il corpo flaccido e inerte del mondo del lavoro si meriti una sferzata: voglio solo essere sicuro che tu abbia capito che l’unica schiena a disposizione è la tua. Dopodiché, puoi continuare a ichineggiare e perfino sacconeggiare, se ti fa sentire bene. Magari hai ragione. Magari davvero l’unica strada è quella di alzare l’età pensionabile (la tua), e rendere più facile il licenziamento (tuo). Io resto scettico, ma è Ichino l’esperto.

E lui sta pur tranquillo che non lo licenzia nessuno.

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121 risposte

  1. E' una delle volte in cui sono d'accordo con Leo, solo che stavolta glielo vengo anche a dire, perché:
    1) è Natale e siamo tutti più buoni;
    2) leggendo i commenti mi sono convinto di una cosa che rimuginavo già da un po': questa generazione è senza diritti perché, sostanzialmente, non se li merita.
    Gli hanno fatto il lavaggio del cervello, ma non è nemmeno servito il candeggio: non c'era niente d'indelebile, una sciacquatina è stata sufficiente.

    tibi

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  2. “questa generazione è senza diritti perché, sostanzialmente, non se li merita”.

    ci avete lasciato una italia con debito pubblico altissimo, agli ultimi posti per competitività,libertà economica, legalità, efficienza, crescita economica, vi abbiamo pagato la pensione con il retributivo, e ora mi vieni a dire che questa generazione i suoi diritti non se li merita? forse non ti è chiaro: i vostri diritti li avete conquistati sulla nostra pelle.

    a leonardo volevo solo dire: ma la proposta di ichino l'hai letta o no? perché da quello che scrivi non si direbbe.

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  3. ti ho ho riletto con attenzione ma non vedo risposte sulla questione cisl ma solo rimarcare il punto. quello che chiami elisir di lunga vita e' la prassi anche in francia o svizzera giusto pwr dire

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  4. Bravo Leonardo, novantadue minuti di applausi.

    Comunque ieri sera la cosa più divertente di Ichino, a parte le facce spiritate ogni volta che veniva contraddetto dalla Rangeri, è stata quando ha detto più o meno questo: “un lavoratore di 58 (cinquantotto!) anni, a meno che non svolga un pesante lavoro manuale [troppo buono!], ha davanti a se ancora quasi dieci anni di serena e proficua vita lavorativa”

    Quando l'ho detto stamattina al mio collega che ha giustappunto 58 anni… Beh, non ricordavo potesse tirar fuori tante imprecazioni tutte assieme!

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  5. @Dylan: “ci avete lasciato” a chi?
    Io non sono in pensione, Leonardo men che meno: entrambi, a quanto mi risulta, abbiamo sempre lavorato (io forse da prima che tu fossi uno spermatozoo) versando regolarmente tasse e contributi; entrambi, rassicurati, NON andremo in pensione col retributivo.
    Quello che mi diverte è vedere che non solo vi pisciano in testa, ma ve lo fate anche piacere.
    Per carità, non ho nulla contro certi gusti personali, purché non li si voglia imporre agli altri.
    Ti do una dritta: “pioggia dorata” è solo una metafora.

    tibi

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  6. Michele, chettedevodi', non pagare le trattenute alla Cisl.

    In generale non puoi prendertela con un'associazione di categoria se pensa a tutelare la categoria invece di stimolare i singoli, è un po' come prendersela con la croce rossa perché tirano su i feriti invece di dare il colpo di grazia. E guarda che effettivamente le battaglie andrebbero molto più spedite senza tutto quel viavai di lettighieri.

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  7. Caro anonimo,
    allora hai versato contributi per quelli che sono andati in pensione prima e col retributivo. Mi sa che la pioggia dorata te la sei presa in faccia anche tu…

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  8. Sono abbastanza sconvolto, non solo dai commenti al post di leonardo, ma anche da quelli che si leggono a proposito di questo argomento anche, per dire, sul sito del FQ.
    Non è tanto il contenuto degli interventi a lasciarmi basito, anche se dovrebbe essere chiaro a chiunque che la retorica della flessibilità, dopo 30 anni di interventi volti a ridurre diritti e garanzie dei lavoratori, non ha fatto che peggiorare le condizioni materiali di vita di TUTTI, così come dovrebbe essere chiaro che quella sull'art.18 è solo una battaglia simbolica (da una parte e dall'altra) sul fatto che un luogo di lavoro possa essere anche un luogo nel quale resta possibile rivendicare il diritto a non venire licenziati per ciò che si è e non per ciò che si fa (non mi si parli di sopravvivenza delle imprese, chè in Italia per motivi economici i lavoratori vengono falciati a grappoli).
    No, quello che lascia l'amaro in bocca è vedere come stia passando nel senso comune un'operazione che data da tempo (ricordate le tirate dalemiane al riguardo?): orientare la giusta rabbia e l'amarezza di tanti che sono deprivati dei loro diritti, di un lavoro degno di questo nome e della certezza di un futuro, non contro chi è davvero responsabile di questa situazione e gode i frutti della loro subalternità, ma contro chi ha avuto il merito di conquistare con lotte, sangue e sacrifici quel minimo di diritti e protezioni che differenzia(va)no il modello sociale europeo dal Far West statunitense. E' questo che i nostri giovani smemorati di Collegno tendono leggermente a trascurare: tutti questi “odiosi privilegi” sono in realtà conquiste strappate con lotte, scioperi, sangue e sofferenze, in periodi nei quali il diritto dei lavoratori alla loro dignità di esseri umani era quello che i corifei della flessibilità vorrebbero tornasse ad essere: un miraggio.
    E' proprio vero: gli dei accecano coloro che vogliono perdere… :°(

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  9. Leonardo

    “Comunque la Gelmini ha fatto esattamente quello che sta bene a te, no? Invece di assumere altra gente garantita, ha fatto altri contratti a 12 mesi a dei precari.”

    La proposta Ichino vieta contratti ad 12 mesi o con altra scadenza predeterminata. Esistono solo contratti a t.i.

    Forse il mio precedente post era troppo lungo, ma quel che mi lascia attonito è come si possa ritenere di fare una lezione su Ichino senza aver capito questo.

    Ribadisco che pur esprimendo sentitamente le mie convinzioni, non ho mai detto a nessuno che “raglia”, cosa che tu, Leonardo, ti sei sentito in diritto di fare.

    Mah.

    U.

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  10. Come fai a ribadire una cosa la prima volta che la dici?

