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L’invenzione maledetta

 “Come probabilmente sapete, gli automobilisti hanno sempre qualche difficoltà a mettere in punto l’orologio dell’automobile”.

“Già, in effetti è così”.

“I comandi sono quasi sempre un po’ troppo complessi, inoltre l’automobilista è concentrato sulla guida e così tende a rimandare”.

“Vero”.

“D’altro canto ormai tutte le automobili sono equipaggiate con bluetooth di serie che si collegano allo smartphone dell’automobilista – e lo smartphone come saprete si mette in punto da solo, prende l’ora da internet”.

“Ora che ci penso è vero, lo smartphone si mette in punto…”

“Dunque la mia idea… ma non è che sia proprio una mia idea, cioè mi fa un po’ strano che non sia già venuta a qualcun altro, anzi a tantissima gente, soprattutto ingegneri, beh… anche lei a questo punto l’avrà capita da solo, no?”

“Cosa dovrei aver capito?”

“L’idea che sono venuto a presentare, è una cosa proprio banalissima se uno ci pensa”.

“E cioè?”

“Cioè non ci ha pensato?”

“No, ma la prego, non mi tenga sulle spine, qual è questa sua banalissima idea?”

“Beh, ecco… fare in modo che l’automobile metta in punto l’orologio con lo smartphone a cui si collega via bluetooth”.

“Ah, però”.

“Banale, eh? Però risparmierebbe tempo, fatica, distrazione… e non c’è nessuna tecnologia da aggiungere, abbiamo già tutto”.

“Sì, sì, non male come idea”.

“Continua a sembrarmi stranissimo che nessun altro ci abbia pensato”.

“Eh ma sa, a volte sono proprio le cose semplici… le faremo sapere, comunque”.

“Grazie per la sua attenzione”.

“Si figuri, si figuri e mi raccomando, nel frattempo non ne parli con nessuno, segreto industriale”.

“Wow. Grazie”.

“Inoltre nei prossimi giorni non lasci la città”.

“Davvero?”

“Proprio così. A presto”.

[Esce il geniale inventore].

[L’ingegnere capo emette un lungo gelido sospiro, e poi prende il telefono]. “Sì, è appena uscito dal mio ufficio, sì, è proprio come temevamo, bisogna farlo sparire come tutti gli altri. No, non un incidente stradale, sarebbe il quinto in una settimana, inventatevi qualcos’altro”.

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Piccole, scomode e costose

 “Allora ragazzi ora passo a distribuirvi le mascherine per la prossima settimana”. 

“Ma prof”.

“Che c’è?”

“Sono piccole”.

“Beh, è chiaro”.

“Sono scomode”.

“Ovviamente”.

“Ma ve le hanno regalate?”

“No, credo che le abbiamo pure pagate troppo“.

“Ma che senso ha?”

“In realtà ha molto senso. Sono le mascherine della Fiat”.

“Della Fiat?”

“Troppo piccole, scomode, e costano troppo allo Stato. Classiche Fiat”.

“Ma…”

 “Alla prossima”.

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