giustizia, terrorismo

Proletario, proprio

Coraggio, ormai ci siamo. Ancora qualche mese, forse appena qualche settimana, e poi Cesare Battisti sarà estradato in Italia: e il mondo finalmente sarà un luogo più sicuro per tutti. Un giardino fiorito dove portare i figli a giocare, senza più dover temere le insidie degli empi Proletari Armati per il Comunismo.
Sul serio, fa bene al cuore sapere che non c’è luogo al mondo dove un terrorista possa nascondersi all’occhio di una Giustizia implacabile. Anche se dopo tante chiacchiere forse abbiamo perso un po’ di vista la vicenda in sé. Forse è meglio tornare ai fondamentali: perché merita di scontare l’ergastolo, Cesare Battisti?

Per aver ucciso il maresciallo della polizia penitenziaria Antonio Santoro? Questo almeno secondo il pentito Mutti, ex compagno di Battisti. In cambio del nome dell’assassino, Mutti ottenne uno sconto di pena. Quando poi nuove prove costrinsero Mutti ad ammettere che Santoro lo aveva ucciso lui, Battisti rimane collegato all’omicidio in qualità di “copertura”. Uhm.

Per aver ucciso il macellaio Sabbadin? Anche questo risulterebbe dalla testimonianza del pentito Mutti. A un certo punto però un altro ex compagno, Diego Giacomin, confessa di aver ucciso Sabbadin insieme a Mutti. E anche stavolta quella di Battisti rimane una “copertura armata”.

Per aver ucciso il gioielliere Pierluigi Torregiani? Eh, ma in questo caso ha un alibi: stava facendo la “copertura armata” ai due che lo stesso giorno ammazzavano Sabbadin. In questo caso Battisti è stato condannato in qualità di co-ideatore e co-organizzatore.

Per aver ferito il figlio di Torregiani, che è quel signore sulla sedia a rotelle che spesso viene intervistato in qualità di parente delle vittime, e vittima egli stesso? Ma a ferirlo fu proprio il padre, che rispose al fuoco dei Proletari Armati. Battisti nemmeno c’era (stava coprendo, secondo Mutti, gli assassini di Sabbadin).

Allora per aver ucciso l’agente Digos Andrea Campagna… in questo caso almeno è stato riconosciuto come esecutore materiale… sì, ma sempre in base alla testimonianza di Mutti, (altro giro, altro sconto di pena). E dire che anche in questo caso c’è un reo confesso, Giuseppe Memeo. Aveva un complice, biondo, alto 1 metro e 90. L’identikit preciso di Cesare Battisti, cotonato, e con 30 cm. di tacco.

E allora, insomma, siamo sicuri che se lo merita un ergastolo, Cesare Battisti? Altroché. Almeno per i motivi che vado ad elencare.

1. Perché ha scommesso sugli asili politici sbagliati: il Sudamerica e soprattutto la Francia, con quella Dottrina Mitterand che all’inizio sembrava il bengodi, ma a ben vedere non era che la capricciosa concessione di un sovrano illuminato. Morto il re, fine della Dottrina. Se Battisti si fosse studiato un po’ meglio il mondo, se avesse scelto come asilo un Paese davvero serio, ad es., il Giappone… oggi probabilmente gestirebbe una fiorente attività di import-export, e ogni tanto si farebbe anche fare qualche intervista telefonica in Rai. Peggio per lui, doveva pensarci prima: ergastolo.

