Senza categoria

Uomini, profeti e me

Un paio di segnalazioni, ché Ognissanti si avvicina e io avrei un libro in promozione:

– È uscita una mia intervista su Credere (la rivista settimanale d’attualità per vivere la gioia del Vangelo), edizioni Paoline. Che se ci pensate è notevole. C’è anche una foto mia decente, visto il materiale di partenza (se ricordo bene quando me l’hanno scattata avevo il covid). Probabilmente è la foto più sexy che mi pubblicheranno mai ed è uscita su Credere, la rivista settimanale d’attualità per vivere la gioia del Vangelo. 

– Domani (sabato mattina) alle 9:30 dovrei essere ospite telefonico di Uomini e profeti, prestigiosa trasmissione di Rai Radio 3. A presto e buon Halloween (sì, è sempre la stessa festa). 

via Blogger https://ift.tt/KuDNIy9

Senza categoria

I santi ribelli a Faenza il 23 settembre!

 

Buonasera a tutte e tutti, solo una breve segnalazione: sono stato invitato dalla redazione del Post a Talk, nell’ambito del quale avrò il privilegio, ma diciamo pure il piacere, di presentare a Faenza il Catalogo dei santi ribelli con Laura Tonini venerdì 23 settembre alle ore 18 nel cortile piccolo. È un evento a iscrizione e quindi… sì, potreste persino non trovare posto se non vi prenotate (diciamo che è un’eventualità) (non lo so quanto sia piccolo il cortile piccolo). Finisce tutto alle 19 perché poi ci sono Concita De Gregorio ed Erica Mou quindi non è che possiamo prendercela comoda. 

Detto questo… ma poi chi ha vinto la Gara? Ebbene si tratta di Summer on a Solitary Beach: vittoria non banale ma sostanzialmente appropriata a un torneo così estivo. Questo il podio:

1. Summer on a Solitary Beach (Battiato/Pio, #7)

2. Centro di gravità permanente (Battiato/Pio, #1)

3. Voglio vederti danzare (Battiato/Pio, #3)

E così l’Era del cinghiale bianco, dopo la soddisfazione di aver azzannato Cuccurucucù, rimane al quarto posto. Grazie a tutti per la partecipazione e la compagnia. 

Ps: lo so che succedono tante cose nel mondo (guerre, elezioni), e mi piacerebbe pure scriverne, ma cose non banali che per adesso non mi vengono (e settembre comunque per me è un mese durissimo). Il blog ritornerà, prima o poi ritorna sempre. 

via Blogger https://ift.tt/4XGlTgJ

Senza categoria

Il catalogo dei santi ribelli è in libreria, e voi?

Sembra proprio che stia facendo finta che non sia già uscito questo libro a cui lavoro alla fine da più di dieci anni. Non è esattamente così: volevo solo aspettare un’occasione buona, l’uscita di un articolo o di un’intervista che però non stanno uscendo perché, perché, non so neanche più perché. Bisogna avere pazienza con questo libro, è sempre stato difficile da portare in giro. Adesso comunque basta, lo lancio da qui con un articolo che mi hanno appena segato, in effetti a rileggerlo non è che ti fa correre in libreria con gli euro in mano ma vabbe’, voi potete anche andarci con calma, magari nelle ore meno calde che ormai non saprei neanche quali sarebbero.

Pubblicare un libro sui santi non è stato semplice. Attenzione: non sto dicendo che è stato difficile da scrivere, perché in effetti no: i santi alla fine sono già materia di leggende (anche i più recenti), e si lasciano raccontare che è un piacere. Del resto è il motivo per cui ho cominciato, più di dieci anni fa: l’idea era quella di attirare i lettori su internet con una rubrica facile da scrivere e non troppo legata all’attualità. L’oroscopo, insomma: ma era già stato fatto. Il santo del giorno non è un genere altrettanto popolare, ma un suo pubblico di nicchia ce l’ha. È uno spunto perfetto per chi si annoia a scrivere sempre le stesse cose: ogni giorno del calendario ti propone un secolo diverso, una leggenda di martiri o una vicenda del novecento, una disputa teologica o un’apparizione misteriosa. Davvero, non è stato difficile scrivere storie sui santi. 

