Quando quest’ultimo polverone nordafricano si sarà depositato – e si sta già depositando – qualcuno conterà le vittime e scoprirà che anche stavolta, come nel caso delle vignette del 2006, sono quasi tutte arabe, quasi tutte musulmane. Per dire, l’11 settembre insieme all’ambasciatore Christopher Stevens sono morti dieci agenti di sicurezza libici, che stavano cercando di difenderlo. Questo ovviamente per noi pubblico occidentale ha punta o poca importanza: gli africani sono comparse, il fatto che cadano come mosche non desta sorpresa. Per noi l’11 settembre è morto soprattutto un ambasciatore USA, un occidentale, un laico. Vittima dell’islamofascismo oscurantista che non consente alcun tipo di scherzo sul Profeta. E passi. Lasciamo pur perdere il carattere volutamente provocatorio del film che ha scatenato la reazione; prendiamo anche per buoni i titoli sparati che due giorni fa ci annunciavano rivolte in tutto il mondo islamico, quando alla fine si è trattato nella più parte dei casi di manifestazioni pacifiche. Ma non importa. Prendiamo pure per buona la tesi degli eredi della Fallaci, comprensibilmente ansiosi di intestarsi un’eredità che in libreria e in edicola vale ancora parecchio. Diamogli retta, per una volta, e ammettiamo finalmente che l’islamofascismo esiste e minaccia l’Europa, minaccia il mondo, e probabilmente l’universo…

…Però, a questo punto, bisognerebbe avere l’onestà di ammettere che fa soprattutto vittime nel mondo islamico. Quando sei anni fa un Ministro della Repubblica italiana si sbottonò una camicia in diretta per mostrare una vignetta anti-Maometto sulla maglietta della salute – sì, è successo – in Italia non ci fu nessun attentato; invece a Bengasi morì un po’ di gente, durante una manifestazione che la polizia di Gheddafi represse alla sua maniera. Al nostro ministro (era Calderoli) nessuno torse un capello – sì, fu spinto a dimettersi, ma non perse certo la scorta.

Scrivo questo perché anche stavolta, come sei anni fa, mi sembra che la discussione sia un po’ fuori fuoco. Ci si lamenta che la nostra occidentale libertà di espressione (sacrosanta) sia limitata, come se ci fosse da qualche parte un insopportabile codicillo medievale che ci impedirebbe di scherzare su Maometto. Ecco, no. Possiamo benissimo scherzare su Maometto, tanto quanto scherziamo su Gesù (entro certi limiti tuttora fissati dalla legge) e su altre divinità. Certo, se la cosa circola su internet può darsi che qualcuno s’incazzi e qualcun altro ci rimetta le penne, com’è successo a Stevens e alla sua scorta. Ma non è un rischio per noi. È un rischio per chi laggiù ci vive o ci lavora. Per noi no, noi siamo liberi di scherzare su tutto quello che non conosciamo. Siamo liberi. E irresponsabili, ovviamente. Se qualcuno nel terzo mondo si scanna per un film o una vignetta che abbiamo pubblicato noi, nessuno può attribuircene la colpa. Noi siamo al di sopra di tutto questo.

Ci sono motivi storici per cui siamo fatti così. In breve, i nostri antenati hanno inventato la modernità, lottando contro un oscurantismo non meno odioso di quello salafita, e conquistando a volte a prezzo della vita una cosa che per convenienza chiamiamo “libertà di pensiero”. Certo, per loro era la libertà di sostenere che il sistema copernicano è più aderente alla realtà del tolomaico, o che il Terzo Stato era sfruttato dai primi due; era libertà di pensiero, appunto. Oggi sempre più la libertà sembra consistere nel poter scrivere Maometto Cacca. Più che libero pensiero mi sembra rutto libero, ma non importa; nessuno ce lo contesta; Oriana Fallaci ruttò quattro volumi di Maometto Cacca, la RCS fu ben lieta di pubblicarglieli, la gente li comprò, nessuna fatwa fu emessa – e sì che la vecchietta un po’ ci sperava, in fondo tra cancro e fatwa anch’io non esiterei (non sono sicuro che oggi un volume sul concetto di Cristo Cacca venderebbe altrettanto bene, senza incorrere in sanzioni penali – ma non importa).