2. Perché ha fatto lo scrittore e diciamolo, un ex terrorista che fa lo scrittore non ce la conta giusta. Specie lo scrittore noir. Insomma, non ha l’aria di una cosa seria. Vuoi mettere con Zorzi e il suo import-export? è roba da adulti, un modo per dire lasciatemi stare, non faccio più politica, faccio soldi. Oppure un bell’impegno nel sociale, tipo che so, attivista di Nessuno Tocchi Caino… ecco, se prima ammazzavi la gente e poi ti trovi un posto a Nessuno Tocchi Caino, è chiaro che lo fai perché sei pentito del male che hai fatto, perché vuoi salvare tante meritevoli vite umane, e questo noi italiani lo capiamo: siamo cattolici, perdio, anche Pannella. Cioè alla fine cosa vuoi che sia la complicità in quattro omicidi, per giunta comprovata in processi farsa… quello che ci premeva, Cesare, è che tu ti facessi un pianto, che ci chiedessi scusa. Ma i noir, come si fa a chieder scusa coi noir? E allora ergastolo, tie’.

3. Perché può farsi tutti i romanzi e tutti gli scioperi della fame che vuole, ma in fin dei conti resta sempre e solo un ladruncolo, Cesare Battisti. Uno che se lo arrestano, cosa fa? Scappa! Che razza di comportamento. Proletario, proprio. Un terrorista di classe non si comporta così. Un terrorista di classe per prima cosa vende qualche ex compagno in cambio di uno sconto di pena. Vedi Mutti: ha ammazzato più o meno le stesse persone che ha ucciso Battisti, e in otto anni si è sistemato, altro che ergastolo. Oppure si ficca in qualche meritevole Onlus, e facendo due conti… se Fioravanti per una novantina di omicidi si è fatto 26 anni, a Battisti con quattro morti e qualche altra rapina quanti mesi avrebbero dato? Giusto il tempo di buttar giù un noir di tema carcerario. Che poi come minimo glielo avrebbe pubblicato Mondadori. Ecco, si vede da queste piccole cose che non è uomo di mondo, Battisti. E allora basta, ergastolo. Niente di personale, ma te lo meriti tutto.

A questo punto però io ho una proposta. Visto che ormai lo abbiamo preso, e con tutto il baccano che ha fatto è difficile che lo libereremo mai più (è diventato un simbolo, e coi simboli non si scherza); visto che i vecchi processi non si possono rifare… non potremmo aprirne altri, e condannarlo per qualcosa di più importante, come per esempio la bomba alla stazione di Bologna? Rifletteteci bene. A lui non costerebbe un giorno solo in più, ma in compenso il suo sacrificio ci aiuterebbe a crescere i nostri bambini. Sì, perché questa cosa della liberazione di Fioravanti e Mambro alla lunga si rivelerà destabilizzante. Come si fa a crescere dei bimbi rispettosi della legge, in un Paese dove uno che si è preso 8 ergastoli gira per strada… secondo me persino Fioravanti e la Mambro hanno qualche difficoltà.

F. MAMBRO: Non devi picchiare i tuoi compagni con la catena del motorino.
BAMBINO: Perché?
F. MAMBRO: Perché non è giusto.
BAMBINO: Sì, ma concretamente cosa rischio? Mi togliete l’uso della playstation per cinque minuti con la condizionale?
F. MAMBRO: I prepotenti fanno una brutta fine.
BAMBINO: Ahahah, mamma, sei un vero spasso.

116 pensieri su “Proletario, proprio

  1. che tristezza. che profonda tristezza. sono arrivato a questo bolg da carmilla xkè ho trovato l'articolo molto intelligente e corrosivo… ma …. ma alcuni commenti mi fanno letteralmente paura.
    il Trio La Forca (dipietro travaglio grillo) sta completamente inquinando il dibattito. non si riesce più a fare un discorso da adulti, tutto si riduce a parlare di pena, giudici, processi, reati, pm,pg, gip, gup, sostituti procuratori . mi sembra di ritornare bambino quando i miei guardavano le tribune politiche e c'era questo invasato dall'oratoria però sublime che parlava sempre di legalità, certezza della pena, esaltazione dei giudici e dei poliziotti e mio padre che immancabilmente sbottava:” almirante bastardo fascista dovrebbero mettere te in galera……”