Pubblicarle in un libro, invece.
Non voglio accusare nessuno, se non me stesso: ho un debole per progetti letterari irrealizzabili. Gli scrittori di mestiere al giorno d’oggi sono molto concreti e fanno bene: lavorano sulle trecento cartelle, cercano storie in cui il lettore si possa identificare, investono molto nell’autobiografia perché è un modo di metterci la faccia. Io continuo a immaginare libri immensi in cui di autobiografico non c’è quasi nulla; libri in cui perdersi, scritti da autori collettivi che si nascondono a vicenda per un lettore che li tiene sul comodino e ogni tanto apre una pagina a caso e ci cade dentro. Ci avrei visto bene anche le illustrazioni, magari miniate a mano. A parte questi sogni, mi è capitato più di una volta di destare la curiosità di un editore. La rubrica andava avanti da anni, ovviamente non si poteva pubblicare tutto, ma se si fosse riuscito a selezionare diciamo trecento cartelle, perché no? 
Giuro: quando me lo proponevano non ho mai fatto il difficile. Ci ho sempre provato. Certo, bisognava lavorarci sopra. Su internet mi piaceva scrivere ogni pezzo con un taglio diverso: oggi un racconto, domani un saggio storico (diciamo un riassuntino di un saggio storico), la prossima settimana una teoria sul vangelo, e così via. Era divertente fingere di essere tanti autori diversi, ma quando si fa un libro tutta questa varietà deve ridursi. Bisogna trovare uno stile più uniforme, tagliare un sacco di cose e aggiungere raccordi necessari. Ci ho provato tante volte. Nei miei archivi ho bozze di libri dei santi ormai di otto, nove anni fa. Ci ho provato e ci ho riprovato e ogni volta, quasi all’ultimo momento, un editor mi diceva: mi dispiace, non se ne fa niente. 
Non sono sicuro del perché andasse a finire sempre così. Il materiale mi sembrava buono, forse semplicemente non riuscivo a trasformarlo in un libro vendibile, e a un certo punto ho cominciato a pensare che non ne valesse la pena. Meglio continuare a sognare il mio libro impossibile, la Legenda da mille e più pagine, e continuare a pubblicarla una paginetta alla volta sull’internet. E mi ero fatto anche questa idea (paranoica?) che scherzare sui santi in Italia fosse ancora sconsigliabile. Non che le mie agiografie siano particolarmente anticlericali (anzi a volte sono stato accusato di difendere la Chiesa da questa o quell’accusa, ma direi che la Chiesa ha avvocati più competenti). Ma c’è sempre qualcuno che si offende, oggi più che ieri. Io sono di una generazione precedente, quella che salutò l’arrivo di Internet come di uno spazio franco dove litigare con tutti. Tuttora sui social mi piace prendere le difese dei preti contro gli atei e viceversa, alla voce “fede religiosa” ho scritto “è complicato”. Adesso mi intervistano anche le riviste religiose, tra le varie domande mi chiedono se sono in ordine coi sacramenti. Non sono esattamente in ordine coi sacramenti.
