contare i morti, ragazzini

Narcisi autolesionisti

Prendere posizione, finalmente

Scusate se interrompo l’ironia, ma credo siano maturi i tempi per un bilancio serio. Non solo dell’estate che sta finendo: anche se il numero di decessi stagionali dovrebbe parlare da solo. Che senso ha poi preoccuparsi della nuova terribile influenza, quando lasciamo liberi i nostri giovani di ammazzarsi così?

Fare i moralisti è difficile. Scagliare la prima pietra è sempre rischioso. Non siamo stati giovani anche noi? Sì, lo siamo stati. Non abbiamo giocato anche noi a spingerci al limite delle nostre possibilità? Sì, è successo. Quante volte, col senno del poi, ci siamo resi conto di averla fatta grossa, di averla fatta franca per una semplice botta di fortuna? Diverse volte. Eppure eccoci qui, adulti e responsabili: ma con che faccia oseremmo negare ai più giovani di noi il piacere di flirtare con la morte ancora un po’?

E poi, anche se quella faccia l’avessimo, cosa potremmo proporre di concreto? Il proibizionismo, lo sappiamo, non ha mai risolto nulla. Bisognerebbe lavorare sui concetti, sulla cosiddetta ‘cultura’ che c’è dietro i comportamenti aberranti che anno dopo anno facciamo sempre più fatica a capire. Educare i giovani a un modo più responsabile di stare assieme, di darsi dei traguardi non sempre fini a sé stessi, smontare quel narcisismo autolesionista che è un risultato diretto del bombardamento mediatico a cui siamo sottoposti ogni giorno. Ma è una battaglia di retroguardia: e intanto ogni giorno, puntuale, ci arriva un bollettino di guerra.

Forse a questo punto un po’ di proibizionismo non guasterebbe. Giusto qualche mese di moratoria, il tempo necessario perché la gente si ricordi di un’emergenza che fa più morti del terrorismo, o dell’influenza. Insomma, io la butto lì: chiudiamo i sentieri di montagna, proibiamo l’alpinismo.

Come? Eh, sì, la foto non c’entra nulla. Ma negli ultimi due mesi sono morti quaranta alpinisti, e due frequentatori di rave. Pensateci bene.

53 pensieri su “Narcisi autolesionisti

  1. @damadellago: la “questione danni al cervello” è mera disinformazione. È appurato che gli psichedelici non causano danni al cervello, e anche l'ecstasy (MDMA) che tanto piace ai giornalisti allarmisti non “danneggia il cervello”, bensì causa una temporanea diminuzione della serotonina (che il cervello recupera naturalmente in 40-90 giorni), di per sé non pericolosa, se non fosse che l'uso a intervalli più brevi dei suddetti 40-90 giorni fa sì che la serotonina non si riformi mai del tutto, e scendi scendi spuntano le psicosi o fenomeni depressivi.

    Le uniche droghe tra quelle popolari che tecnicamente “danneggiano il cervello” (ovvero sono neurotossiche) sono alcol e cocaina.

    Hai perfettamente ragione sull'alcol, infatti ai rave scorrono birra e vino a fiumi, e a volte superalcolici, e ciò è molto pericoloso perché il mix alcol-MDMA provoca surriscaldamento e rischio di congestioni (anche fatali) e collassi.

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  2. Concordo con tutto il dscorso iniziale dell'articolo.
    Anche finita l'adolescenza e tuttora mi rendo conto di essere passato da sotto un treno e per puro caso di non esserci rimasto sotto con tutte le cazzate che facevo.
    Ma la conclusione dell'articolo non ha senso. Non è con il proibizionismo assoluto che si risolvono i problemi, ma con modelli di società diversi e alcune limitazioni (da fare rispettare in modo ferreo però) che diano solo un indirizzo.

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  3. “E' appurato” è un po' poco.
    “E' appurato che la masturbazione rende ciechi”, si scriveva persino nei trattati di medicina un secolo fa. Era una società più (o diversamente) sessuofobica.
    Ci sono studi sull'uso medico degli allucinogeni, certo (cosa ancora diversa dalla “ricerca intellettuale” o dall'uso ludico reiterato). Questo vuol dire che “è appurato” che non hanno assolutamente mai controindicazioni fisiche sul cervello?
    Mmmhh.
    La dama del lago

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