    Pur *esprimendo sentitamente le tue convinzioni*… hai continuato come un ossesso a ripetere che ti devo trovare le ferie, la malattia, la stabilità; che siccome non credo nella soluzione di Ichino, la soluzione devo avercela io. Ti sembra un modo educato, o anche solo sensato, di intervenire? “è meglio se ci pensi due volte prima di fare lezioncine” lo hai scritto tu. Il raglio si è sentito forte e chiaro; forse su questa cosa di entrare nei blog degli altri e scrivere in questo modo ci devi un po' lavorare.

    In seguito magari rifletteremo sulla differenza tra avere letto Ichino e crederci: altrimenti a chiunque non creda nel diluvio universale dovresti rispondere “Si vede che non hai letto bene la Bibbia”.

    Avessi almeno fatto una lezione su Ichino.
    Mi sono limitato a far notare che le sue riforme non modificheranno la condizione di chi è già garantito, ma peseranno su chi a quelle garanzie non ci arriverà mai. Trenta commenti dopo arrivi tu e mi dai questa notizia sconvolgente: “PPS: la proposta Ichino non tocca i rapporti di lavoro già esistenti. E ti è già stato detto e ripetuto”. Ma pensa un po'.

    Poi, se ce l'hai con me perché sono garantito, dovresti essere contento che la Gelmini ha smesso di assumerne. Non sei contento? Va bene, quindi siamo in due.

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  11. bravo leonardo.
    peccato che molti piccoli fan di ichino non abbiano letto il tuo post.
    io che sono dipendente pubblico con un contratto a termine-e quindi a scadenza non verrò riassunto, tanto siete tutti esperti e quindi sapete il meccanismo che lo impedisce- vorrei:
    1 non dover lavorare fino a 67 e passa anni. vorrei godermi la vecchiaia. non ci trovo nulla di bestiale o è davvero uno scandalo? i vostri genitori ipergarantiti che hanno mangiato sulle vostre spalle, maledetti loro, come sono a 67 anni? belli pimpanti, rapidi nell'innovare e a comprendere il mondo che cambia, stanno al paso con il mondo del lavoro in continua trasformazione? ma voi sarete meglio…
    2 voglio ferie e malattia pagata per ME, non li voglio togliere ad altri. e se debbo togliere ad altri no sarà di certo a lavoratori che han pagato le tasse in busta paga per una vita. credo che allo stato attuale non lo voglia neppure la fornero od ichino, ma molti piccoli fans con il coltello tra i denti si.
    3 vorrei sapere quanto prenderò di pensione con il fantasticissimo contributivo… senza dover richiedere a quei maledettoni della cgil…vorrei che me lo dicesse la vivavivalafornero o addirittura ichino. forse i piccoli fans me lo sanno dire con il sorriso
    4 il modello di flexsecurity di ichino ha luci ed ombre e punti non spiegati così chiaramente. è un modello che costa di più di quello attuale, e siete proprio voi piccoli fans a dire che con questi chiari di luna.. anche nella lettera di oggi al corriere ichino riesce secondo me a rispondere ad alcune critiche che gli vengono poste. vedi alla voce sostegno al reddito e partecipazione delle aziende….
    5 ma siete sicuri che con queste riforme ed uno schiocco di dita si metterebbe di nuovo in moto il mercato del lavoro? perche' forse non lo sapete…ma oggi con un mercato del lavoro selvaggio con le giovani generazioni a zero garanzie e a costo bassissimo per datore di lavoro….la disoccupazione continua cmq a crescere…perchè manca il lavoro. ergo se togliamo l'art 18 alle giovani generazioni(che non lo hanno già) non creiamo lavoro, ne miglioriamo le condizioni di lavoro di nessuno.
    6 io voglio entrare nel giusto recinto dei diritti degli ipergarantiti che hanno lottato per costruirlo per loro e per chi veniva dopo. io voglio lottare per riaprire, riallargare quel recinto e non per abbatterlo. la riforma ichino, che ha piena dignità e nulla di mefistofelico, non mi sembra andare in questa direzione. tra le proposte in campo preferisco il modello prospettato da tito boeri, che non tocca l'art 18 nel futuro lavorativo di tutti gli assunti.

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  12. Caro leonardo

    Non ti sono piaciuti i miei toni? Va bene. Sono disposto senza problemi ad ammettere che il tuo post mi ha fatto arrabbiare come una biscia. Aggiungiamo poi che il tuo filtro antispam si deve essere mangiato il messaggio in cui dicevo, tra le altre cose, che il pps l'ho inviato prima di leggere la tua risposta, che non avevo letto per un problema di caricamento della pagina. E' chiaro che così il pps sembra una cretineria.

    Nel merito: se tu mi “accusi” di volere un sistema “gelminiano” di contratti di 12 mesi prolungabili ad libitum E di essere pro-Ichino, è evidente che sembri ignorare del tutto il dettaglio non da poco che la proposta Ichino VIETA contratti a 12 mesi (o altre scadenze).

    Hai accusato la mia generazione di volerti privare dei diritti e ti è stato risposto a) che tu non ricadi nei casi dell'art. 18 perché stai ancor meglio di così; b) che la proposta Ichino varrebbe solo per i nuovi contratti.

    Sarò stato scomposto nel dirti a e b? E' possibile che possa aver urtato qualche raffinata sensibilità: ma la contraddizione rimane. Tant'è che hai ripiegato su un argomento che era diverso dal precedente: “Guarda, ti stai affidando ad un elisir che non funziona!”

    Eh no: tu avevi detto che ti stavamo rubando dei diritti…

    Infine: tu stesso hai impostato il discorso, peraltro correttamente, su una questione di difesa di interessi legittimi contrapposti di diversi blocchi sociali. Tu sei ben contento dell'attuale tutela riservata ai tuoi interessi legittimi. In altre parole li vuoi conservare.

    Spero di esser stato più chiaro.

    Uqbal

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  13. Caro leonardo

    Va bene, cambiamo i toni. Il tuo filtro antispam si è mangiato e continua a mangiarsi i messaggi, e questo ha fatto apparire alcuni miei commenti strani, peraltro.
    Accusarmi di volere un sistema di contratti di 12 mesi prolungabili E di essere pro-Ichino, vuol dire ignorare del tutto il dettaglio che la proposta Ichino VIETA contratti a 12 mesi (o altre scadenze).
    Ci hai accusato di volerti privare dei diritti, ma a) tu non ricadi nei casi dell'art. 18 perché stai ancor meglio di così; b) la proposta Ichino varrebbe solo per i nuovi contratti. Lo hai ricordato tu stesso, ma non hai risolto la contraddizione. Sarò stato scomposto nel dirti a e b? Ok: ma la contraddizione rimane. Infatti hai ripiegato su un argomento diverso: “Guarda, ti stai affidando ad un elisir che non funziona!”
    Eh no: tu avevi detto che ti stavamo rubando dei diritti…Ora, inoltre, vorrei anche sapere secondo te qual elisir potrebbe funzionare. Mi sembra una domanda legittima. Infine, sul sindacato: tu parli di interessi legittimi di precisi blocchi sociali. Giusto. Tu sei ben contento dell'attuale tutela riservata ai tuoi interessi legittimi. In altre parole li vuoi conservare. Spero di esser stato più chiaro.