Per un po’ mi è piaciuto crogiolarmi in questa situazione: certo, da lontano avreste potuto scambiarmi per un sedicente scrittore che non riusciva a pubblicare un libro, ma io sapevo di essere un talento misconoscuito, boicottato da editori oscurantisti o superstiziosi. Poi qualcosa si è mosso, proprio mentre stavo lavorando a tutt’altro. Qualche anima santa della Utet (sempre sia lodata), mi ha proposto per l’ennesima volta di riprendere il palinsesto, sfrondare un sacco di cose e trasformarlo in un libro. Io come sempre ho detto: certo, perché no, proviamoci. Ma non ci ho creduto fino alla fine. Neanche quando mi hanno fatto vedere le bozze (tra parentesi, le bozze più corrette che ho visto in vita mia, sempre sia lodata la Utet). Quando mi è arrivato il libro a casa, ecco, ho cominciato a crederci un po’. E poi… ho avuto paura. 
Ho scritto un libro sui santi. Non è che avrò offeso qualcuno? Sicuramente avrò offeso qualcuno. Mi dispiace. Io in realtà volevo soltanto scrivere storie, ma non te le legge nessuno se non offendi qualcuno. Si chiama “Catalogo dei santi ribelli”, e il sottotitolo rincara la dose: Storie di immigrati, ladri e prostitute che hanno cambiato la Chiesa. Non vi dico la fatica per trovare una santa davvero prostituta, perché Maria Maddalena, malgrado tutte le voci calunniose messe in giro in duemila anni, dai vangeli non risulta una sex worker. Più facile trovare qualche ladro: il primo uomo a essere stato canonizzato in direttissima da Gesù Cristo è stato proprio il criminale crocifisso al suo fianco (anche Agostino, com’è noto, rubacchiava frutta da ragazzo, ma solo per il gusto della bravata). Quanto agli immigrati, pensate che a un certo punto in Sicilia bastava avere tratti somatici africani perché la gente cominciasse a venire a chiederti dei miracoli, un pastore si ritrovò a capo di una confraternita quasi suo malgrado. C’è un’intera sezione sui santi genderfluid – da Marina, che si finse uomo per entrare in un monastero maschile e finse così bene che fu accusata di aver messo incinta una cameriera – a Sebastiano, da due secoli patrono ufficioso dei gay per motivi che ho cercato, per quanto possibile, di chiarire. 
Ci sono anche molti santi famosi, sui quali avanzo sospetti insinuanti, ad esempio tra gli evangelisti San Luca a volte sembra un infiltrato socialista, quasi tutta la dottrina sociale della chiesa poggia su episodi che riporta lui. San Pietro per contro a un certo punto sembra il guru di una setta che incamera i fondi degli adepti… e San Paolo come faceva a risultare fariseo agli ebrei, greco ai greci e cittadino romano ai romani? Non sembra un po’ una spia? Francesco e Chiara terminarono i loro giorni in silenziosa ribellione contro gli stessi ordini di cui risultavano i fondatori; Caterina da Siena soffriva di anoressia. Padre Pio secondo Giovanni XXIII era un imbroglione (ma coi suoi eventuali raggiri ha finanziato un grande ospedale). Teresa di Calcutta ha raccolto denaro in tutto il mondo senza promettere di guarire un solo malato. Karol Wojtyla forse credeva di essere l’ultimo Papa prima del secondo Avvento, e oltre all’agonia dovette sopportare la delusione.
 