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  2. @anonimo
    Agli ex terroristi non piaciono le persone che dicono: hai commesso un reato dunque vai in galera. Ai loro occhi questi sono dei forcaioli reazionari e magari fascisti. quella che ci vuole è dunque una soluzione politica. A Berlusconi ed ai suoi slleati non piaciono le persone che dicono: hai commesso un reato dunque vai in galera. Ai loro occhi questi sono dei giustizialisti comunisti. quella che ci vuole è dunque una soluzione politica. Ai mafiosi non piaciono le persone che dicono hai commesso un reato dunque vai in galera, ai loro occhi queste sono persone malvage che complottano contro la gente per bene, quella che ci vuole è dunque una soluzione politica. Queste tre categorie di persone hanno goduto con alti e bassi di un certo consensno da una parte dell'opinione pubblica. Ma l'estremismo politico visionario e sanguinario, le classsi politiche corrotte ed il potere dei narcotrafficanti non sono tipici di nazioni come la Colombia? Non ti sei mai posto il problema che questi tre fenomeni siano tre aspetti di una società arretrata e tutto sommato incivile? E' così sbagliato chiedere il rispetto della legge da parte di tutti?

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  3. L'andamento della giustizia in Italia negli “anni di piombo” è esemplificato anche dal caso Sofri. Che ha scelto di restare e farsi condannare, certo; ma non si può pretendere tale comportamento da tutti. Sofri è stato condannato senza prove. E oggi la giustizia come funziona? Chissà. Io vedo finire in galera sempre poveracci… Ma sarà una mia impressione…

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  4. @L.Rotundo, l'estremismo politico sanguinario l'ha avuto anche la Germania. Pero' non mi risulta (ma potrei sbagliarmi) che stiano ancora dando la caccia ai due o tre imbecilli di turno: c'e' stato un processo politico e giudiziario (anche li' alquanto opaco, ma vabbe'), la fase si e' chiusa, bon. E non mi risulta che la Germania sia in Sudamerica.

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  5. GiacomoL, nelle sollevazioni post-sessantottine la larghezza della base sociale ed il livello della violenza raggiunti in Italia non ha avuto eguali altrove; il fatto che in Francia certi militanti italiani, che qui da noi furono figure di secondo piano del movimento, siano stati trattati da eroi dipende non poco dal fatto che da quelle parti si aveva la sensazione di essersi limitati più che altro a parlare; ricorderei pure che in Germania i vertici della RAF furono (per dirla come nel comunicato del lago della Duchessa) “suicidati” in carcere.

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  6. GiacomoL, prima di fare paragoni a capocchia, magari informarsi?
    “La polizia di Berlino ha arrestato l'ex RAF Verena Becker, sospettata di aver preso parte (ma senza sparare), il 7 aprile 1977, all'assassinio del procuratore generale Siegfried Buback e di due suoi accompagnatori. L'accusa all'epoca non poté essere sostanziata, ma l'inchiesta è stata riaperta sulla base delle dichiarazioni dell'ex RAF Peter-Jürgen Boock. […] Secondo il PM è risultato che Becker avrebbe fornito 'un contributo sostanziale alla preparazione e all'esecuzione dell'attentato'.” (28-08-09)
    http://buitenland.nieuws.nl/566691

    Infatti la Germania, diversamente dall'Italia, è un Paese serio.
    Ma anche i terroristi lì sono più seri e non praticano il chiagni&fotti (anzi: prima spara poi frigna) come Battisti.

    tibi

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  7. @GiacomoL
    Il terrorismo politico in Italia ha avuto dimensioni non paragonabili a quello tedesco. La reazione dello stato in Italia è stata incerta e tardiva, le pene detentive tutto sommato modeste visto che ex terroristi sono quasi tutti liberi. Cesare battisti sarebbe libero da un pezzo se avesse affrontato il processo e comunque lui e tutti gli altri stanno meglio delle loro vittime. Sono favorevole ad una chiusura di questa stagione con un intervento della politica ma dovrebbe essere legato ad un riconoscimento delle proprie responsabilità, in pratica a dire veramente tutta la verità. Ma ho il sospetto che hanno una certa difficoltà a fare un passo del genere. E comunque l'Italia ad esempio nel 1992-1993 era come la Colombia.