    Uqbal

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  14. Caro Dylan,

    intanto sono anonimo quanto te, a meno che 'Dylan' non sia il tuo nome di battesimo, nel qual caso puoi sempre unirti alla class action dei vari Demis, Suellen e Deborha.
    Detto questo, fin da qua ti si vede gongolare per il mio contributivo e non sei un bello spettacolo: sei la perfetta esemplificazione di chi si presta a trascinare blocchi da piramide cantando anche l'inno aziendale, purché una frustatina tocchi anche a quello della cordata di fianco.
    Diversamente da te, io riconosco e chiamo la privazione dei diritti col suo nome, chiunque la subisca e riconosco che la privazione dei diritti altrui non me ne aggiunge nessuno (diversamente da te, non raccolgo felice la pioggia dorata sperando di capitalizzarla, insomma).
    Diversamente da te, riconosco anche il caso in cui si tratta effettivamente di risorse che provengono dallo stesso fondo, come nel retributivo, che per quanto mi riguarda andava abolito da un pezzo proprio per evitare la frattura generazionale.
    Diversamente da te, i mantra sulla Flessibilità Gloriosa non li ho mai creduti e non li vado a ripetere in giro sperando di convertire gli altri.
    Diversamente da te, forse non riuscirò a non farmi prendere i miei diritti, ma almeno non mi faccio prendere per il culo.

    tibi

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  15. Scusate ragazzi, ma vi hanno rincoglioniti.

    Vi hanno convinti che i nemici siano i pensionati.
    Che la vostra cadrega e' occupata da uno di 56 anni a 1300 euro al mese, che magari ha cominciato a lavorare a 21 anni. E adesso gira con la Punto, non con la Maserati.

    Fatevi due conti: il tizio sta probabilmente dando da mangiare a un paio di circa-ventenni. Voi che adesso ne avete trentacinque, chi vi dava da mangiare a vent'anni? Oppure vi hanno convinto che i vostri nemici siano anche quelli che hanno quindici anni in meno, oltre a quelli che ne hanno quindici in piu'?

    Un consiglio. Se volete capire bene cosa vi stanno mettendo in testa, come vi stanno organizzando e trasformando in banalissimi mostri, cercate “Ausmerzen”, uno spettacolo di Marco Paolini andato in onda un po' di mesi fa.
    Perché quando vi danno un nemico, presto o tardi vi manderanno in guerra a combatterlo. E da quello che dite alle fosse comuni il passo è molto, molto breve.

    Ma penso che lo sappiate e che in fondo vi vada bene così.

    Buon natale, eh?
    Pasquale

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  16. @U.? Uqbal? stessa persona?
    Puoi dire quello che vuoi per quanto mi riguarda, notavo come i giudizi fossero pieni di astio, e come questo astio inficiasse qualsiasi tipo di giudizio sereno.
    Ho poi una domanda per Uqbal: dov'è che esattamente hai letto questo “tu avevi detto che ti stavamo rubando dei diritti..”. Oh, io c'ho provato ma non lo trovo.

    AlessandroMeis

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  17. > Michele, chettedevodi', non pagare le trattenute alla Cisl.

    In generale non puoi prendertela con un'associazione di categoria se pensa a tutelare la categoria invece di stimolare i singoli, è un po' come prendersela con la croce rossa perché tirano su i feriti invece di dare il colpo di grazia
    sì bel colpo. allora non me la devo prendere neanche con i parlamentari che difendono i loro diritti acquisiti (stipendi stratosferici e gestione senza controllo del potere), i tassisti (più licenze? ma stamo a scherzà!) e nessuno pensa ai diritti dei farmacisti? e a quelli dei bottegai? e ai giornalisti e ai notai poveretti non pensa nessuno?
    Ecco, andiamo avanti con questa strada in cui ciascuno si garantisce la propria piccola nicchia di privilegio, così andiamo tutti allineati sulla strada maestra dell'equità. l'equità del burkina faso però, visto che senza le condizioni per garantirli hai un bel chiedere diritti.
    Per questo non posso condividere quanto scrivi.
    Per inciso nessuno mette in dubbio la tua capacità e professionalità di insegnante etc, ma devi riconoscere che la scuola è stata fino a dieci anni fa un sostituto dell'assistenza sociale. Ti sei mai chiesto perché le donne con più figli hanno più punti in graduatoria anche se chiaramente sono meno disponibili al lavoro? (max rispetto per le madri lavoratrici, metto solo in dubbio che sia la formula di sostegno giusta) E chissà quante ne sai più di me di queste regole, visto che ci campi. Quindi perdonami se non piango per il blocco delle assunzioni.
    Ecco, il punto è questo, o riconosci che i privilegi sono ingiusti, tutti, e che si ricomincia da una base più equa oppure cadi nel tranello del PD che vuole salvare tutto ma anche il suo contrario e viene sconfitto dal primo vendola o di pietro che passano.
    La proposta di ichino non è nuova: licenziabilità in cambio di un sussidio di disoccupazione generalizzato, che sostituisca false pensioni e madri che fanno le insegnanti per avere la mezza giornata, e per fornire un ombrello a chi è tra un lavoro e un altro. Chiaramente se a te non va bene ripartire da una base più equa come sopra ma l'importante è salvare i privilegi giusti (quelli dei pensionati contro i giovani, degli ingessati contro i flessibili etc) allora asta cgl siempre.