Nel mondo islamico l’illuminismo è arrivato tardi; forse deve ancora arrivare, quello che si coltiva nelle capitali è un modernismo di facciata, spalmato alla benemeglio su un intonaco che non vi si adatta. Magari è così. Se è così, varrebbe la pena di domandarsi se possiamo aiutarli in qualche modo. Non per altruismo: è nel nostro interesse che sviluppino una società civile laica. Come si può fare? Non lo so, ma so molto bene come *non* li si aiuta. Non li si aiuta sputando sui loro simboli, e il Profeta è il più importante. Perché, con voi funzionerebbe? Avete mai pensato di profanare un crocefisso per convincere un vostro amico cristiano che la sua fede è stupida? Non si tratta di psicologia né di sociologia, è una questione di spiccio buonsenso: le vignette o i film antislamici non combattono l’islam in nessun modo. Non è per questo che vengono fatti circolare. Quello che si ottiene, diffondendo satire antislamiche, è: irrigidimento, rabbia, manifestazioni di protesta, che quando fanno vittime le fanno quasi sempre dall’altra parte del Mediterraneo. Ovviamente nessuno ci impedisce di ruttare le nostre parodie. E nessuno ci riterrà responsabili del polverone che di nuovo si alzerà, e, quando si poserà, delle comparse che saranno cadute anche stavolta. Noi siamo liberi di fare quello che vogliamo, e se quello che vogliamo di solito è prendere in giro gente meno fortunata di noi, così sia.

Questa libertà, guai a chi ce la tocca. I nostri antenati hanno lottato per conquistarla, e noi la difenderemo col sangue e con le unghie dei contractors che pagheremo con soldi che stamperemo facendo debiti che intesteremo prima o poi a qualcuno. Siamo l’Occidente, tutto ci è dovuto.

Podcast also available on PocketCasts, SoundCloud, Spotify, Google Podcasts, Apple Podcasts, and RSS.

87 risposte

  1. Sei tu che non spieghi in che modo uno Stato può conservare una maggioranza confessionale. Coincidenza: anche Jack si è bloccato nello stesso punto.

    "Mi piace"

  2. Ho letto un po' di passaggi dal blog linkato e ho messo insieme le idee che emergono dai commenti precedenti dell'anonimo, a cui mi rivolgo qui per chiudere la discussione.
    Quando parli di autodeterminazione del popolo ebraico dimentichi che la scelta di tale popolo è stata per una democrazia parlamentare, scelta che io approvo, ma che è contestata da una minoranza. Se ho ben capito tu fai parte di tale minoranza.
    Non vedo perché ti dovrei aiutare a diffondere idee politiche che non condivido. Non sono interessato a proseguire questa discussione: ci siamo confrontati e non andiamo d'accordo. Può capitare. Nulla di grave, ma non mi interessa continuare un discorso sterile vista l'inconciliabilità delle nostre posizioni.
    Prima di congedarmi, un paio di precisazioni.
    Primo, la Mernissi non è la mia “eroina”, ma semplicemente l'autrice di libri che ho letto al pari di (cito i primi che mi vengono in mente) Primo Levi, Isaac Asimov, Italo Calvino, Eugenio Scalfari, Vittorio Foa e tanti altri. Non sono il suo segretario personale.
    Secondo, il sito di Eurobilltracker non è il “mio” sito, ma un sito numismatico che si occupa della diffusione delle eurobanconote nel mondo e il team di supporto risponde esclusivamente a domande su tali questioni.
    Ah, dimenticavo: mia nonna diceva “insisti sempre ma non scommettere mai!”.
    Un saluto e buona serata. Come ribadito, non sono interessato a proseguire la conversazione pertanto non risponderò oltre.