E così via. È stato bello scrivere un libro sui santi. Ho imparato molto da loro. Anche da quelli che non sono mai esistiti (in effetti una delle cose più curiose è il modo in cui anche i santi più improbabili hanno ispirato, anche a secoli di distanza, altri santi realmente vissuti: in questi casi la santità è una sorta di leggenda incarnata). Certo, mi resta il rimpianto per quell’immenso volume immaginario che non scriverò mai, mille e più pagine vergate di caratteri minuscoli. Ma anche questo, davvero, non mi sembra uscito male. È in libreria.

via Blogger https://ift.tt/sYU3jLw

Senza categoria

S C I O P E R O

 

𝗦𝗖𝗜𝗢𝗣𝗘𝗥𝗜𝗔𝗠𝗢 perché in Legge di Bilancio ci sono 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝟴𝟳 𝗲𝘂𝗿𝗼 di aumento per il nuovo contratto e 12 euro per la valorizzazione del personale docente, legati per di più alla dedizione scolastica. Perchè è di quasi 𝟯𝟱𝟬 𝗲𝘂𝗿𝗼 𝗹𝗮 𝗱𝗶𝗳𝗳𝗲𝗿𝗲𝗻𝘇𝗮 attuale tra il resto del personale della PA con pari titolo e il personale della scuola. Perchè ci sono 𝗭𝗘𝗥𝟬 risorse per la proroga dei contratti ATA sul cosiddetto organico Covid. E 𝗭𝗘𝗥𝟬 risorse per l’incremento degli organici docenti e Ata. Non ci sono misure per la riduzione del numero di alunni per classe. 𝗡𝗲𝘀𝘀𝘂𝗻 𝗰𝗼𝗻𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗿𝗶𝘀𝗲𝗿𝘃𝗮𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗶 𝗗𝘀𝗴𝗮 facenti funzioni e assenza di risorse per eliminare le reggenze. Restano i vincoli sui trasferimenti del personale docente e Dsga neo immesso in ruolo. Nessuna misura per lo snellimento amministrativo e burocratico. 𝗡𝗲𝘀𝘀𝘂𝗻𝗮 𝗶𝗻𝗶𝘇𝗶𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗱𝗮𝗿𝗲 𝗳𝗶𝗻𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝘀𝘁𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗮𝗹 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼, partendo da un sistema strutturale e permanente di abilitazioni partendo da un sistema strutturale e permanente di abilitazioni.

𝗢𝗥𝗔 𝗕𝗔𝗦𝗧𝗔. Il 10 dicembre la scuola si RIBELLA e SCIOPERA

via Blogger https://ift.tt/3DBLgyc

Senza categoria

A Castelnuovo il 16, non mancate

Signore e signori, ho l’onore di avvisarvi che martedì prossimo, 16 novembre, alle 21 presso  l’Auditorium Bavieri di Castelnuovo Lennon-Rangoni avrò il piacere di presentare Getting Better, un libro che alcuni di voi forse già conoscono, dialogando con Roberto Menabue. E siccome si parlerà di Beatles, ci sarà anche qualcuno che ce li saprà suonare, ovvero Stefano Stecca Bertolani. A splendid time is guaranteed for all.

via Blogger https://ift.tt/3ktlkOo

Senza categoria

Sabato 2 ottobre assemblea sulla scuola a Modena (in presenza!)

DIG è questo incredibile festival internazionale del giornalismo investigativo che si fa a Modena dal 30 settembre (giovedì) fino a domenica tre ottobre, con reporter straordinari, non necessariamente Alberto Nerazzini ma tranquilli c’è anche lui che è uno dei fondatori. Tra le altre cose (il calendario è foltissimo, dateci un’occhiata) ci sarà un’Assemblea sulla scuola sabato 2 ottobre dalle 16:30 alle 19:00 con Christian Raimo, Federica Lucchesini, Cristiano Corsini, Paolo Landri, Vanessa Roghi (in collegamento) e… me. 

No, io non sarò in collegamento, sono quello che dovrebbe rappresentare il territorio, se tutto va bene sarò in presenza. (Non so se altrove a parte a scuola si usi questa espressione “essere in presenza”).

(Pensate come doveva suonare strana soltanto due anni fa, “essere in presenza”).

Si parlerà di tutto ciò che c’entra con la scuola, cioè di tutto. Venite anche voi se potete; se siete indecisi continuate a guardare il programma che davvero, è notevolissimo: e date un’occhiata anche a questa pagina. Grazie e a presto.

via Blogger https://ift.tt/3icY5XU

Senza categoria

It’s getting better giovedì sera a Carpi

Buongiorno a tutti. Giovedì sera 10 giugno alle 19:30 (le vere 19:30, ché bisogna finire presto) presenterò per la prima volta dal vivo di Getting Better a pochi metri da dove l’ho scritto, cioè al Mattatoio di Carpi. Accorrete puntuali, distanziati e mascherati. 

 

Non preoccupatevi, non ci sono solo io che parlo ma anche un po’ di musica anche se non posso dire di che genere. 