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  18. Alessandro Meis
    No, ha detto anche altro. Pero' quando dice

    “l giorno che Ichino o qualcun altro per lui mi mostrerà la macchina in cui da una parte entra la mia illicenziabilità e dall'altra, dopo la lavorazione, escono più diritti per tutti, io ci crederò.”

    rivela che il pensiero e' quello, e che il suo paternalismo e' un po' peloso. Leonardo afferma che saremo licenziabili per un capriccio: la riforma Ichino non modifica l'articolo 18 nella parte relativa a discriminazioni e capricci. Ma su questo non mi pare di aver avuto risposta.
    L'astio nasce anche dal tono del post, che sembra dare per scontato che i giovani siano degli imbecilli. Qui non parliamo di diritti inalienabili, ma di interessi legittimi, che hanno dei costi. Non sembra aver capito che i suoi i.l. li abbiamo pagati noi, e si permette di pontificare. Ergo chiedo: “Come facciamo”. Ma pare ritenere la domanda maleducata.

    Uqbal

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  19. Una risposta vorrei aggiungere, ad un dettaglio:

    “E' vero, un prof a tempo indeterminato senza studenti non viene licenziato. Viene spostato in un altro posto dove ci sono studenti. Trovi più razionale licenziarlo e assumerne un altro?”

    Se prima c'erano 100 studenti e 10 prof., ma ora rimangono 50 studenti (un trend reale che precede la Gelmini), abbiamo 5 prof. di troppo. C'e' poco da trasferire. L'argomensto sul trasferimento quindi e' piuttosto superficiale, di quella stessa supeficialita' che vedo nell'analisi su Ichino (o sono maleducato a dirlo?).

    U.

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  20. Voi ichinian-ilpostini fate paura. Ora persino il paragone coi parlamentari.
    “La Casta dei lavoratori e dei pensionati”.
    Vi meritate SACCONI, vi meritate.

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  21. Questo commento è stato eliminato dall’autore.

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  22. Vabbe', ma se non vi pubblico i commenti ditemelo subito, era da mesi che il mio antispam non cancellava più nulla.

    Comunque, U., il mio pezzo (che secondo me non ti prendeva per un imbecille) ammette che potresti avere ragione tu.

    Certo, continuano a esserci cose che non capisco: nel mio mestiere, per esempio, se tu vuoi ferie stabilità e malattia, praticamente ti vuoi sostituire a me: ma intanto dici che sono privilegiato.

    Una cosa di cui parla Ichino, per esempio, sono i sussidi: per com'è fatta la società italiana, credo che sarebbero una catastrofe (pensa solo a tutti i posti di lavoro che dà la camorra: ecco, quelli per lo Stato sono disoccupati: ci mettono un attimo a mettersi in fila per il sussidio). Però, va bene, cercherò di capire meglio Ichino, studierò, ecc.

    C'è una sola cosa che non ti concedo.

    “Se prima c'erano 100 studenti e 10 prof., ma ora rimangono 50 studenti (un trend reale che precede la Gelmini)”

    Di che trend stai parlando, esattamente? La peste nera? Guarda che non c'è stato nessun vero calo demografico. La montagna continua a svuotarsi, e infatti la Gelmini ha chiuso alcune scuole e spostato gli insegnanti. Giù a valle sono diminuiti gli insegnanti, gli studenti sono relativamente aumentati, e il problema è che le aule spesso non sono omologate per contenere una trentina di studenti.

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  23. Leonardo

    La proposta Ichino, in realta', si applica male alla scuola (e non e' pensata per gli statali in genere). Nella scuola un t.i. in realta' e' tempo eterno. Al punto che si capisce perche' lo Stato e' cosi' restio ad assumere di ruolo: che fai se assumi un professore la cui materia “si estingue” dopo 5 anni? Se lo piange per altri 35 anni?

    Io sono per un sistema olandese (e anche finlandese): finche' hai classi, insegni. Poi se questi non ci sono o stanno calando, lo Stato ti aiuta a riqualificarti (abilitandoti/laureandoti in materie piu' richieste). Senza trasferimenti, sarebbe il mio ideale, che creano un vortice di diritti acquisiti e discontinuita' didattica di cui proprio non si sente il bisogno.

    Uqbal

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  24. Il problema è molto semplice: se compri un litro di latte costa 1 euro ma se ne vuoi 1000 litri al giorno tutti i giorni risparmi almeno la metà (cosi insegna il mercato)
    Allo stesso modo chi ha necessità di collaborazioni occasionali o a tempo deve semplicemente pagare il doppio di stipendio netto e il doppio di contibuti in maniera che sia eventualmente, almeno in parte, tutelata anche l'uscita temporanea del lavoratore in oggetto dalla attività lavorativa a carico di chi ha usufruito del servizio. Questo è il solo e unico punto di partenza di una eventuale riforma del lavoro se Ichino partisse da questo mi sforzerei di continuare a valutare la sua proposta altrimenti Grazie non sono interessato… ci avete già preso in giro abbastanza…almeno dal 1992

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  25. In questo interessantissimo dibattito ci sono due strane fazioni, che secondo me si assomigliano molto di più di quanto non siano disposte ad ammettere.
    Ognuna rimprovera all'altra cose abbastanza buffe “brainwashed” contro “dogmatici”. “Lavoratori uniti o battuti” contro “gli altri si sono mangiati i diritti miei”. Nessuno pare capire.
    L'articolo 18 è stato brandito come un corpo contundente e trasformato spesso (lo so per esperienza diretta) in un'arma contro i piccoli-medi imprenditori, in un'assurda spada di Damocle. I sindacati hanno per decenni sostenuto i più indifendibili dei dipendenti, e una delle cose più sensate della discussione è del primo post di Michele, quando dice che è più facile che un sindacato difenda un dipendente scansafatiche che uno valido. In media. Ma anche nella mia azienda il sindacato ha appena proposto di dividere il bonus produttività a pioggia invece che appunto, ai più produttivi.

    Poi c'è che vede nell'articolo 18 il margine ultimo, la barricata finale, oltre di me il diluvio, e chi invece urla a gran voce che nella proposta Ichino non c'è l'abolizione del diritto, ma solo una modifica del significato di “giusto motivo”. Ecco, io la proposta non l'ho letta, ma se è vero questo, da chi proviene la resistenza alla proposta? Cioè, davvero è una cosa così banale per cui litigare? La definizione del giusto motivo?
    Boh, io ho l'impressione che (se stanno dvvero così le cose) l'articolo 18 sia solo un feticcio da onorare…

    Andrea

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  26. C'è gente che ha delle tutele e gente che no.
    E' ingiusto! Aboliamo le tutele per tutti e giustizia è fatta!

    Questa non è la formula ufficiale, indicibile, ma è il risentimento reale delle nuove generazioni contro le precedenti. Risentimento alimentato da tutte le forze del liberismo assoluto, che è la sola vera ideologia rimasta.