    "Mi piace"

  3. > la scelta di tale popolo è stata per una democrazia parlamentare, scelta che io approvo, ma che è contestata da una minoranza. Se ho ben capito tu fai parte di tale minoranza.

    Nn so come ti sia fatto questa idea. Io sono a favore della democrazia parlamentare, ti ho pure scritto che sono delegato al congresso della Zionist Federation, la secolare organizzazione sionista da cui Israele ha preso il proprio sistema di governo e, purtroppo, la legge elettorale. Che era buona per una associazione, ma per uno Stato e' deleteria: proporzionale purissima, con fioritura di partiti che durano una sola legislatura, un ceto politico vecchio quasi quanto quello italiano, e in cui si entra per cooptazione. Lo so, suona familiare per un italiano.

    Ma essere a favore della democrazia parlamentare non significa interpretare il progetto “due popoli due Stati” nella maniera in cui la interpreta Abu Mazen: ritorno dei profughi, cancellazione della maggioranza ebraica in Israele, pulizia etnica di ebrei che vivono nei c.d. “Territori” da tre generazioni, e in qualche caso anche da prima. E nemmeno sostenere, come sostengono i simpatizzanti occidentali dei palestinesi, che Israele dovrebbe abolire la Legge del Ritorno, togliere all'ebraico il carattere di lingua dello Stato, cambiare la bandiera e l'inno nazionale cancellando i simboli di quello che tu chiami cultura ebraica (e che io chiamo ebraismo) levare dal sistema scolastico ogni riferimento alla storia degli ebrei e gia' che ci siamo espellere gli abitanti ebrei da Gerusalemme (Ovest), giusta il progetto di “internazionalizzazione”. Progetto vaticano, e per fortuna che siamo laici.

    Per inciso, mentre parlavi di “opposti estremisti da entrambe le parti” non hai menzionato un solo politico israeliano che volesse gettare i palestinesi a mare. Mentre le posizioni del non-estremista Abu Mazen sono problematiche assai, come ti ho spiegato sopra.

    Detto questo, e scusandomi per il tono cattedratico, io non dubito che la Mernissi sia una autrice di libri che vale la pena leggere. Segnalo pero' che, anche i piu' liberali ed illuminati tra gli autori arabi, hanno una certa paura a dire a voce alta quel che pensano di Israele, se ne pensano qualcosa di meno che negativo. E che le cose rischiano di continuare allo stesso modo per molto, molto tempo.

    "Mi piace"

  4. Leonardo se risali il thread rintracci la discussione tra noi due, a proposito di imporre a “loro” il “nostro” metro basato sulla tolleranza. Sarebbe interessante ripartire da li'.

    "Mi piace"

  5. Ma perche' infatti io non parlo di maggioranza confessionale e non ritengo che gli ebrei siano (solo) una religione. Quindi il problema che tu sollevi non mi si pone nemmeno. E ti ripeto che non stiamo parlando della evoluzione demografica di chi in Israele ci abita, che ha comunque tempi lenti. Ma della pretesa di chi ci sta fuori di trasferirvisi in massa, dall'oggi al domani, a titolo di risarcimenti. Pretesa, nota, del tutto infondata, se non in fantasie religiose.

    Resta quindi aperta la domanda che ti ho fatto all'inizio di questo ramo della conversazione. Anche tu sei convinto che non ci sia alcuna certezza quanto allo sviluppo del mondo islamico nella direzione (chiamiamola per brevita' illuminista) che a te piace. E che piacerebbe anche a me, se fosse possibile.

    Quindi perche' Israele dovrebbe compiere questa specie di suicidio: assecondare fantasie di carattere religioso, prendere per buone le pretese di “ritorno” di otto milioni (cifra che fai tu, non si capisce in base a cosa; ma prendiamola per buona)? Perche', dico, se poi, comunque, non si va da nessuna parte?