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  8. Purtroppo, caro Leonardo, le carte dicono che Battisti ha condotto una vita violenta e ha rovinato le vite di gente qualunque, non di potenti e intoccabili nemici del popolo.
    e si è fatto oltre vent'anni di serena vita parigina, circondato da agi e protezioni degli intellettuali francesi (che nulla sapevano della sua vicenda…). della vicenda Battisti mi vengono in mente un paio di considerazioni:
    1) che il terrorismo rosso è sempre stato molto selettivo nella scelta delle vittime (caso Moro a parte); professionisti, magistrati, persone comuni. davvero un bel ruolino di marcia per la rivoluzione;
    2) che un mediocre assassino è stato trattato come vittima, salvaguardato come un animale in via d'estinzione e persino lodato per le sue fatiche letterarie;
    3) che è triste vedere persone intelligenti come te e come quelli di carmilla ostinarsi nella difesa di questo individuo pavido e meschino. la contesa ideologica forse merita altri soggetti per esercitarsi.. o no?

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  9. Happy…ancora!? Il punto non è la persona di Battisti. Rimando all'introduzione della redazione di Carmilla al dossier Battisti:
    “Confidiamo che una lettura pacata di quanto segue faccia sorgere, in chi è in buona fede, molti dubbi sull’effettiva colpevolezza di Battisti. Comunque, il punto non è nemmeno se Battisti sia innocente. Quel che ci preme è denunciare le distorsioni che la cosiddetta “emergenza” provocò, negli anni Settanta, nelle procedure processuali italiane, fondate, come ai tempi dell’Inquisizione, su “pentimenti” veri o fasulli.”

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  10. Gentile Anonimo,

    questo “spostamento” freudiano sulle procedure mi sembra un maldestro tentativo per giustificare l'attuale condizione di Battisti sulla base del fatto che la macchina della giustizia abbia attuato delle procedure poco ortodosse nel compiere il suo dovere: accertare responsabilità e comminare pene.
    da quel che mi risulta, comunque, il caso Battisti è passato in giudicato grazia ad ulteriori elementi di prova, esterni e indipendenti rispetto alle dichiarazioni dei vari pentiti (mitomani o meno che fossero).
    il funzionamento della figura dei pentiti è inoltre molto controverso, non solo nelle inchieste per terrorismo. è uno strumento delicato, che dipende moltissimo dalla credibilità che si attribuisce ad un soggetto. dispiace comunque vedere come questi attacchi alla figura dei pentiti nel caso Battisti si saldino ai contemporanei attacchi dei fiancheggiatori dei mafiosi (provenienti anche da alti livelli istituzionali).
    infine, ti ricordo che ai tempi dell'Inquisizione l'imputato aveva scarsi o nulli diritti garantiti a livello procedurale. e che soprattutto il sant'uffizio concedeva difficilmente la facoltà di svernare a parigi o nelle americhe (se entravi nella macchina inquisitoriale mi sa che non te la cavavi così alla buona).
    concludo ribadendo una mia personale convinzione: che il caso umano e criminale di Battisti non meriterebbe di essere preso ad “exemplum” per “denunciare le distorsioni che la cosiddetta “emergenza” provocò, negli anni Settanta, nelle procedure processuali italiane”.
    è purtroppo, un caso di infima latitanza, che tanto dolore e vergogna ha provocato alle famiglie delle vittime e a qualche italiano liberale..
    un saluto

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  11. Eccone un altro che parte lancia in resta contro un nemico immaginario. Qui non si fa nessuna apologia della 'rivoluzione' dei terroristi rossi. Qui ci facciamo dei dubbi su una giustizia che ha premiato chi accusava gli ex compagni, a torto a ragione.