    Le nuove generazioni, prive di senso di appartenenza, prive di futuro (e colpevolmente ignare del passato), hanno fatto propria l'ideologia dell'America peggiore del tutti contro tutti e si sono trasformate in strumento della demolizione di ogni tutela e garanzia.

    Prive di qualsiasi criticità sociologica, titillate nell'amor proprio e nella presunzione di sé, sono le paladine della “meritocrazia” quella divinità che giura di premiare i migliori per premiare sempre i figli delle élite.

    Massa di manovra del liberismo assoluto (che esse scambiano per liberalismo): chi ce la fa vive, chi non ce la fa muore.

    Syrtis Major

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  27. Syrtis

    Quando produrrai un argomento che sia uno, allora forse varrà la pena prenderti sul serio.

    Uqbal

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  28. Sono un pensionato, ho cominciato a lavorare a 18 anni, mi sono fatto i duri anni 60' in cui non c'erano diritti, la fabbrica era come una caserma. Poi dal 69' ci siamo dati da fare con il Sindacato che ci organizzava e abbiamo fatto conquiste ancora oggi fondamentali, a cominciare dallo Statuto e dall'art. 18, la malattia pagata, ferie di 4 settimane, il diritto allo studio, diritto di discutere l'organizzazione del lavoro, ecc. E' singolare per non dire incomprensibile che ad un giovane di oggi si indichi la nostra condizione come quella che inpedirebbe loro di avere maggiori tutele e garanzie per il loro futuro e il sindacato, la CGIL quasi un ostacolo. Un goivane ha ragione di lamentarsi dell'eccessiva precarietà esistente e della giungla dei contratti, ma và ricordato che questa situazione è il frutto di scelte politiche precise, e in particolare della legge 30 o Biagi. Allora sarebbe più produttivo cercare di correggere quelle norme sbagliate, come sostiene la CGIL, e non scatenare una guerra trà generazioni.

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  29. La cosa che mi turba è la poca memoria di molti. Cominciamo con le lettere di dimissioni firmate in bianco. Non è un destino scontato, è frutto della gagliofferia dei potenti e prepotenti. Prodi aveva posto fine a decenni di dimissioni firmate in bianco al momento dell'assunzione facendo una legge che prevedeva che le dimissioni dovessero essere presentate su appositi moduli del ministero (datati e numerati). Berlusconi, appena giunto al governo, ha abrogato tale norma. Pertanto, le dimissioni si presentano utilizzando una semplice dichiarazione sottoscritta dal lavoratore (magari firmata in bianco, al momento dell’assunzione). Non mi pare che questo abbia migliorato la condizione dei lavoratori.
    Articolo 18. Viene la nausea a doverlo spiegare per la milionesima volta. Non c'entra niente con il rilancio dell'economia e non toglie diritti a nessuno. Questo articolo dice semplicemente che se tu mi licenzi senza giusta causa o giustificato motivo ho diritto a essere reintegrato nel mio lavoro (posizione, incarico e stipendio) e non te la cavi mettendomi in bocca una manciata di quattrini. Mi domando chi farebbe il rappresenante dei lavoratori in azienda senza questa protezione. Nessuno? OK. Allora rimarrebbe solo il sindacato esterno che dovrebbe coprire tutte le minute esigenze ed evenienze (poi non lamentiamoci se non ce la fa) Se si vuole essere pignoli sarebbe giusto estendere a tutti questo banale “paracadute”. Comunque, la possibilità di licenziare, anche con l'articolo 18, il padrone non l'ha mai persa. Sedici anni fa io lavoravo in una redazione con poco più di venti dipendenti che a sua volta faceva parte di un gruppo editoriale molto più grande (la Utet, tanto per non far nomi); l'azienda ha chiuso la nostra redazione e ci ha banalmente sbattuti fuori; l'unica trattativa che è stato possibile realizzare ci ha permesso di contrattare quattro palanche in più (rispetto alla normale liquidazione) e in qyesto ci ha aiutato il sindacato. Che ha aiutato tutti, anche se di iscritti c'eravamo solo in due. Nessuno ci sputa sopra, ma le quattro palanche finiscono e così per dieci anni ho continuato a fare lo stesso lavoro, ma in maniera precaria (con partita Iva) per conto di varie case editrici fino ad andare in pensione a 60 anni con mille euro al mese. Non me ne lamento, e capisco che è un “privilegio” con questi lumi di luna, ma solo perché, nel frattempo, è peggiorata (non migliorata) la condizione di tutti i lavoratori.
    Questo è quanto.

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  30. “Una cosa di cui parla Ichino, per esempio, sono i sussidi: per com'è fatta la società italiana, credo che sarebbero una catastrofe (pensa solo a tutti i posti di lavoro che dà la camorra: ecco, quelli per lo Stato sono disoccupati: ci mettono un attimo a mettersi in fila per il sussidio). Però, va bene, cercherò di capire meglio Ichino, studierò, ecc.”
    Siamo l'unico paese europeo che non fornisce un sussidio minimo generalizzato ai disoccupati e sinceramente se lo fa perchè c'è la camorra a questo punto come disoccupato-non affiliato ai clan mi sento doppiamente preso per il culo!

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  31. Licia

    Col sistema Ichino, tu avresti preso ben di più di quattro palanche (c'è la vaga possibilità che tu sia genovese??) e ora non saresti partita IVA, bensì dipendente a tutti gli effetti, a t.i., con annessi e connessi.

    Con l'art. 18, peraltro, non c'è il reintegro (che ha anche poco senso: un omosessuale, o un nero, o una donna, vorrebbe continuare a lavorare per uno che lo discrimina e lo disprezza??), ma il risarcimento non sono due lire: è un risarcimento abbastanza gravoso da far mordere la lingua a qualsiasi padrone. D'altra parte, nelle piccole aziende è già così e il sindacato non sembra preoccuparsene.

    L'attaccamento all'art. 18 attuale (che ha difeso ben poco il tuo posto) nasce dal fatto che in Italia, se il lavoro lo perdi, difficilmente lo ritrovi considerando quanto agonizzante è la nostra economia. Ma questa cosa deve essere invertita: si deve crescere (art. 18 o meno -Ichino peraltro lo dice chiaramente che la sua riforma non serve a creare occupazione, ma a tutelare gli occupati, presenti e futuri, tanti o pochi che siano).

    Nel periodo di interregno, inoltre, tra un lavoro e l'altro avresti avuto un'entrata regolare, ovvero il sussidio di disoccupazione, e la possibilità di riqualificarti e acquisire nuove competenze.