    Per considerazioni morali? E tu saresti laico?

    E poi: quale morale? La morale di chi se ne strafrega dei profughi ebrei e vede solo quelli arabi?

    "Mi piace"

  6. All'inizio di questa conversazione mi hai chiesto se ritengo che Israele possa perdere la sua maggioranza ebraica. Ti ho risposto (come sempre) che può succedere. Questo non significa che sia giusto o sbagliato, o che io mi auguri necessariamente che ciò succeda, o che ciò debba essere considerato un passo obbligatorio alla fine della pace definitiva che poi definitiva non sarà mai (se guardi nei libri di storia queste paci definitive non esistono). Continui a chiedermelo, continuo a dirtelo, continui a non capire. Perché non vuoi capire: tutte le tue domande sono finalizzate a spremere risposte antisemite da uno che non lo è.

    Non ho considerazioni morali da fare. In ogni caso la tua morale se ne strafrega dei profughi arabi e vi antepone le esigenze dei professorini italiani con il patentino di ebraismo, non mi sembra uno standard all'altezza della discussione.

    "Mi piace"

  7. Onestamente non ho capito chi sei: ci sono tanti anonimi in questa discussione, e la “tolleranza” non significa giocare a rimpiattino. Se sei Nahum, meno tempo a scrivere commenti inutili e più tempo a leggersi un po' di lettere persiane, sarebbe interessante ripartire da lì.

    "Mi piace"

  8. Poi c'è il solito lezioso giochino delle tre carte: l'ebraismo non è solo una religione, non è solo un popolo, non si capisce mai cos'è. Ci fosse mai cascato qualcuno.

    Ma appena ti si domanda come si fa a capire chi ha il diritto o no di vivere lì, e perché una persona nata vissuta ed educata dall'altra parte del mondo avrebbe più diritto a vivere in Galilea di una persona nata e vissuta lì di religione musulmana, ecco, lì scantoni. Non è selezione su base etnica, d'accordo; non è su base religiosa, ci mancherebbe altro: e allora?

    Jack mi scrisse che c'era la “commissione” e lui si fidava. Perché dovremmo fidarci di una commissione fatta di esseri umani, che come tutti gli esseri umani possono essere soggetti a errori, a corruzione, a pregiudizi di natura identitaria? Non si sa. Non è una considerazione morale, è una questione logica: perché la commissione x formata da gente y deve avere il diritto a decidere chi vive nel territorio z? Non ti chiedo la risposta, in due anni me l'avresti già data. Non la sai. È il grande non detto che ti rende nervoso, forse.

    "Mi piace"

  9. Non ti ho chiesto se Israele POSSA perdere la sua maggioranza ebraica. Ti ho chiesto se lo DEBBA fare, accogliendo quelle milionate di profughi, abolendo la Legge del Ritorno che tanto ti fa arrabbiare e se sei davvero convinto che questo processo portera' al fiorire della democrazia laica e liberale, con tanto di separazione tra Chiesa e Stato, in tutto il Medio Oriente. Se la risposta e' si', e sei convinto che tale passaggio (chiamiamolo per comodita': il suicidio di Israele) sia necessario per dare realta' al progetto di laicizzazione del Medio Oriente, non guasterebbe qualche indicazione sui tempi di realizzazione.

    "Mi piace"

  10. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    "Mi piace"

  11. > la “tolleranza” non significa giocare a rimpiattino.

    Vero. Ma significa anche che e' legittimo uccidere per via di un (brutto) film? O qualche paletto occorre metterlo? Che dicono le Lettere Persiane?

    "Mi piace"

  12. La risposta non è sì. La risposta è che succederà quel che succederà. Non spetta a me spiegare cosa Israele debba fare e cosa effettivamente succederà. Me lo stai chiedendo da mesi. Da mesi io ti rispondo. Se vuoi altre risposte, scrivitele da solo, come spesso hai fatto.