Colgo l’occasione per segnalarvi che, in occasione dell’80esimo compleanno di Bob Dylan, Niccolò Vecchia ha organizzato uno speciale su di lui su Radio Popolare chiedendo ad alcuni dylaniti italiani qual è il loro disco preferito. (L’ha chiesto anche a me) (non vi dico qual è, dovete sentire il podcast).

via Blogger https://ift.tt/3pxCwU8

Senza categoria

Verso il Giorno di John

Buonasera a tutti, si avvicina l’otto dicembre che come sapete nell’emisfero occidentale segna l’ingresso nella stagione dei Beatles, no, scusate, intendevo nella stagione natalizia, vabbe’ dai siamo lì. Quest’anno su questa pagina l’evento sarà vissuto con maggiore intensità, siccome (1) è il quarantesimo anniversario della morte di Lennon – e ancora non l’abbiamo superata, inoltre (2) ho un libro da vendere. Cosa succederà nei prossimi giorni? Tra le altre cose:

Venerdì alle 23:15 su Rai5 dovrei rispondere a un paio di domande su Lennon durante una puntata di Terza Pagina.

Domenica 8 a partire credo dalle 18:30 parteciperò al Lennon Day del circolo culturale Off che dovrebbe essere disponibile in diretta streaming.

Nel frattempo segnalo questa intervista uscita su Sherwood.it, che è proprio il sito on line di Radio Sherwood (quella di Loudd l’avevo già segnalata ma la risegnalo).

Per ora è abbastanza tutto, ma se ci saranno novità non dubitate: sarete tra i primi a saperle.

via Blogger https://ift.tt/33BEyc9

Senza categoria

Su Fahrenheit, Radio3, oggi (10/6) verso le 16:10

Buongiorno, come avete notato ultimamente ho un po’ smesso di parlare di scuola, proprio nella fase in cui ho smesso di andarci ed essa mi è entrata in casa.

Parlarne in questo periodo sarebbe veramente troppo complicato, però oggi verso le 16:10 quelli di Fahrenheit, Radio3, mi strapperanno a una riunione e mi faranno domande sugli esami che cominciano in questi giorni, quelli di secondaria di primo grado.

Mentre tento di spiegare cosa ci sta succedendo può darsi che balbetterò un po’ più del solito nel tentativo di non farmi licenziare.

via Blogger https://ift.tt/2XPHRdj

Senza categoria

Bavosi residui di catarsi e altre storie

Ricordo ai più distratti che oggi, martedì 28 maggio, verso le 18 presso la libreria Ubik di Modena Raffaele Alberto Ventura presenterà il suo nuovo coloratissimo libro contro il genere umano, dove si parla un po’ di tutto, dai supereroi a Hobbes a Salvini; di quest’ultimo non così tanto ma un po’ se ne parla. 

“La notizia all’indomani delle elezioni del 2018 di un senegalese ucciso a Firenze da un italiano depresso, imitatore di Casseri se non dello Straniero di Camus, non ha creato molto clamore. Le dichiarazioni roboanti di Salvini, nuovo ministro dell’Interno, hanno contribuito a sdoganare un discorso estremista e violento. Anche la Lega, d’altronde, aveva svolto per anni una fondamentale funzione purificatrice, sfogando il comprensibile turbamento degli italiani di fronte alla rapidissima trasformazione del paesaggio etnico; ma ha accumulato nel frattempo un terribile debito mimetico. L’assuefazione ha reso necessario un ricorso crescente alla catarsi per contenere il mimetismo, in un circolo vizioso dal quale oggi non sappiamo più come uscire. Ogni giorno si contano le vittime varie e collaterali di un discorso che in un decennio è stato banalizzato nelle aziende, nei bar, sui mezzi pubblici. Quanto poi a stabilire se sia nato prima l’uovo o la gallina, ovvero il malessere sociale oppure chi lo cavalca, pare questione degna di un dibattito postumo tra Marx e Weber più che un interrogativo davvero rilevante a fronte di tensioni che stanno mettendo in crisi la pace civile.

