Chiedo scusa per non riuscire a pensare o a scrivere qualcosa su Pietro Mennea che non suoni retorico già alle mie orecchie, figurarsi a quelle di chi passa di qui. Posso benissimo starmene zitto che quasi sempre è la cosa migliore. Solo una cosa: finché sul tetto del mondo c’è stato lui (e c’è stato per tantissimo), a quelli un po’ più giovani sembrava che dicesse: non c’è nulla che non possiamo fare. Dove il soggetto sottointeso era: noi italiani. Possiamo fare di tutto – certo, magari in determinati settori faremo più fatica, dovremo allenarci molto, e sacrifici su sacrifici, però alla fine che si fotta la genetica, che si fottano due millenni di piagnistei: possiamo essere tutto quello che vogliamo essere, almeno per un po’. Per 17 anni Pietro Mennea è stato il duecentometrista più veloce del mondo.
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4 risposte
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davvero tanta tristezza, quanti ricordi
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Due giorni fa è morto anche Chinua Achebe.
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sì, il punto è quello: ha davvero fatto credere che tutto fosse possibile, con l'allenamento, il sacrificio…
vedi bolt e dici: grazie al cazzo (ops…), non sembra proprio che abbia bisogno di allenarsi
guardavi mennea e sapevi che si spaccava il culo e che lo meritava (di vincere, non di spaccarsi il culo)"Mi piace""Mi piace"
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anche se questo discorso non sentivo farlo mai, per tanti anni (meno di 17, ok) è stato proprio l'uomo più veloce del mondo: quando il record dei 100 era sui 9.92, se la matematica non mi tradisce, significava che la velocità del centometrista era inferiore a quella del duecentometrista (ok, c'è la partenza etc., ma insomma la velocità è quella, distanza/tempo).
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