    In altre parole, Licia: il sistema attuale ha indebolito seriamente la tua posizione, il sistema Ichino ti avrebbe offerto molto di più( t.i., niente IVA, molti più contributi).

    Uqbal

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  32. “Il sindacato non è un ente benefico che lotta per un mondo migliore: è un'associazione che tutela i diritti dei suoi tesserati”
    Questa è più o meno la teoria del sindacato “corporativo” (non nel senso fascista, ma nel senso, spregiativo, in cui se ne parla in CGIL) che si occupa dei suoi lavoratori anche a danno degli altri. L'ideale della CGIL è esattamente quello di difendere i lavoratori e il lavoro, andando oltre la ristretta visione del sindacato degli iscritti.
    Che poi le azioni non corrispondano pienamente all'ideale, è chiaro è così per tutti ed è così anche per la CGIL. Ma se c'è una specificità della CGIL rispetto ad altri sindacati in Italia e nel mondo è proprio la pretesa di trascendere il mero interesse settoriale degli iscritti.
    Quindi… de che stai a parla'?

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  33. Sorprendente caro Leonardo. Oppure non tanto sorprendente, semplicemente nella logica delle cose. Tu, più chiaro di così non potevi essere, ma quelli che si Ichinano godono di troppa buona stampa per capire una posizione diversa. Quindi diverso sei tu, in questo caso. Non importa se hai ragione, non importa se scrivi nella speranza che qualcuno apra gli occhi, quel che conta è Ichinarsi. Solo una cosa mi piacerebbe che tu spiegassi: cosa fa uno come Ichino nel PD? Perché nel PD è così ascoltato?

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  34. Nessuno mi è riuscito a spiegare perchè se si tolgono i diritti a qualcuno si aumenta l'occupazione e se ne danno di nuovi ad altri…..boh, me sembra un mistero della fede….

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  35. Qualche giorno fa su facebook avevo scritto questo post:
    Come quei soldati giapponesi che restarono da soli in guerra nascosti nelle isole del pacifico sul web si aggirano ancora individui che continuano a raccontare la storiella del conflitto tra giovani anziani, tra operai privilegiati e precari abbandonati. E' ora di dire che tutti coloro che continuano a ripetere questo ritornello aizzano l'invidia e l'odio sociale e contribuiscono a distruggere quel minimo di legame e coesione sociale rimasto nel nostro paese. In pratica fanno e dicono cose che la destra ha sempre fatto e detto.

    UNA MIA AMICA MI HA COMMENTATO CHIEDENDOMI IL PERCHE' QUESTE PERSONE (ALCUNE ANCHE DI SINISTRA) SI COMPORTANO IN QUESTA MANIERA'.

    E' UNA BELLA DOMANDA. A CUI MI SENTO DI RISPONDERE COSI':

    La motivazioni sottese a questa roba possono essere diverse.
    C'è chi lo fa scientificamente perchè così pensa di abbattere le ultime resistenze alla completa sconfitta dei lavoratori occidentali (negli USA ci sono riusciti dai tempi di Reagan).
    Ci sono poi quelli che credono davvero a quello che dicono (e non basta essere un professore come Ichino per indovinarla, se fosse così non ci sarebbero anche tra i professori idee tanto diverse).
    Ci sono poi i ruffiani (a sinistra ce ne sono, eccome) che pensano di accreditarsi presso l'elite economica e finanziaria (avendo smatrrito ogni autonomia culturale, politica ed a volte anche reddituale) e se sono di sinistra se ne vergognano un po ed allora parlano di equità ma appunto aizzano soltanto all'odio sociale (delitto politico orribile per uno che è di sinistra).

    Ma il motivo vero sta nella egemonia del pensiero liberista che in 30 anni ha costruito frame ben solidi con sinapsi neuronali ben radicate nel nostro cervello che ci fanno escludere ogni responsabilità del sistema nei momenti di crisi e gettano la croce tutta sugli individui, sulla loro biografia.

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  36. (continua) Per cui se le cose non vanno il nero di seppia ideologico sparso in questi ultimi 30 anni ci impedisce di risalire a quelle decisioni sistemiche prese 30 anni fa che hanno smantellato le impalcature del secondo dopoguerra senza sostituirle con impalcature globali e lasciando liberi i capitali di scorrazzare senza freni in tutto il mondo e con una velocità spaventosa (qualcuno lo ha definito turbocapitalismo o supercapitalismo).
    E' un velo ideologico (dell'unica ideologia sopravvissuta al 900) che nasconde appunto le vere motivazioni della crisi e concentra l'attenzione su dei diversivi (in Italia oggi è il turno dell'articolo 18 usato appunto come diversivo).

    Ed invece come scrive il blogger L__Antonio:
    Siamo nella condizione in cui siamo, perché da trent’anni circa sono state cancellate le regole dei mercati finanziari e un’oligarchia politico-economica ha preso il potere. Federico Rampini, senza mezzi termini, lo ha definito “smantellamento del sindacato e delle regole”, di cui anche una parte della sinistra si è resa complice. Lo spostamento della ricchezza a vantaggio di chi percepisce rendite finanziarie è stato dell’8-10%. All’asimmetria economica si è rapidamente accompagnata un’asimmetria sociale, segnata dall’approfondimento del baratro della disuguaglianza. Se ciò è vero, chiedere un’ulteriore cancellazione delle regole dopo quella che ha già prodotto la valanga del debito e la rottura della coesione sociale mi pare francamente eccessivo

    In termini più generali questo velo ideologico, questo nero di seppia spruzzato come diversivo da oltre 30 anni, serve a nascondere i difficili rapporti che esistono tra la democrazia ed il mercato e che Jacques Attali, in uno splendido pamphelt dedicato alla crisi attuale, così sintetizza:

    Questa coppia formata da mercato e democrazia non è, per natura, armoniosa.
    Inizialmente fondata sul conseguimento della libertà individuale, confidando nel mercato per la sua efficacia e nella democrazia per la giustizia, declassa tutti gli altri valori, in particolare la solidarietà.
    In tutti i settori promuove l’apologia della libertà individuale, cioè del diritto di cambiare parere.

    Tutto diventa reversibile, precario, anche i contratti, siano essi di lavoro o d’alleanza. Quindi anche il contratto sociale.