Con i suoi eccessi da commedia dell’arte lo spettacolo politico aveva da principio neutralizzato, anestetizzato, assorbito le passioni tristi. Ma con la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane del 2016 e con l’esito delle legislative italiane nel 2018, hanno iniziato ad apparire i limiti di questo meccanismo catartico che aveva permesso per anni di nascondere sotto il tappeto il declino dell’economia occidentale. Era bello credere che tutta questa violenza verbale non avrebbe avuto nessun effetto, che era appunto solo teatro. Anzi: che ci avrebbe purificati.

Era questa, forse, la scommessa aristotelica della borghesia italiana, che periodicamente si convince di saper manipolare questo o quell’altro movimento, finché la spirale innescata non le sfugge di mano. Ma in un altro senso i discorsi radicali hanno semplicemente prodotto assuefazione: e quando la morfina non basta più, bisogna uscire in strada a cercarla. La violenza «rappresentata», nei discorsi politici come nelle opere d’arte, sfoga le passioni tristi nel breve termine ma sul lungo influenza la realtà, modifica il linguaggio, alza l’asticella della sopportazione. La crescente popolarità di Salvini ha tradotto un disperato bisogno di «sincerità», chiamiamola così: non importa che la «dottrina Minniti» avesse già fatto diminuire gli sbarchi, delegando il monopolio della violenza ai libici; ma importa, di tutta evidenza, che qualcuno lo faccia prendendosi pubblicamente la responsabilità di quella violenza. Il problema è che la sincerità dei governanti su certi arcana imperii non è compatibile con la coesistenza pacifica dei governati.

Dal momento in cui il potere esibisce la sua violenza, questa inizia a scorrere come un veleno nell’intero corpo sociale. Il fatto che Luca Traini sia stato un militante della Lega ci riporta alla questione della responsabilità linguistica: a Matteo Salvini non si potrà forse rimproverare di avere armato la mano del terrorista, ma l’effetto della sua incontinenza linguistica è che nell’Italia del 2019 di fatto è diventato impossibile distinguere tra la sparata semi-ironica di un rappresentante politico e la minaccia letterale proferita da uno squilibrato. Nel frattempo è cresciuta anche una generazione di bianchi assetati di vendetta e abbeverati da letture sulla sostituzione etnica che minaccerebbe l’Occidente, della quale Breivik è il padre ignobile: se ad oggi i potenziali esecutori restano meno numerosi, meno disperati, meno collusi con la criminalità e più facili da tenere sotto controllo (in assenza della barriera linguistica) rispetto ai jihadisti, la galassia occidentalista è in fibrillazione ed è probabilmente solo questione di tempo perché appaia qualche nuovo Breivik a dare il suo contributo alla spirale delle ritorsioni. Sistematicamente sottovalutati negli anni di Al Qaeda e dell’Isis, i terroristi bianchi esistono, si organizzano, sognano di vendicare le vittime del World Trade Center, di Nizza, del Bataclan; talvolta agiscono, come a Charleston in Carolina del Sud nel 2016 o a Charlottesville nel 2015.

Ecco una cosa che Aristotele non aveva previsto. Non c’è catarsi che non lasci il suo residuo, come la bava di una lumaca. Se la politica è soltanto teatro, perché dovremmo temerla? Proprio perché è teatro. Il problema del nostro tempo è che abbiamo iniziato a sottovalutare l’effetto delle rappresentazioni…”

Eccetera eccetera, è difficile ritagliare i brani da un libro così, è molto fluido. Comunque se ne parla oggi verso le 18 alla libreria Ubik di Modena, ci sarà anche Andrea Zanni in tutto il suo erudito splendore e ci sarò anch’io. Se gli argini reggono. A presto!

via Blogger http://bit.ly/2K8MSas