    E non ripetere centomila volte le stesse cose, sul serio, non vale la pena perdere il proprio tempo così. Qualsiasi valore abbia il tuo.

    "Mi piace"

  13. Prova a leggerle. Ah già, dimenticavo l'annoso problema.

    Qui nessuno ha scritto che è legittimo uccidere per via di un film. Sono le tue solite allucinazioni, a voler essere buoni.

    "Mi piace"

  14. > La risposta non è sì.

    Bene.

    Sorprendente vederti fare domande e poi cancellare le risposte che non ti piacciono. Oh beh, neanche poi tanto sorprendente, in effetti.

    "Mi piace"

  15. Non trovo corretto insinuare che la responsabilità delle violenze sia (anche solo in parte) da attribuire a chi dice “Maometto cacca”. La responsabilità di una violenza gratuita (uccidere un ambasciatore e 10 poliziotti libici in questo caso è stato assolutamente gratuito) è sempre di chi la compie. Tu decidi di sparare, di pugnalare, di picchiare. Tu uccidi. La responsabilità è tua. Punto.

    "Mi piace"

  16. Così tutti possono immaginare che ci sia stata per un attimo una risposta interessante, invece della solita rifrittura delle cinque idee che sei riuscito a imparare, e che stai ripetendo come un ossesso da mesi.

    Guarda che la tua prosa e le tue argomentazioni sono molto migliorate, da quando ti cancello. Sul serio, rileggo i tuoi non-commenti e li trovo molto più carichi di sintomatico mistero, sembri finalmente un interlocutore interessante.

    Se poi ti interessa essere pubblicato da me, perché non ti firmi e non ti accolli le tue responsabilità? Fino a quel momento è molto difficile per me accettare lezioni di netiquette da un anonimo che mi diffama sistematicamente, e che per quel che ne so potrebbe anche aver rubato l'identità (il che è reato) a un rispettabile studioso e rabbino (il che è antisemitismo).

    La mia mail la conosci: scrivimi quando vuoi, presentati, sai che non mordo.

    "Mi piace"

  17. da quando la protesta contro un'opera o un'azione è uguale alla protesta razzista contro un'etnia?

    da quando pacificamente vuol dire incendiando qualcosa? che cosa poi? della carta, un bidone dei rifiuti, un'auto o degli zingari?

    non facciamo i furbi…

    "Mi piace"

  18. Chiedo a Leonardo, poiché mi sembra più istruito di me, e mi sembra in tema col post: non siamo sempre troppo spocchiosi nel liquidare l'intolleranza dei musulmani? E se avessero ragione loro, a voler rifiutare l'Illuminismo? Non è possibile che loro, avendo il privilegio di poter osservare il nostro esperimento, si ritengano più progrediti, e a ragione? Proviamo a vedere le cose più dall'alto. La storia, se non sbaglio, mostra millenni di civiltà che nascono e prosperano grazie a una religione comune e, in due secoli di Illuminismo, almeno due stati non-confessionali colpevoli di crimini mostruosi (Hitler e Stalin, ovviamente), e non possiamo ancora conoscere il destino degli altri figli dell'Illuminismo. O forse il loro destino è osservabile più chiaramente, per esempio, da chi ne è rimasto fuori, e che forse non ha tutti i torti nel giudicarlo un fallimento. L'Illuminismo ci ha dato anche la bomba atomica, e la propaganda e la guerra di massa, e il rischio ecologico, fra altre cose. Ora: siamo certi che –anche tenendo conto delle innumerevoli benedizioni dell'Illuminismo– il bilancio sia in positivo? Non è possibile che i musulmani abbiano del tutto ragione nella difesa della loro religione (anche J.-J. Rousseau, che inventò lo stato moderno, non credeva nella necessità di una confessione statale?) Caro Leonardo, non ritieni insomma possibile che, per esempio, la nostra storia abbia preso, a un certo punto, una piega sbagliata? Insomma, da un lato diciamo che non possiamo imporre i nostri valori agli altri, e che per esempio una società patriarcale, confessionale, a basso tasso di tecnologia non si può in linea di massima definire inferiore alla nostra; e dall'altro, nei fatti, impediamo a queste società di esistere, perché esportiamo la nostra tecnologia tramite i nostri valori, e i nostri valori tramite la nostra tecnologia. Io mi ricordo com'erano la mia vita e il mondo prima di youtube; davvero non si poteva evitare? Sicuri di stare meglio? Ci tengo a precisare che (almeno spero) non sono venuto qui a trollare, e che non è questa necessariamente o assolutamente la mia opinione, ma solo una posizione da cui mi sembra valga la pena di cominciare a discutere. Mi scuso per aver scritto troppo, ma non ho il tempo per scrivere qualcosa di più breve!