    Nessuno ha più ragione di rispettare impegni che minerebbero la propria libertà.
    Nessuno ha più motivo di essere onesto contro chiunque se non se stesso.
    Nessuno, in particolare, ha ragione di essere leale verso le generazioni future: i nostri bisnipoti non hanno diritto di voto.
    L’apologia della libertà individuale fa così della slealtà e della avidità dei valori accettabili, distrugge la stabilità delle occupazioni e del diritto e contrasta l’altruismo.
    Coloro che hanno l’informazione, gli iniziati” non la condividono o almeno la utilizzano per il loro esclusivo profitto prima di degnarsi di condividerla.
    Ancora: sapendo che il sistema sopravvive solo nell’apologia della propria precarietà, ne deriva una logica dell’urgenza, dell’impazienza.
    Presentendo un rischio crescente ciascuno cerca di trarre il massimo il più rapidamente possibile.
    In particolare questa sensazione generale di precarietà induce gli iniziati * a non essere onesti con le imprese che finanziano e con le famiglie o le istituzioni di cui gestiscono le risorse; sono spinti a tenersi per sé, se possono, tutte le occasioni di profitto che scoprono.”

    Nota-
    * gli “iniziati” per Attalì sono quegli appartenenti alla nuova elite globale e che possiedono in esclusiva “l'informazione” economica e finanziaria sulla redditività dei progetti.

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  37. Ringrazio Enzo per avermi risparmiato la fatica di chiarire, quasi punto per punto, il significato, peraltro del tutto ovvio ed evidente, delle mie lapidarie affermazioni. Ma anche Franco e Licia hanno lavorato al posto mio. E' bello trovare la pappa pronta.
    Grazie ancora e auguri.

    Syrtis Major

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  38. Anch'io, che pure faccio parte della generazione dei senza diritti tra i trenta e i quaranta anni, sono allibita da quello che ho letto. Intanto ancora nessuno ha spiegato perchè tutte le belle cose di cui pontifica Ichino non si possono realizzare anche tenendo in piedi l'art. 18.Perchè? Sono anche piuttosto disgustata dall'utente Uqbal che insulta o denigra chi non la pensa come lui nonostante i concetti che esprime siano illogici, raffazzonati e pure incoerenti, ma vabbè mi rendo conto che in una piazza virtuale è facile trovare dei villani maleducati incapaci di esprimere le loro idee senza insultare.
    Detto questo, e me ne sorprendo dato che è intervenuto anche un avvocato del lavoro, forse bisognerebbe conoscere meglio come funzionano le cose nel diritto del lavoro attuale (magari queste domande fatele ad Ichino). Intanto: dov'è il problema dell'art 18? Nell'obbligo di reintegro mi pare di capire, visto che sul risarcimento mi sembrano invece tutti d'accordo. Ecco. secondo voi quante cause di lavoro per art 18 si risolvono con il reintegro? Quasi nessuna proprio perchè nessuno gradisce tornare a lavorare in un posto dove ha dei pessimi trascorsi e quindi il 90% dei licenziati senza giusta causa accetta dei risarcimenti. Dal pacchetto Treu in poi si è fatto a brandelli il mondo del lavoro in Italia, ma non mi pare che il paese sia migliorato, l'occupazione cresciuta, i giovani in grado di andare sulle proprie gambe da soli crearsi una famiglia ecc. Quindi dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti, quelli che vogliono vedere, che dalla distruzione dei diritti del lavoro non è nata maggiore occupazione. Oggi non si assume perchè lavoro non ce n'è non perchè c'è l'art 18. Fa davvero cadere le braccia constatare come la pur giustificata e legittima rabbia dei senza futuro si scagli contro gli obiettivi sbagliati, come si confondano i diritti con i privilegi invece di pensare davvero ad alternative più eque per tutti (e non è tagliando la pensione di 1300 euro dell'ex dipendente statale che si risolvono i problemi).
    Tyche

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  39. Volevo aggiungere che la Cgil, come è noto, a differenza degli altri sindacati, punta ad essere il sindacato dei lavoratori, non dei tesserati.
    Inoltre, sempre a proposito di quello che avviene nella concretezza dei Tribunali del Lavoro, dico, comodo sostenere che viene mantenuto il divieto di licenziare per discriminazione, peccato che c'è un piccolo problema: come la dimostri la discriminazione?
    Voglio dire, resto incinta, il capo mi licenzia, per me è discriminatorio, lui invece nel frattempo avrà trovato centinaia di ottimi motivi per giustificare la sua scelta. Bene, come fa il giudice a stabilire che io ho ragione? Non basta mica soltanto la circostanza del mio essere gravida e di certo il capo non andrà ad ammettere davanti a lui che mi ha licenziato per questo. Ecco, l'esempio per dimostrare come appunto dimostrare un licenziamento per discriminazione sia 'pressochè impossibile, se non difficilissimo. Poi mi chiedo, se l'obiettivo di Ichino è davvero quello di dare maggiori garanzie a chi non le ha, perchè non ha previsto nel suo progetto di riforma la cancellazione delle tipologie più obbrobriose di lavoro schiavistico inventate da Biagi? E perchè, in alternativa, non ha previsto che chi vuole usufruire di un lavoro flessibile lo deve pagare il doppio di quello sicuro? Misteri della fede
    Tyche

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  40. si renda il lavoro precario piu' costoso di quello a tempo indeterminato e il problema si risolvera'e non mettiamoci a litigare padri con figli,il fatto e' che anche in mezzo ai tutelati ci sono molti krumiri che non lottano e che insieme a i loro sindacati comlplici col governo ci hanno portato in questa merda.

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  41. Tyche

    Adesso come viene dimostrata la discriminazione? O è una domanda maleducata?
    O è maleducato farti notare che la proposta Ichino le obbrobriose forme di lavoro schiavile le ABOLISCE TUTTE?
    La domanda a questo punto non è retorica: lo sapevi o no che nella proposta Ichino c'è solo UN TIPO di contratto, a t.i. per tutti, con art. 18 (senza reintegro) anche per le aziende sotto i 15 dip.?
    Una risposta nel merito a quel che dicevo a Licia, ovvero che con la legge Ichino oggi non sarebbe a partita IVA, ma a t.i. con tutti i diritti si può averla? O non è che è più facile alzare il nasino sdegnato e tirare avanti?

    Anonimo del lavoro precario più costoso:
    E secondo te il costo aggiuntivo chi lo paga? Se una azienda deve versare più contributi non pensi che abbasserà il netto?
    E per quanti soldi si ritiene giusto che un lavoratore sia costretto a vendere la sua stabilità? Attenzione a chiedere qualcosa, perché si potrebbe ottenerlo…

    Uqbal

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  42. nella mia azienda 6200 persone,ne ho visto tanti di giovani precari che maltrattati a dismisura durante il loro precariato,dicevano che si sarebbero vendicati una volta riconfermati a tempo indeterminato.Quando questo e' accaduto,altro che lottare,sono diventati i peggiori krumiri, tutti con l azienda per i migliori posticini!!!!!!