    Però, Happy, tu hai l'aria di uno che la sa più lunga. Scrivi che a te risultano elementi di prova esterni. Va bene: falli presente anche a noi, così finalmente smetteremo di farci dei dubbi.

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  12. Mi piacerebbe tanto sentire la verità di Cesare Battisti soprattutto in un confronto con i suoi ex compagni di sventura, come mi piacerebbe sentire da Adriano Sofri quello che sa sull'omicidio Calabresi. Ma questo è un sogno, meglio per l'uno dire dal Brasile che i giudici italiani sono dei fascisti e per l'altro discettare dei Massimi Sistemi sulle prima pagina di un quotidiano.

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  13. Caro Leonardo,

    capisco benissimo che non stai facendo l'apologia di un periodo nero della nostra storia (e della mia parte politica: e mi vergogno ancora se penso che qualcuno ha potuto ammazzare gente in nome della rivoluzione). capisco anche che la questione del pentitismo è molto delicata e difficile da mandare giù: ci sono mafiosi, per esempio, che adesso vivono sotto copertura.
    il fatto però è che senza pentiti, a volte, non si riuscirebbe a far luce sulla reale entità di cupole mafiose o gruppi terroristi (che per statuto sono società segrete e impermeabili all'esterno).
    fin qui credo possiamo trovarci d'accordo.
    ritorno però a ribadire il mio punto di vista, perché vorrei fosse chiaro come il tuo: esercitarsi su simili questioni a proposito di Cesare Battisti trovo che sia inutile e un tantino inopportuno, dato il profilo umano, ideologico e criminale del soggetto in questione.
    infine, oltre ai pentiti, i magistrati sono ricorsi, nel caso di Battisti, a ulteriori fonti di prova, come le testimonianze di vittime o altri testimoni che hanno validato alcune versioni (non tutte, ok) degli ex-compagni di Battisti.
    Ho trovato queste notizie, per correttezza, non nelle carte processuali (che non ho sotto mano) ma in alcuni siti web delle organizzazioni dei famigliari vittime del terrorismo (rosso e nero). Come potrai valutare anche tu, si tratta di versioni dei fatti un po' più complesse degli sproloqui innocentisti che si leggono su carmilla, o sul sito di genna.
    un saluto, davvero sincero

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  14. Cari Amici, nonostante quello che si vede e si racconta in giro io mi fido della Giustizia italiana. Una cosa è partecipare a una manifestazione,esprimere certe idee, altro frequentare violenti o partecipare alle loro azioni. Inoltre,sono sempre stato convinto che quasi tutti i gruppi di fuoco di quegli anni fossero infiltrati dai Servizi stranieri o italiani deviati che li manovravano come burattini…Pseudo terroristi, veri traditori.
    Sitting Bull

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  15. Beh no. Una cosa è condannare la cupola mafiosa per essere stata il mandante di un omicidio, un'altra condannare l'esecutore materiale dell'omicidio stesso, ancora diverso è condannare chi fa una telefonata di rivendicazione per un omicidio senza averlo commesso alla stessa pena di chi ha ucciso con le sue mani. Non c'è poi nessun rapporto con il condannare per concorso in banda armata chi assiste a qualche riunione, per poi andarsene magari pensando sono dei pazzi criminali. E comunque non c'è un solo dato di fatto in questi commenti che contesti realmente le argomentazioni di Carmilla. Quanto all'argomento “E' stato condannato un motivo ci sarà” la sola idea che si possa condannare qualcuno per due omicidi commessi lo stesso giorno in due regioni differenti d'Italia sputtana qualsiasi giustizia e qualsiasi fiducia si possa avere in una revisione! I soliti propagandisti dell'ordine farebbero bene a rendersene conto in fretta, prima di affondare da soli nel ridicolo.

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