    "Mi piace"

  19. Dosant: successfull troll is successfull.

    "Mi piace"

  20. Tra l'altro: ” Ci si lamenta che la nostra occidentale libertà di espressione (sacrosanta) sia limitata”; uno dei presupposti della nostra occidentale libertà di espressione è che non è sacra, nè santa.

    "Mi piace"

  21. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    "Mi piace"

  22. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    "Mi piace"

  23. Noto che hai ancora le idee molto confuse su cosa sia la diffamazione, e una certa difficoltà a capire cosa è successo in questi mesi.
    In pratica non hai la cognizione dei danni che fai, in prima persona a te stesso, ed è inutile anche rimproverarteli, o fare ironie che non capisci.

    "Mi piace"

  24. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    "Mi piace"

  25. Lo vedi che non capisci l'ironia? Se uno che ti cancella sistematicamente ti scrive “la tua prosa è molto migliorata”, tu per un istante ci credi.

    E dimostri di non aver capito cos'è una diffamazione. Non ha niente a che vedere con il modo in cui ognuno gestisce i commenti a casa propria. A casa tua, per esempio, li accetti solo se ti piacciono, sennò li perdi e vai in giro dicendo che non li hai mai ricevuti (abbiamo esempi). È una prassi come un'altra: non è che me ne lamento, semplicemente non verrò più a giocare a casa tua, non m'interessa.

    Qui in generale pubblico tutto, tranne le sciocchezze. Tu ne scrivi tante, ne scrivi grosse, e io per rispetto nei tuoi confronti a volte le cancello. Ora che sei una figura importante in una comunità religiosa, dovresti essere tu stesso a tenere pulito in giro. Purtroppo hai grosse difficoltà a capire cosa è lecito, tollerabile o semplicemente opportuno.

    Hai diffamato una persona per mesi. Non era nemmeno la prima volta, ogni tanto queste cose le fai. Abiti in un altro Paese e questo ti permette un certo margine di impunità, ma questo non significa che tu ti stia comportando in modo corretto. Questa cosa sarebbe davvero ora che tu la capissi.

    "Mi piace"

  26. ROTFL.

    Mi stai seguendo su Twitter?

    Perche' se veramente ti sentissi diffamato, andresti da un avvocato e avvieresti le dovute procedure. E poi lo faresti sapere su Twitter.

    Dove ti accoglierebbe un coro di risate. Ci vediamo neh.

    "Mi piace"

  27. Invece di roftlare senza un perché, controlla sul codice penale. Quanto alle “dovute procedure”, non è senz'altro qui (men che meno su twitter) che si definiscono e si annunciano.
    Io avevo un termine da rispettare e l'ho rispettato, tu stai aggiungendo carne al fuoco che non è nemmeno necessaria.