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  43. Quello che mi colpisce di più di questa discussione è che sembra che il problema del lavoro in Italia si riassuma in uno scontro tra i “giovani” e i “vecchi”. Il precariato non è un fenomeno italiano, né è conseguenza dell'art. 18. E' una modalità di riduzione del costo del lavoro pensata per reggere l'urto della globalizzazione e della concorrenza dei Paesi emergenti, nei quali il lavoro costa nulla perché si vive senza democrazia e senza diritti. Ichino a me sembra soltanto patetico, desideroso com'è di farsi ammettere nei salotti buoni, televisivi e non. E questo al di là delle sue proposte, alcune delle quali (reddito minimo) potrebbero essere buone, e lo sono, in Danimarca, Paese esportatore di petrolio. Comunque, devo ammettere che far diventare un conflitto tra ceti sociali un conflitto tra generazioni, è un autentico capolavoro politico. Monti & C. lo stanno cavalcando a dovere (i “giovani” ricevuti a Palazzo). Peccato che, dopo la Prima Guerra Mondiale, uno scontro del genere (sia pure insieme a tanti altri fattori) abbia portato al fascismo…
    Bruno

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  44. Rispondo a chi gentilmente si è occupato di fare delle osservazioni sulle mie grossolane riflessioni: Non discuto se nella situazione di 16 anni fa avremmo potuto ottenere un saldo migliore (in soldi) dalla chiusura della nostra redazione, discuto invece di come ho vissuto una trentina di anni nella mia azienda senza l'incubo di essere licenziata (io personalmente, non per chiusura) per motivi indipendenti da mio demerito. Credo di essere vissuta meglio.
    La partita Iva. In quel torno di tempo in quasi tutte le redazioni d'Italia si è vissuto lo stesso copione: chiudiamo questo settore e il lavoro che questo svolgeva lo “compriamo” sul mercato e i licenziati non hanno alternativa se non “vendercelo” al prezzo che vogliamo. Non commetteremo l'errore di chiamare sempre i soliti, sennò il trucco è troppo evidente e magari ci obbligano ad assumere, le leggi c'erano anche allora, ma è difficile che anche leleggi più protettive non possano essere eluse. A noi licenziati è restato solo il diritto di scegliere l'albero a cui impiccarci: avevo 49 anni, troppo per essere riassunta come redattore da qualche parte, anche perché nessuno assumeva, e nessuna esperienza per capo-redattore come richiesto dal mercato e in tal caso il mio compito doveva essere “comprare” il lavoro di poveri morti di fame come me.
    Siccome 'sto post sta diventando troppo lungo, mi limito a segnalare uno dei tanti articoli nei quali mi riconosco, poi prometto di non intervenire più (anche per stanchezza morale):

    http://www.rassegna.it/articoli/2011/12/20/81298/dietro-il-mito-del-contratto-unico

    Fraterni saluti (come si diceva una volta)

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  45. Licia

    Anche se poi non vuoi intervenire, e anche se sarebbe forse meglio chiedere ad Ichino stesso (www.pietroichino.it), mi sembra di capire che la vostra redazione sia stata licenziata in blocco perché alla casa editrice faceva più comodo passare ad un gruppo di partite IVA ipersfruttate.

    Con il sistema Ichino, nel quale questo schifo delle “false partite IVA” è vietato, non t'avrebbero licenziato.

    Per la licenziabilità individuale: 1) Perché un datore di lavoro dovrebbe licenziare chi fa bene il proprio lavoro? 2) Licenziare, con il sistema Ichino, non è una cosa banale: ti costa soldi a prescindere, e senza giusta causa te ne costa una marea.

    Ma poi, Licia (e mi dispiace che tu non voglia più rispondere): l'art. 18 ti ha difeso oppure no? Ha salvaguardato il tuo lavoro oppure no?

    Uqbal

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  46. Scrivo da addetto ai lavori (previdenza pubblica) e dunque con cognizione di causa. Leonardo ha detto il giusto, sia pure semplificando, la coperta è stata tirata sulle giovani generazioni ma invece di allungarla, è stata accorciata. Il discrimine è appunto questo: con quale filo tessiamo questa coperta? Occorre cambiare e rifondare il nuovo welfare sulla fiscalità generale ( dove paghino tutti davvero, Serpico permettendo) e non bensì sulle sforacchiate e saccheggiatissime casse contributive dei lavoratori dipendenti. O si fa così o sarà sempre peggio, tanto varrebbe abolire la previdenza pubblica e instaurare un libero mercato assicurativo con regole trasparenti.
    Ho l'impressione che il cinismo di molti giovani di oggi, “ichiniani” appunto, non sia poi così disattento. Forse a loro la giungla sta bene, aspettano il momento giusto per mordere e scalare il successo calpestando chi sta sotto. Insomma, un mondo con pochi diritti e più chances. Attenzione però, che noi non siamo l'America

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  47. Anonimo

    La cosa curiosa è che la proposta Ichino non riguarda la previdenza.

    Uqbal

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  48. @ Uqbal, oggi la discriminazione non hai bisogno impellente di provarla perchè per l'appunto, prima, c'è la giusta causa e il giustificato motivo. Ti avevo chiesto di spiegarmi cosa impedisce, nel caso, di approvare la riforma Ichino senza cancellare l'art 18 ma forse ti è sfuggita la domanda e te la ripropongo.
    Poi, peccato che lo dica Ichino stesso,sul suo sito, che le forme di lavoro schiavistico oggi tanto in voga non verranno cancellate ecco te lo incollo (è nella risposta a quell'altro genio di Tiraboschi): “avevo quindi fatto osservare che al progetto flexsecurity contenuto nei d.d.l. n. 1481 e n. 1873/2009, a mia prima firma, questa pretesa non può proprio essere imputata: il progetto prevede infatti il mantenimento della possibilità di assunzione, con contratto a termine, regolata in rigorosa aderenza alla direttiva europea n. 1999/70/CE, o con contratto di lavoro temporaneo tramite agenzia (negli stessi casi in cui sarebbe ammesso il contratto a termine), o con contratto di apprendistato, di lavoro a tempo parziale, di job sharing, di telelavoro o di lavoro a domicilio, e anche con contratto di stage, con regole che ne garantiscono la genuina finalizzazione prioritaria e prevalente alla formazione del giovane lavoratore. “
    Tyche

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