    "Mi piace"

  28. Peraltro: se davvero ritieni di non aver commesso nessuna scorrettezza, e di non essere per nessun motivo perseguibile, perché non esci allo scoperto, non dichiari chi sei, non ti rendi reperibile, come ti ho già più volte chiesto? Di cosa hai paura, se non hai fatto niente?

    "Mi piace"

  29. Ma non è che esistano questi “musulmani” che rifiutano in blocco l'illuminismo: o meglio, ne esistono, come esistono nazisti da noi, ma non sono da confondere con la stragrande maggioranza dei musulmani, che come noi (come tutti) cercano un modus vivendi con la modernità. Credo che sia necessario per il bene di tutti mostrare che è possibile: chi scrive Maometto Cacca vuole dimostrare che no. Ha il diritto di scrivere Maometto Cacca, e io ho il diritto di scrivere che vuole la guerra.

    "Mi piace"

  30. Ti faccio presente che scrivere porco d*o per la legge italiana è reato, il che mi costringe a cancellare il tuo commento: il che temo infici anche il tuo ragionamento: i paternalisti del cazzo sono evidentemente al potere, e non li tiri giù scrivendo porco d*o. Stai confondendo la libertà con l'efficacia.

    "Mi piace"

  31. E allora se ne può discutere e stabilire che ci possano essere dei limiti, condivisi dalla maggior parte della popolazione: è il senso della parola “tolleranza”, che implica dei limiti.

    Ma c'è chi non ne vuole discutere (vedi il commentatore qui sotto): può andare a farsi fottere l'intera geopolitica medio-orientale, l'occidentale deve avere il diritto a pubblicare una vignetta. A questo punto la libertà di espressione diventa un dogma, usciamo dalla modernità e ci ritroviamo nel post, dove tutti sono obbligati a tollerare noi e noi non possiamo tollerare nessun limite alla nostra libertà.

    "Mi piace"

  32. Vabbe, ricopio qui un po' censurato il commento di procellaria:

    “Dire Maometto Cacca è fondamentale, come dire porco d**, è la base della libertà. Non esiste niente di sacro che possa limitare la libertà di espressione. Questa cosa non è ancora condivisa e allora si fa bene a dire porco d** e maometto cacca. Quando saremo tutti d'accordo (fottuti cristiani e rompicoglioni musulmani inclusi) che non ci può essere limite alla libertà di espressione, allora non ci sarà più bisogno di dire porco dio e potremo usare la libertà di espressione per dire cose meno stupide. Sempre pronti però a tirare fuori un porco dio non appena qualche idiota autoritario o paternalista del cazzo di sinistra e un poco progressista proverà a dire che non si deve.

    "Mi piace"

  33. Porre il rispetto per le persone (e per la loro libertà e integrità fisiche e morali, comprese la libertà di pensiero e di espressione) in subordine rispetto a quello per simboli, idee o ideologie (tra cui le religioni) è semplicemente uno degli strumenti di instaurazione e autodifesa dei regimi autoritari.

    "Mi piace"

  34. Va bene, ma quelli che muoiono nelle manifestazioni sono persone, mentre una vignetta di Maometto a culo nudo è un simbolo, e la libertà di espressione è definita da un'ideologia.
    Se rispetti le persone, magari vuoi evitare che ne vengano uccise ed eviti di indossare magliette alla Calderoli davanti alle telecamere. Secondo me.

    "Mi piace"

  35. Se il progetto è quello, la “vignetta di Maometto a culo nudo” è soltanto un'occasione più difficilmente criticabile; in mancanza, si farebbero bastare qualsiasi altro (non dico i “manifestanti”, ma chi organizza il loro disagio o ne approfitta).

    "Mi piace"

  36. Aggiungo: “la libertà di espressione è definita da un'ideologia”, o meglio può essere un punto ideologico, ma quella che descrivo sopra è una dinamica socio-politica (valutabile secondo corrispondenza ai fatti) non una posizione ideologica (cui aderire o non aderire).

    "Mi piace"

  37. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    "Mi piace"

Lascia un commento